Ricchissima la selezione di notizie che Serafin ci propone questa settimana. Due sono gli appuntamenti da segnare in agenda: il risveglio della primavera in Val Vigezzo 26 febbraio- 2 marzo) e la giornata della festa della donna presso la sede SEM a Milano. Sempre Milano è il luogo di un ricordo e una suggestione: trasporto urbano in seggiovia. Invece la quarta notizia è dedicata al mezzo di trasporto sostenibile per antonomasia: la bicicletta.
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Festa della donna con l’incantevole, ma sfortunata, Antonia Pozzi
Mancano pochi giorni alla Festa della donna. Martedì 8 marzo la bella sede della Società Escursionisti Milanesi in via Cenisio viene addobbata con le immancabili mimose. Nella sua veste di maestro di cerimonia, l’amico Gabriele Zerbi del consiglio direttivo organizza la presentazione del libro “L’Antonia: poesie, lettere e fotografie di Antonia Pozzi” a cura di Paolo Cognetti (Ponte alle Grazie, 2021).
Antonia lasciò questo mondo e le sue adorate montagne nel 1938 a 26 anni, stroncata da quel mal d’amore che talvolta non perdona gli spiriti più sensibili. “Impossibile non innamorarsi di Antonia”, ha scritto Zerbi sul giornalino “La Traccia” della SEM. “Soprattutto della sincerità e della profondità del suo animo; e anche del libro che racconta la vita della giovane poetessa, alpinista, fotografa.
Cognetti guida con maestria i lettori in un itinerario che alterna poesie e lettere, pagine di diario e fotografie attraverso le quali Antonia si racconta, senza mai trattenere amore, gioie e lacrime, e senza nascondere i contrasti con una realtà, un ambiente e avvenimenti che le rendevano “contorto il cuore”.
“Cognetti”, sottolinea Zerbi, “ è come un conduttore televisivo che fra testi e immagini, con commenti misurati e partecipi, accompagna alla conoscenza segreta della giovane donna. Alla fine del percorso di conoscenza si sviluppa nell’autore e nei lettori una profonda empatia con l’Antonia. Nasce, e di pagina in pagina aumenta, ci pervade, il desiderio di salvarla dalla sua triste fine”.
Antonia Pozzi rivela, nel libro di Cognetti, di pagina in pagina, la ricchezza della sua sensibilità, il suo amore per la natura e per le montagne: le Grigne, che vedeva dalla finestra della sua camera a Pasturo, e anche le Dolomiti del Brenta, le Pale di San Martino, il Cervino, il Monte Rosa. Rivela la passione per le escursioni alpine, le arrampicate, con guide e maestri d’alpinismo come Oliviero Gasperi, Joseph Pellissier, Emilio Comici. Poco da aggiungere, se non che il libro è davvero imperdibile e meglio ancora sarà se riuscirete a festeggiare l’8 marzo con Antonia alla SEM: l’ingresso è libero, ma occorre prenotarsi e munirsi di green pass.
In seggiovia al Parco Sempione, un’idea per la Milano olimpica
“La funivia conquista la città” titolava qualche anno fa un quotidiano. Nel servizio si faceva riferimento soprattutto alle città del Sudamerica. A La Paz in Bolivia nel 2014 la funivia è entrata nel sistema di trasporto urbano e oggi esistono linee di vari colori come da noi le metropolitane sotterranee. Si è appreso altresì che a Città del Messico sarà realizzato un impianto lungo sei chilometri con sette stazioni intermedie. In altre capitali, come a Lisbona, la cabinovia è un’attrazione turistica sulle sponde del Tago.
Quello che pochi ricordano è che a Milano nacque nel 1951 la prima seggiovia “urbana”. E ora mi viene il sospetto, non so se condividi caro Luca, che nella Milano olimpica del 2026 possa rivelarsi un affare redditizio e sostenibile il ridare vita a un impianto del genere. Mah, vedremo anzi vedrete.
