Il tutto inizia con una lettura di molti anni fa che ha lasciato un segno rimasto latente, ma pronto a riemergere a distanza di tempo. Parlava del Monte Kailash, una montagna dalla forma piramidale che con i suoi 6638 m svetta senza tante pretese sull’Altopiano Tibetano fra i tanti giganti della catena himalayana. Questo ammasso roccioso coperto di ghiacci ha una particolarità indubbiamente curiosa: è venerato da tutti i popoli che ci abitano attorno e in nome della sua sacralità nessuno ne ha mai violato la vetta.
L’Induismo lo considera la dimora di Shiva, il Buddhismo Tibetano ritiene sia il centro del mondo e pure il Bön e il Giainismo ne hanno il massimo rispetto. La cosa interessante, e fulcro ideologico per la nascita di questo libro, è che tibetani e indiani locali almeno una volta nella vita devono percorrerne il periplo, che è di ben 53 chilometri solo per quel che riguarda il versante tibetano, per compiere la cosiddetta “Kora”.
Si tratta di un pellegrinaggio attorno alla montagna sacra che viene affrontato cantando, recitando mantra o con una faticosa triplice genuflessione a ogni passo, raggiungendo infine il valico del Dolma-la. Secondo la credenza buddhista e induista chi compie 108 Kora potrà spezzare il ciclo di rinascite e reincarnazioni del “Samsara” legato al proprio “Kharma” (il continuo susseguirsi di cause ed effetti che determinano la vita attuale e le future reincarnazioni in base a come si sono condotte le vite passate) ed entrare direttamente nel “Nirvana”, l’illuminazione.
Tralasciando le motivazioni spirituali e traslando il tutto ai nostri “Monti Pallidi” ecco che ne esce l’idea di “Escursioni ad anello”, cioè di percorsi che devono avere al loro centro almeno una vetta dolomitica. Detta così sembra quasi un’affermazione banale, ma basta prendere in mano la cartografia di quest’angolo di Alpi per rendersi conto della quantità e della varietà delle escursioni possibili. Il frutto di questi ragionamenti ha portato alla scrittura di “Escursioni ad anello nelle Dolomiti Occidentali” (prima edizione 2015, seconda edizione 2020) ed “Escursioni ad anello nelle Dolomiti Orientali” (2019), due volumi scritti in collaborazione con Roberto Ciri ed editi da Idea Montagna Edizioni
Viene qui presentata un’escursione tratta da “Escursioni ad anello nelle Dolomiti Orientali” che ci porta in luoghi isolati, ma carichi di meraviglie naturalistiche e di silenzi riscontrabili in ben poche altre zone alpine. Le Dolomiti Friulane, poste al confine fra il Veneto (Cadore) e il Friuli Venezia Giulia, sono un mondo a sé, un concentrato di bellezza e di wilderness d’incantevole bellezza.
