Chi era Ines Poggetto? Sicuramente una donna non comune. Lo scopriamo grazie alla pubblicazione di un convegno tenutosi a Lanzo: “Ines Poggetto, anima intensa delle Valli di Lanzo”
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La Società Storica delle Valli di Lanzo
Premessa indispensabile. Da diversi anni la Società Storica delle Valli di Lanzo si distingue per studi e ricerche dedicate a questa affascinante area del Piemonte. Studiosi locali e non, si mobilitano in un fervore d’iniziative per scavare nel patrimonio artistico e culturale della valle e per ridare vita a personalità dimenticate, con una dedizione che ha pochi altri esempi nell’arco alpino. Sono finora la bellezza di 142 i volumi dedicati a queste ricerche e con piacere va ora segnalato che il 142° s’intitola “Ines Poggetto, anima intensa delle Valli di Lanzo”. Vi sono raccolti gli Atti del Convegno che si tenne a Lanzo il 10 marzo 2019, promosso dalla Città di Lanzo Torinese e dalla Società Storica delle Valli di Lanzo.
Ines Poggetto per le Valli di Lanzo
Ma chi era, che cosa ha rappresentato Ines Poggetto per queste vallate? In apertura, Michele Vietti testimonia che secondo lui e non solo secondo lui, nato e cresciuto a Lanzo, Ines fu una figura importante nel panorama politico-culturale della città a cavallo degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso. “Le correnti ideali”, spiega Vietti nell’intento di contestualizzare la figura di questa concittadina, “e il confronto di idee (talora lo scontro) con la rivendicazione orgogliosa di appartenenza ai filoni di pensiero, prima che ai partiti, che hanno segnato nel bene e nel male quella stagione del nostro Paese, erano vive e forti in una comunità, quella di Lanzo, che voleva rimanere all’altezza della sua tradizione di capoluogo delle Valli, non solo come riferimento economico ma anche come crogiuolo di iniziative socio-culturali”.
E aggiunge Vietti: “Ines Poggetto fu un’intellettuale di sinistra, nel senso positivo e desueto di quel mondo. Insegnante, partigiana, amministratore pubblico, poetessa, donna di impegno civico, cultrice della storia e delle tradizioni locali e insieme propugnatrice di un avvenire di progresso e di eguaglianza sociale. Fu in tutti questi ruoli una combattente delle idee, convinta che solo un solido radicamento culturale può consentire di portare alla collettività un efficace contributo per migliorarne le condizioni socio-economiche”.
Incontrandola, raccontano che Ines desse un po’ di soggezione: elegante nel gestire e nel dire, seria, autorevole, un po’ severa, gli occhi penetranti, il sorriso contenuto ma schietto, lo spirito indagatore, l’ironia sottile. Come è spiegato in un comunicato della Società Storica delle Valli di Lanzo, sono i curatori del convegno e degli Atti, Bruno Guglielmotto-Ravet, Giuse Scalva e Laura Solero, a introdurre le relazioni pubblicate nel volume, ritraendo la Poggetto come rappresentante di un capitolo di storia del Novecento lanzese e valligiano.
Gli studi magistrali
Lo storico Gianni Oliva dedica alla Poggetto “un ricordo dell’adolescenza”. È una rimembranza familiare la sua, che rimanda alla metà degli anni Trenta, un’epoca in cui sua madre e Ines erano compagne di studi magistrali. Sono brevi immagini quelle che vedono Margherita e Ines affrontare le regole dell’istituto, sprazzi di momenti che riflettono una certa tutt’altro che scontata rigidità formativa. Si forma e si cementa in quegli anni tra le due adolescenti un’amicizia forte. Sarà una relazione duratura, interrotta durante la guerra, ma continuata per tutta la vita.
Quegli studi magistrali portarono Ines a insegnare in diverse località delle Valli di Lanzo. Marica Barbaro spulciando i registri scolastici redatti da Ines, fa emergere la cronaca di giorni difficili, quando si evidenzia lo sguardo pieno di umanità, di tolleranza, di empatia, che la maestra seppe offrire del suo pensiero interculturale, comprensivo, accogliente.
Ines Poggetto antifascista
Parallelamente ai primi anni d’insegnamento, vi fu per Ines l’impegno attivo contro i nazisti e i fascisti. Lo illustra, questo impegno, Luciano Boccalatte nel capitolo intitolato “Ines Poggetto, donna della Resistenza”. Dopo l’8 settembre 1943 si pose infatti anche per Ines l’imperativo della scelta: naturale per lei, per tradizione familiare, per formazione, per quel senso di religiosità aperta al prossimo, per il ruolo professionale di insegnante. La sua, condotta senza armi, fu resistenza combattente. E nel dopoguerra il suo fu un impegno costante per ricordare e trasmettere.
Tra impegno pubblico e intimità famigliare
Ernestina Assalto, sindaca di Lanzo, ricorda oggi la Poggetto quale assessore alla Cultura, Istruzione, Assistenza del Comune di Lanzo. In questo ruolo, Ines sostenne la creazione della Biblioteca Civica, il riordino dell’Archivio Storico comunale, gestì la crisi del Cotonificio Valle Susa con coraggio e idee chiare. Sergio Papurello relaziona sulla Poggetto promotrice del Comitato Ponte del Diavolo, associazione lanzese tuttora attiva. Si apprende così che fino dagli anni Settanta Ines credette nella creazione di un parco che valorizzasse l’area tutt’attorno al Ponte del Diavolo, monumento di alto valore simbolico. Da lì venne la volontà di celebrare i 600 anni della costruzione dell’ardito manufatto: fu fondato il Comitato che nel 1978 programmò un importante calendario di iniziative.
Emanuela Lavezzo esamina quanto la Poggetto pubblicò, cogliendo il suo interesse appassionato per il territorio, inteso nel significato ampio di comunità. I suoi studi, precisi e corredati da fonti documentali, insegnano a tutelare e tramandare questo patrimonio culturale, mettendolo a disposizione delle generazioni più giovani per nuovi sviluppi. Albina Malerba scruta gli “Orizzonti poetici” di Ines Poggetto, rilevando che non è un caso se, quando scrive poesie, Ines sceglie le parole più antiche e profonde usando il lessico del dialetto piemontese. Secondo Giancarlo Chiarle, Lanzo ha dimostrato di essere terra di poeti grazie alla sensibilità e ai molteplici interessi della Poggetto.
In chiusura, Luisella Casassa, Ester Francesetti e Valeria Rolando indagano nell’intimità e presentano Ines Poggetto attingendo a testimonianze di persone a lei vicine. Ecco dunque la sua casa, un “nido” di pascoliana memoria, caldo rifugio, luogo simbolico nel quale coltivare i rapporti con la famiglia diffusa di amici e conoscenti. Ines amava coltivare i ricordi e molto ricco e lungo era il corso della sua memoria come si desume da questo prezioso volume che le è dedicato e che il sito Fatti di Montagna è lieto di segnalare.
Il libro, la presentazione
“Ines Poggetto, anima intensa delle Valli di Lanzo. Atti del Convegno promosso da Città di Lanzo Torinese e Società Storica delle Valli di Lanzo” a cura di Bruno Guglielmotto-Ravet, Giuse Scalva e Laura Solero. Un libro di 84 pagine, con 9 illustrazioni in bianco e nero, edito da Società Storica delle Valli di Lanzo (2020).
Presentazione: Lanzo Torinese, Collegio San Filippo Neri, piazza Albert 8, sabato 17 ottobre 2020, ore 11.
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