I coniugi Papini sono camminatori armati di due fondamentali qualità utili nel cammino come nella vita: passione e costanza. E così anno dopo anno il loro progetto di attraversare tutte le Alpi li ha portati dalle Alpi Marittime a Trieste.
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Epiche traversate
Qualcuno ricorderà certe epiche traversate a piedi o con gli sci dell’arco alpino. Se ne fecero parecchie nell’altro millennio, protagonisti intrepidi alpinisti come Walter Bonatti e Bruno Detassis, o ragazzi avventurosi come Riccardo e Cristina Carnovalini o Franco Michieli che lungo il percorso si dilettava nel compiere scalate di un certo impegno. Poi venne il Camminaitalia e Teresio Valsesia si mise alla testa con spirito di scoperta per settimane e settimane di simpatici scavalcamontagne.
La traversata delle Alpi dei coniugi Papini
D’indubbia originalità nel millennio in cui viviamo è la traversata compiuta da Antonio e Fernanda Papini, coniugi di Montecatini Terme. “E’ passato più di un anno da sabato 3 agosto 2019, giorno in cui io e mia moglie Fernanda siamo arrivati sul lungomare di Muggia completando così la Nostra Traversata delle Alpi” ha fatto di recente sapere Antonio. “Traversata effettuata non in 2/3 mesi come normalmente si dovrebbe fare”, ha precisato quasi con un senso di colpa, “ma in ben 18 anni. Si, avete letto bene, 18 anni, un tratto alla volta, anno per anno, ma ripartendo sempre, o quasi, dal punto in cui eravamo arrivati l’anno precedente”.
L’impressione, con tutto il rispetto, è che forse non meriti una citazione nel Guinness dei primati questa camminata di Antonio e Fernanda, ma che vadano in qualche modo pubblicamente riconosciute ed eventualmente premiate la loro passione e la loro costanza. Ma i blog e i social servono anche a promuovere le idee giuste e questa dei Papini sicuramente lo è.
L’idea: perché non attraversare tutte le Alpi?
“Il tutto”, raccontano dunque Antonio e Fernanda, “nacque casualmente nel lontano 2002 quando decidemmo di percorrere alcuni tratti della neonata GTA piemontese. Partenza fissata in Palanfrè, un piccolo paesino nelle Alpi Marittime. Camminare per l’intera giornata, arrivare in rifugio e non dover ritornare al punto di partenza, ma godere del panorama, dialogare con la gente locale e all’indomani ripartire per una nuova avventura ci piacque molto.
“L’anno successivo ripetemmo tale esperienza e cosi, piano piano l’idea della traversata alpina si fece timidamente avanti. Le Valli cuneesi, il Monviso, la Val di Susa e le selvagge Valli di Lanzo contribuirono a rafforzare il nostro progetto. Ma una volta arrivati in Valle d’Aosta, la visione del Bianco, il gigante delle Alpi, ci dette il colpo di grazia. Le voglio attraversare tutte!, disse Fernanda. La traversata era ufficialmente nata”.

In 18 anni Antonio e Fernanda non hanno perso per strada il loro entusiasmo, annotando tappa per tappa ogni particolare dell’esperienza e chissà che qualche editore non decida di farne un bel libro. Venne il turno delle Alte Vie della Val d’Aosta che loro ricordano cone “fantastici belvederi sul monte Bianco, sul Cervino e sul Rosa”.
“Tali grandi montagne delle Alpi”, raccontano, “meritavano però di più di un semplice sguardo da un solo versante. Quindi inevitabili i grandi Tour attorno ad essi. Si va sempre avanti. Il Sempione, la val Formazza, il selvaggio Canton Ticino fino al Bernina, ultimo 4000 a oriente delle Alpi, anch’esso omaggiato del suo Tour”.
Dalla Valtellina attraverso lo Stelvio la coppia “entra” in Val Venosta. Deve scegliere: o attraversare la parte Nord dell’Alto Adige al confine con l’Austria o scendere verso Bolzano e attraversare le Dolomiti. Scelgono la seconda ipotesi. Traversano quindi i principali gruppi dolomitici: il Catinaccio, la Marmolada, risalgono al gruppo del Sella per poi raggiungere il Pelmo. Su e giù per i Monti Pallidi. Eccoli in Cadore e alle affollatissime Tre Cime di Lavaredo (“non potevamo non passare di lì”, si giustificano) e gran finale a Sesto in Val Pusteria.

Arrivo a Trieste e… ripartenza da Mentone?
“Trieste è ormai vicina. Mancano due anni alla conclusione. La splendida Traversata Carnica fino al Tarvisio e, l’anno scorso, dopo la digressione slovena nel Parco del Triglav, le dolci colline del Collio e l’assolato altopiano del Carso”, raccontano, “sono stati gli ultimi episodi della nostra, almeno per noi, grande impresa.”
“In effetti però, per poter unire in un unico tratto il Mar Tirreno all’Adriatico ci mancherebbe da percorrere il tratto iniziale da Mentone in Francia fino a Palanfrè (circa 10 tappe). Ci ripromettiamo di farlo quanto prima”. Impegno purtroppo rimandato a data da destinarsi per l’emergenza sanitaria. Ma nessuno dubita che quando tutto sarà finito niente potrà più fermare i simpatici, infaticabili Antonio e Fernanda. (Serafin)
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