A Domodossola vengono rieseguide le musiche di Giovanni Leoni, noto con lo pseudonimo Torototela, armonizzate per banda dal maestro Michele Magari: un’occasione per ricordare il cavalier Leoni che tanto si è speso per la valorizzazione delle Valli Antigorio e Divedro
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I valzer del cavalier Leoni in omaggio alle sue amate montagne
Correggimi caro Luca se sbaglio, ma mi sembra di aver già in passato raccontato del cavalier Giovanni Leoni, detto Torototela, il “vate” dell’Ossola. Come tanti altri, io stesso non ne conoscevo l’esistenza e le benemerenze. Poi, durante le mie vacanze estive in quel di Viceno, la figura di Leoni emerse piano piano. E il merito fu dell’amico Graziano Biancossi, vicenese doc che me ne parlò e mi diede in prestito, da leggere, le amene “Rime ossolane” di Leoni.
Adesso è ancora l’amico Biancossi a invitarmi cortesemente a un evento che non vorrei perdere. In quel di Domodossola, sabato 23 ottobre, in prima assoluta alle ore 21 presso la Palestra del Collegio Mallerio Rosmini (via Rosmini 22, Domodossola) vengono infatti presentati dalla Banda Giovanile Anbima VCO diretta da Massimiliano Pidò e Michele Mangani, due brani del Torototela,”Sul pianoro del Cistella” e “Ricordo del Mottarone”.
Entrambi i brani sono stati armonizzati dal maestro Mangani cui viene affidata in questo caso la direzione del complesso musicale. Per gli amici dell’Ossola tra i quali immodestamente mi ci metto anch’io credo che sia un concerto pressoché imperdibile, un tuffo in un passato in cui trionfavano i grand tour turistici e da tutta Europa arrivavano viaggiatori alla scoperta delle Alpi lepontine.
Va precisato che fu Biancossi a prodigarsi nel 1983 nel recupero della piccola struttura fatta costruire dallo stesso Leoni in vetta al Cistella, la montagna che domina le valli Antigorio e Divedro e da cui lo sguardo spazia su tutta l’Ossola. Ed è Biancossi a tenere viva come può la memoria di Leoni al quale è dedicata una piazzetta a Crodo e una targa nella bella piazza del Mercato di Domodossola.
Il ricordo di Giovanni Leoni detto Torototela
“Il 24 luglio 2020“, spiega Biancossi, “ricorreva il centenario della morte di Giovanni Leoni meglio conosciuto con lo pseudonimo di Torototela, alpinista, poeta, musicista ed anche compositore. Un comitato istituito appositamente avrebbe voluto commemorare degnamente l’anniversario ma la pandemia tuttora in corso ha messo fine al nutrito programma di festeggiamenti, tra cui il dono alle bande che svolgono la loro attività nei Comuni legati al Torototela, di due brani composti per pianoforte da Leoni e armonizzati per banda dal maestro Michele Mangani. Siamo davvero onorati di essere parte di un importante progetto a ricordo di un insigne ossolano”.
È il caso di ricordare che il cavalier Leoni decise di costruire nel 1902 la capanna sul Cistella al semplice scopo di “ammirare il vago spettacolo del tramonto e del sorgere del sole”. Sono sue testuali parole, lui era fatto così.
Inoltre dedicò a questa sua iniziativa un valzer scritto di suo pugno e finemente illustrato nella copertina dello spartito che gli servì anche a raccogliere i fondi necessari per la titanica impresa di trascinare il materiale da costruzione della capanna fin verso i tremila metri di quota.
A proposito. Se ti capita caro Luca, recati a vedere la casa liberty del cavaliere a Mozzio. Appare oggi in stato di degrado, ma è ancora piena di cimeli. C’è anche una targa che gli è dedicata e io me la ricordo a malapena leggibile. E dentro c’è ancora il pianoforte del Torototela! Fu Camillo Boni, figlio di una cugina di Leoni a far pubblicare le sue “Rime ossolane” nel 1929 a Belluno. Una decisione importante, in mancanza della quale le rime avrebbero rischiato di finire nel dimenticatoio.
Anche Camillo, come il padrino Giovanni Leoni, fu un artista ispirato, un fine disegnatore che illustrò le “Rime ossolane”. Era amico, tra l’altro, del pittore De Pisis.
Lassù a Mozzio all’ombra del monte Cistella, come si sarà capito suo grande amore, Leoni si rivelò in realtà il più grande poeta dialettale che l’Ossola abbia mai avuto. Il nomignolo di Torototela che adottò per un eccesso di modestia, gli consentì di mettersi al livello dello strampalato cantastorie che con quel nomignolo all’epoca si aggirava nelle pubbliche piazze.
La vita avventurosa del cavalier Leoni
Per concludere, ebbe una vita intensa e avventurosa il cavalier Leoni. Prima di rimpatriare dal Paraguay e dedicarsi ai suoi valzerini alpestri e alle sue rime ossolane, a 24 anni con il fratello Costantino creò a Montevideo la “Leoni Hermanos”, una proficua attività commerciale. Avido di emozioni più che di denaro, comprò una nave con quindici uomini di equipaggio e navigò le gelide acque della Patagonia trasportando ogni genere di merce. Nel 1886 liquidò l’azienda e rientrò in Italia dove visse di rendita fino alla morte. Tuttavia non rimase con le mani in mano e trasferì il suo attivismo in un’infaticabile opera di valorizzazione di queste valli, soprattutto Antigorio e Divedro. Un’opera di cui sono testimonianza gli spartiti ritrovati e provvidenzialmente valorizzati e divulgati. Non vedo l’ora, ti assicuro caro Luca, di ascoltarli.
Roberto Serafin
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