Installazioni artistiche e mostre d’arte nella selezione settimanale di notizie di Serafin: al Pavillon, in Val Vigezzo e ad Aosta. L’ultima notizia è invece dedicata al cianobattero del lago di Neuchatel che sembra sviluppi durante le ondate di calore una neurotossina letale per i cani.

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A ciascuno il suo “santuario naturale” 

Savin Donato stele copia "Santuario naturale" al Pavillon - Mostre d'arte - Lago di Neuchatel pericoloso per i cani
Donato Savin

Un luogo puro, genuino, ancestrale, con una potente energia ispiratrice. Così viene enfaticamente presentato il nuovissimo “santuario naturale” ospitato dalla stazione del Pavillon dell’ipertecnologica funivia Sky Way a Courmayeur. E vabbé, lo scenario si richiama ai tanti luna park sparsi per le Alpi e non era facile per gli esperti del marketing inventarsi qualcosa di genuinamente mistico così come è stato fatto in occasione dei cent’anni del Parco del Gran Paradiso dove ora svetta un montarozzo da considerare sacro e inviolabile. A ciascuno sia dato il suo “santuario naturale”.

A voler dare retta agli inventori del “santuario” al Monte Bianco tutto è stato predisposto perché “l’essere umano trascenda la sua condizione terrena tra le cime e il corpo e lo spirito si elevino”. 

Alla stazione intermedia di Pavillon a 2.173 metri, ai piedi del Monte Bianco, l’idea vincente è stata di installare un’opera di Donato Savin, artista di Cogne: due steli di pietra trovati nelle valli laterali valdostane e sommariamente restaurati. Savin riferisce di avere ridotto al minimo gli interventi sulle sue sculture perché sia il linguaggio della pietra a parlare. 

Va da se che i due “steli” nel protendersi verso il cielo riaffermano la loro provenienza. I verdi acidi dei licheni si mescolano e contrastano con le venature, la porosità della pietra, le sue lievi asprezze, i solchi sottili ci raccontano la composizione minerale della roccia. Così le pietre della Valle d’Aosta, luogo di vita e di lavoro di Savin, si trasformano in figure femminili eteree e sognanti, evocando luoghi lontani, atmosfere sospese, costumi esotici, abiti sontuosi. Con il pretesto degli steli da ammirare, che sia arrivato anche il momento di provare le emozioni della Sky Way?

Mostre da non perdere: Ottocento vigezzino o espressionismo svizzero?

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Gli steli di Savin a cui si è accennato a proposito del “santuario naturale” sul Monte Bianco, sono stati più volte decantati in MountCity dall’amico Aldo Audisio, raffinato critico d’arte e a suo tempo direttore del Museo della Montagna. Questi curiosi steli, dicevo, mi inducono a prendere la palla al balzo per segnalare due altri incontri di questi giorni con l’arte più quotata, quella che si sviluppa magicamente in montagna. Il primo di questi incontri ha per teatro la stupenda Casa De Rodis di Domodossola. Dove è possibile ammirare fino al 4 settembre splendidi esempi di pittura “tra Ottocento vigezzino e arte contemporanea

Arte e montagna qui, in questa cittadina di frontiera, si incontrano partendo dalla Valle Vigezzo, conosciuta anche come la Valle dei Pittori, luogo che dal Seicento ha ospitato e ispirato generazioni di artisti, ritrattisti e paesaggisti. Fulcro di questa tradizione pittorica è la Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini a Santa Maria Maggiore

E qui conviene che io confessi la mia ignoranza. Non sapevo che questa fosse l’unica accademia di Belle Arti oggi ancora attiva sulle Alpi (e partner della mostra), diventata dalla fine dell’Ottocento centro delle attività artistiche e intellettuali della Valle, nonché un modello unico in tutto l’arco alpino. 

Herman August Scherer, Paesaggio nel Mendrisiotto - olio su juta (1926)
Herman August Scherer, Paesaggio nel Mendrisiotto – olio su juta (1926)

L’altra mostra d’arte che vorrei segnalarvi si trova ad Aosta. A presentarla è il Museo Archeologico Regionale. L’esposizione è incentrata sullo spettacolare Espressionismo svizzero, un fenomeno non ancora del tutto indagato. E’ visitabile fino al 23 ottobre 2022 e io vi consiglio caldamente di farlo. Nei primi anni del Novecento furono numerosi gli artisti di provenienza elvetica che trovarono nell’estetica cruda e nei colori forti e simbolici tipici dell’Espressionismo piena espressione di sé e del tempo in cui vivevano. 

Strage di cani nell’incantevole lago di Neuchatel

Lago Neuchatel copia "Santuario naturale" al Pavillon - Mostre d'arte - Lago di Neuchatel pericoloso per i cani
Lago di Neuchatel

L’incantevole lago di Neuchâtel in Svizzera purtroppo si sta facendo una brutta fama. Lo segnalano su Facebook anche i servizi cantonali che si possono supporre piuttosto riservati. (qui il servizio di TV Svizzera)

In breve, le acque del lago risultano micidiali per i cani che vi si tuffano in cerca di refrigerio. Mi ha molto colpito la notizia e immagino anche te, vero Luca?, che un cane sia deceduto in preda a violente convulsioni dopo che era uscito dall’acqua. E non si tratta del primo caso di contaminazione letale nel Lago di Neuchâtel, macché.

Nell’estate del 2020 le autorità cantonali disposero la chiusura preventiva delle rive tra la foce dell’Areuse e Colombier raccomandando di non immergersi per una settimana in seguito al decesso di sei cani in 24 ore. Responsabile di questa strage per così dire canina risulta un cianobatterio che si sviluppa durante le ondate di forte caldo, soprattutto nelle acque stagnanti, e può produrre in modo assolutamente imprevedibile delle neurotossine fatali anche se ingerite in piccole quantità. Meditate cari amici dei cani…

Roberto Serafin

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29 Giugno 2022
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MountCity

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