Un bellissimo progetto della Fondazione Exodus di don Mazzi sostituisce il cammino al carcere minorile.
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Exodus: abolire il carcere minorile
“La pena si sconta in cammino” titola il 15 settembre l’inserto “Buone notizie” del Corriere della Sera. La buona notizia questa volta riguarda il cammino educativo appena iniziato per ragazzi che hanno sbagliato, adolescenti che sono sottoposti a misure restrittive dall’autorità giudiziaria. Si tratta del progetto “Pronti, Via!” della Fondazione Exodus di don Mazzi.
Spiegazione: camminando dalle Alpi all’Appennino fino al mare i ragazzi, tutti tra i 14 e i 17 anni, sperimentano le regole di convivenza, fanno musica e teatro, imparano ad andare in barca a vela. Don Mazzi non ha dubbi. “Aboliamo il carcere minorile!”, tuona il religioso. “Facciamo in modo che ci siano delle soluzioni diverse per questi ragazzi che sbagliano, che gli errori si possono riparare, ma non con misure repressive ma trovando delle modalità educative attraverso il viaggio, attraverso l’avventura educativa di un viaggio”.
La risposta psico-socio-educativa, di questo si tratta, è partita dalla Val Masino, una valle cara agli alpinisti. Poi la carovana ha fatto tappa nella sede centrale di Exodus nel Parco Lambro di Milano. Ora i ragazzi attraversano l’Appennino per scendere verso l’Umbria. Poi, sempre camminando, raggiungeranno l’Elba. La carovana tornerà a Milano soltanto la vigilia di Natale. “Quando i ragazzi”, dice don Mazzi, “avranno i piedi gonfi ma la testa a posto”.
I minorenni coinvolti nel quadriennio di sperimentazione, durante il quale partiranno sette Carovane, saranno complessivamente 100 (20-25 utenti/anno), tutti con provvedimenti di natura penale in carico ai Servizi della Giustizia Minorile. In ogni carovana è presente una équipe di educatori e formatori sempre in contatto con i Servizi Sociali di riferimento dei ragazzi.
Il coraggio dell’avventura nel cammino educativo
“Questa è un’avventura, non una scuola”, spiega don Mazzi rivolgendosi agli educatori impegnati. “E poiché è un’avventura deve succedere di tutto, non dovete sentirvi sicuri, perché altrimenti non sarebbe più un’avventura. Chi compie avventure deve avere il coraggio di sapere che non saprà quello che succederà domani, che non sa dove sarà, che può darsi che abbia sbagliato strada”.
“Un’altra cosa vi chiedo”, continua don Mazzi. “Più che le parole, guardate negli occhi i ragazzi. Con questi ragazzi qui, il ‘vedere’ è molto più efficace che il parlare, perché devono scoprire la parola. Questi ragazzi la parola l’hanno persa o forse non l’hanno mai usata, perché vengono da esperienze dove la bugia e l’inganno erano all’ordine del giorno”.
“Ci chiamiamo Esodo, è il cammino che ci salva”, conclude don Mazzi, “siamo nati nel Parco Lambro raccogliendo i ragazzi che negli anni Ottanta si drogavano e abbiamo continuato a camminare”.
In bocca al lupo ragazzi, buone camminate e buona vita! (Serafin)
Qui un ulteriore approfondimento oltre ai link già presenti nel testo.
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