Impegnativa escursione che, ripercorrendo parte del “Truoi dai Sclops” (Sentiero delle Genziane), offre i migliori scorci possibili sui merlati profili del Cridola, nonché strabilianti visioni sui Monfalconi e sulle propaggini settentrionali del Gruppo del Pramaggiore. L’ambiente è severo, in particolare la discesa dal Passo Lavinal richiede passo fermo e attitudine ai terreni instabili. Quasi a voler stemperare la rudezza dei vari settori ghiaiosi e rocciosi, a metà percorso appare magicamente la piana del Canpuròs, luogo che inspiegabilmente sa regalare un senso di pace e di tranquillità assoluta
L’itinerario
Dalla loc. Ponte Giaf (1040 m), seguire la strada cementata che sale ripida sulla destra orografica del Torrente Giaf. Dopo 10 min si giunge a un bivio, a sinistra si prosegue sulla forestale, a destra si sale sul sent. 346. […]
Entrare nel magnifico bosco di faggio fino a uscire nei pressi del Rif. Giaf (1400 m, 50 min, E), importante crocevia di sentieri. […]
Un’ultima serie di faticose serpentine porta alla Forcella Urtisiel (1990 m, 1,50 h, EE), punto panoramico privilegiato verso le numerose cime settentrionali del Gruppo del Pramaggiore. […]
Senza sforzo alcuno si giunge alla rilassante piana dove sorge la Casera Val Binon (anche Valmenon o Valbinon in cartografia, gestita in estate, 1802 m, 50 min, E). Il luogo è semplicemente idilliaco, un balcone spalancato sui Monfalconi, che da qui appaiono nella loro interezza. […]
Proseguire sul sent. 369 che si alza lentamente fra radi larici e mughi, per uscire quindi su un più ripido, ma breve, ghiaione che aggira sulla destra un gradino roccioso. In breve si esce così sulla magnifica spianata carsica, in passato adibita a pascolo, del Canpuròs (o Camporosso, 1945 m, 30 min, E), adagiata sotto al Crodòn di Brica (2243 m), alla Cima Valmenon (2250 m) e al Pic di (2207 m), propaggini settentrionali del Gruppo del Pramaggiore. […]
Seguire il sent. 367 che punta verso nord e, dopo una breve risalita, supera il Casone Canpuròs, spoglio ricovero d’emergenza. Avanzare ancora fra larici e mughi e raggiungere la croce del Passo Lavinal (1972 m, 20 min, E), punto d’incontro fra i Monfalconi e il Gruppo del Pramaggiore. Il panorama si slancia verso le cime della Carnia, il Peralba e le più lontane Dolomiti di Sesto, fra cui si possono scorgere il Popera e la Croda dei Toni. Inizia ora il tratto più difficoltoso dell’escursione, con la ripida discesa del vallone detritico che si incunea fra le Cime di Lavinal e le splendide creste del Monte Cimacuta (2058 m).
Il sent. 367 precipita subito e supera una serie di tratti detritici che si alternano a brevi terrazzamenti su cui sovente scorazzano i camosci. […]
Dopo un tratto meno ripido si esce nei pressi di uno sbarramento e di una
cascatella artificiale (fontanella nelle vicinanze), si prosegue quindi ancora in discesa su sentiero e quindi su ampio tratto ghiaioso fino a scorgere sulla sinistra dei cartelli (1,50 h, EE).
Svoltare a sinistra e seguire l’ampio sentiero che si immerge in un bellissimo bosco di latifoglie e, dopo alcuni quasi impercettibili saliscendi, va a innestarsi sulla forestale che scende dal Rif. Giaf. Seguirla verso destra per 5 min, giungendo così al punto di partenza (20 min, E).
LEGGI IL TESTO COMPLETO DELL’ANELLO D’AUTORE DI DENIS PERILLI
L’autore
Denis Perilli, scrittore e naturalista – è laureato in Scienze Naturali all’Università degli Studi di Padova – è uno dei più prolifici autori di guide delle Dolomiti. Da anni nei suoi libri pubblicati da Idea Montagna Edizioni promuove un escursionismo consapevole, intendendo con questo termine un approccio alla montagna arricchito appunto da una ‘consapevolezza’ naturalistica, storica e culturale riguardante i luoghi che si vanno a visitare. Con l’amico Denis non si può che concordare: per “comprendere” o riscoprire un’area montana, è fondamentale una documentazione preventiva che consenta di capire quello che vediamo. “Detta così”, osserva, “sembrerebbe una pratica alquanto noiosa, ma il bello della natura sta proprio nel fatto che sa stupirci ad ogni occasione e ripropone nuove curiosità che ci porteranno a voler conoscere ancor di più. Una spirale di dubbi e risposte che si autoalimentano in continuazione, generando stupore ed emozioni”. Ovvio che il primo a stupirsi ed emozionarsi quando le Dolomiti danno spettacolo sia sempre, puntualmente, Denis.
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