Il Parco Nazionale Gran Paradiso è un area alpina con una elevata presenza faunistica. È l’unica in cui è sopravvissuto lo stambecco e da cui la specie è stata reintrodotta sull’intero arco alpino.
Tra gli altri mammiferi sono presenti il camoscio, il capriolo, la marmotta, la volpe. Di recente ha fatto ritorno nel Parco il lupo che dal 2013 si riproduce in Valle Soana. Specie importanti dal punto di vista della conservazione sono il gipeto, il barbastello, il biancone, l’allodola. Sono presenti nel Parco quasi tutte le specie di uccelli tipiche dell’ambiente alpino.
L’attività di ricerca scientifica è centrale per accrescere le conoscenze sulla biodiversità, sul patrimonio ambientale del Parco, sull’ecologia e l’etologia delle specie animali presenti. È determinante per comprendere i fenomeni in atto e disegnare scenari futuri per la conservazione e la gestione del patrimonio naturale.
Il Parco cura una serie di ricerche, direttamente e con la collaborazione di Università, Centri di Ricerca e Istituti italiani e internazionali specializzati in gestione e conservazione della fauna e della flora.
Il Parco nazionale del Gran Paradiso possiede, dal 1947, un proprio corpo di guardie che vigila e controlla il territorio dell’area protetta. A differenza quindi dei più recenti parchi nazionali, nei quali la sorveglianza è affidata, dalla Legge quadro, ai Carabinieri forestali, il Parco del Gran Paradiso mantiene il proprio corpo di guardie storiche, continuando una tradizione e un’esperienza ormai consolidata nel tempo. Le guardie hanno una profonda conoscenza del territorio, degli animali e dell’ambiente del parco, e svolgono un servizio che è veramente unico nel suo genere, vigilando il territorio dall’alba al tramonto.
(foto in alto: archivio PNGP)