La proposta di ripensare per settembre le scuole in chiave Outdoor, con tanto di appello da firmare della pedagogista Lepori, è l’occasione per ricordare che c’è, anche se non conosciuta, una lunga tradizione della scuola all’aperto.
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“Una scuola speciale per tutte/i” è la proposta di Francesca Lepori pedagogista, fondatrice di Bosco Caffarella, vicepresidente di “C’è speranza se accade @ Rete di Cooperazione Educativa” che ha ricevuto sui social significative adesioni. L’autrice ci ricorda che già nell’Ottocento esistevano le “scuole all’aperto” per bambini malati e predisposti alla tubercolosi. Avevano grandi spazi naturali e sperimentavano soluzioni didattiche nuove. “E se per settembre”, si chiede e chiede la Lepori, “venisse effettuata una manutenzione straordinaria dei giardini e cortili scolastici? E se l’educazione all’aperto e l’educazione diffusa nel territorio diventassero due volani per ripensare l’apprendimento?”.
In questo periodo sicuramente speciale in cui ci tocca vivere è arrivato dunque il momento che anche la scuola diventi speciale. Che ritrovi quel rapporto con l’ambiente venuto a mancare con i governi di centro destra che abolirono i corsi di aggiornamento per insegnanti su un argomento tanto importante. È possibile firmare l’appello lanciato dalla Lepori qui. L’occasione è anche propizia per ribadire che sul tema delle “scuole all’aperto” i precedenti storici vanno ben oltre le citate strutture che nell’Ottocento si rivolgevano a bambini predisposti alla tubercolosi.
La “virtuosa educazione alpina” vanta solide radici e continua a essere coltivata da insegnanti volonterosi. Ce lo ricorda il recente “quaderno” del progetto “Quartieri in quota” a cura di Laura Guardini e Roberto Serafin che a Milano si rivolge, con il patrocinio dell’associazione “Quartieri tranquilli” e del Cai, ai ragazzi del quartiere periferico Gratosoglio. Come leggere, capire e interpretare il paesaggio, come sviluppare lo spirito di avventura nell’età evolutiva, come “insegnare” il clima, quali le tappe della virtuosa educazione alpina. Sono questi alcuni dei temi affrontati nel citato quaderno (qui la presentazione su MountCity) in distribuzione gratuita agli insegnanti, realizzato con il contributo di Enel.
Nella pubblicazione che è possibile consultare nei cataloghi della Biblioteca Nazionale del Club Alpino Italiano viene fatto cenno a diverse storiche esperienze: come i famosi “Viaggi a zig zag” dell’educatore svizzero Topfer che risalgono alla prima metà dell’Ottocento, o le Carovane scolastiche dello stesso Club Alpino Italiano e le più recenti Classes de neige francesi. La ricerca è stata condotta raccogliendo materiale da varie fonti, a cominciare dagli archivi della citata Biblioteca Nazionale, oltre a offrire testimonianze su varie esperienze condotte di recente sul territorio da insegnanti particolarmente avveduti ed evoluti. (Serafin)
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MountCity è un progetto fondato nel 2013 a Milano che si poggia sulla passione e competenza di uno staff di cittadini appassionati di montagna, all’occorrenza con il sostegno di associazioni di volontariato. La piattaforma, grazie alla competenza e professionalità di Roberto Serafin che l’ha curata per 10 anni, è stata punto di riferimento sull’attualità della montagna e dell’outdoor con migliaia di articoli pubblicati. Ora lo spirito di MountCity vive ancora dentro questa rubrica.
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