Accompagniamo Raffaella al suo casotto nel Parco Nazionale del Gran Paradiso dove dovrà svolgere un’operazione molto importante. Di che si tratta? Molto probabilmente non è un compito così “romantico” come ci si aspetta, ma non per questo meno fondamentale nelle attività da guardaparco. Intanto però scopriremo i casotti, le basi dei Guardaparco sul territorio del Parco: delle vere e proprie seconde case per loro, con moltissime storie da raccontare. E poi c’è la questione “sale”: che dovremo farci a fine giornata? Raffaella non ce lo svela fino all’ultimo…
Ascolta la puntata della serie podcast
Con Raffaella Miravalle conosciamo da vicino il Parco Nazionale del Gran Paradiso
I casotti disseminanti all’interno del Parco del Gran Paradiso sono molto più importanti di quel che si possa pensare per il lavoro dei e delle Guardaparco. Sono un appoggio fondamentale durante le lunghe giornate alba-tramonto in cui fare ritorno per riposarsi la sera e la notte. Ognuno ha cercato di renderli confortevoli secondo il proprio gusto e diventano delle vere e proprie seconde case, delle tane sicure seppur isolate dal mondo. Sono luoghi intrisi di storia del Parco e di storie che non si finirebbe mai di ascoltare. In questa sesta puntata della serie podcast, Raffaella ci mostra il suo casotto e ci raconta storie emozionanti che puntualmente lei ha scritto negli anni sul “Quaderno del casotto”.
Anche in questa puntata scopriamo qualcosa che non conoscevamo del lavoro di guardaparco e delle meraviglie del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Una nuova puntata ad ogni primo martedì del mese fino a dicembre 2023.
Non si dà il cibo alle volpi
Come spiega Raffaella in questa puntata è un comportamento assolutamente sbagliato dare da mangiare agli animali selvatici perchè ha un’impatto negativo non solo sulla loro salute, ma anche sulla loro corretta relazione con gli umani. Un selvatico deve rimanere un selvatico, l’addomesticamento (volontario o involontario che sia) può portare gravi conseguenze sia all’animale che agli umani.
“100 anni e cento ancora”: un libro per il centenario del Parco
Tra le storie che Raffaella ci ha raccontato in questa puntata ce ne è una che possiamo ricovare anche sul libro ufficiale del Parco Nazionale Gran Paradiso realizzato per celebrarne il centenario.
Case di caccia e mulattiere reali
Il Parco nazionale del Gran Paradiso discende storicamente dalla Riserva di caccia che alla metà del secolo scorso fu costituita dalla casa Savoia. Nel 1856 si concretizza la costituzione della riserva. Vengono allora costruiti o riattati, fra il 1860 e il 1900, ben 325 chilometri di mulattiere che collegavano fra loro cinque “reali casine di caccia”, poste a 2000-2200 m di quota. Questi fabbricati erano concepiti a un piano, tetto in lastre di pietra, con una serie di locali comunicanti direttamente con l’esterno. Delle case reali rimangono in dotazione al parco quella di Orvieille, in Valsavarenche, e quella del Gran Piano di Noasca, in Valle Orco, utilizzate per la sorveglianza e per la ricerca… (Continua a leggere sul sito del Parco)
Casotto del Gran Piano innevato (foto R. Miravalle)
RUBRICA A CURA DI:
Istituito nel 1922 sull’antica riserva reale di caccia dei Savoia, il Parco Nazionale Gran Paradiso è il primo Parco Nazionale d’Italia in ordine di tempo.
A cavallo tra Piemonte e Valle D’Aosta interessa cinque valli principali: Val di Rhêmes, Val di Cogne, Valsavarenche, Valle Orco e Val Soana.
Scheda partner
Complimenti! Come sempre molto interessante (quante cose non sapevo!) e a tratti commovente! Anche se non ho capito come giustifica le”caramelle”di sale!
Il sale è una componente del tutto naturale nell’alimentazione di questi ungulati, a differenza del panino col prosciutto o la fetta di torta per le volpi ad esempio).
Camosci e stambecchi lo cercano nelle fessure delle rocce e addirittura, se si tratta di manufatti antropici, nei muri di calcestruzzo.
Il sale che poniamo in siti storici definiti hanno una funzione del tutto LAVORATIVA, non ludica (come accade spesso ancora nelle volpi o marmotte per fare selfie con il selvatico). Quando gli ungulati vanno al sale ci è un po’ più semplice contarli per i nostri monitoraggi e verificarne lo stato di salute. Non sussiste nessun tipo di contatto diretto con l’animale.
Grazie! Risposta del tutto esauriente!
Grazie mille!
L’incontro con la lepre variabile è stato raccontato con una tale delicatezza da rendere palpabile la leggerezza e l’elusività della bestiola! Come ho già ripetuto più volte, Raffaella riesce a trasmetterci tutto l’amore e la passione per il mondo in cui vive e lavora: dai momenti nel casotto alle camminate e agli avvistamenti degli animali…Per non parlare dei ricordi: tante bellissime fiabe, magnifiche fiabe che è un gran piacere ascoltare!