Una nota personale. Avevo all’epoca 12 anni e al Parco Sempione ci arrivavo da via Bergognone dove abitavo, munito degli immancabili pattini a rotelle e con il cane al guinzaglio, un ringhioso barboncino bianco. Si era in pieno dopoguerra, e a noi ragazzini apparve come un prodigio quella gente appesa a un filo che sorvolava i pratoni fino a raggiungere il montarozzo dove oggi c’è una biblioteca comunale.
La stazione di partenza e arrivo era situata vicino all’ingresso del Parco (viale Shakespeare angolo via Gadio, attuale area cani), la stazione “motrice” era al citato montarozzo (Monte Tordo, per l’esattezza) con uno sviluppo di 600 metri per senso di marcia.
Il percorso comprendeva un rettilineo di circa 450 metri che seguiva grosso modo il viale Shakespeare puntando in direzione dell’Arco della Pace e costeggiava il retro del Palazzo dell’Arte, quindi piegava di 60° a Nord-Est in modo da attraversare ortogonalmente l’asse centrale del Parco. L’impianto venne realizzato in occasione della IX Triennale.
Il progetto dell’“avveniristica” stazione di arrivo e partenza era dall’architetto Renzo Zavanella, realizzazione dalla Società Generale Macchine Edili. Navigando in Internet ho ritrovato anche, nel sito olditaly.net, una vignetta ad hoc della Domenica del Corriere: a bordo della seggiovia biposto una prosperosa fanciulla ammira il panorama entusiasta per cotanta esperienza. All’epoca salire su una seggiovia era davvero un sogno.
Fiera del Cicloturismo e pedalate romantiche con Turbolento
Cari amici ciclisti, ecco una bella notizia. Per la prima volta apre i battenti a Milano la Fiera del Cicloturismo. Segnatevi le date: 12 e 13 marzo presso la Fabbrica del Vapore in via Procaccini. Avete letto e sentito bene: cicloturismo, non cicloescursionismo che di questi tempi è soprattutto affare del Cai. L’evento al quale siete tutti invitati (ingresso gratuito, registrazione on line) si rivolge agli appassionati di turismo interessati a viaggi in bici, ma anche a chi vorrebbe sperimentare per la prima volta questo modo di viaggiare, in famiglia, con amici o in solitaria.
“Il settore della bici vale 7.6 miliardi di euro ed è in costante crescita. Sono anni che viaggiamo in bici, all’inizio mancavano servizi e strutture ricettive, ma tutto sta cambiando” assicurano gli organizzatori. Protagonisti della fiera sono persone e paesaggi, non bici e prodotti. I visitatori possono trovare le migliori proposte turistiche per destinazioni come Spagna, Slovenia, Croazia e Turchia.
Se me lo consenti caro Luca, approfitto per segnalare agli amici pedalatori un’altra notizia “ciclistica” che m’incuriosisce. Nel giorno più lungo dell’anno, il 18 giugno solstizio d’estate l’organizzazione “Turbolento” organizza una pedalata da Cesenatico a Tirrenia, coast to coast, definita “la più romantica sfida ciclistica su lunga distanza”. Che cosa ci possa essere di romantico non saprei, ma da vecchio appassionato del pedale confermo che non è mai troppo tardi per trovare un equilibrio consapevole con la bicicletta. E di conseguenza, con la vita. Ovvero per essere un “ciclista”. O per diventarlo.
Campanacci in Val Vigezzo per risvegliare la primavera
Una bella notizia, caro Luca. Quello che ci vuole per concludere la nostra settimanale rassegna. In Val Vigezzo a pochi chilometri dal Lago Maggiore e dalla Svizzera, martedì 1° marzo – giorno dedicato a Sant’Albino – viene festeggiato dai più piccoli con il suono dei campanacci di mucche, capre e pecore. L’obiettivo è ridestare la primavera dal rigore invernale. Ammesso e non concesso che si possa parlare di rigore per l’inverno che ci lasciamo alle spalle.
Va segnalato che nel centro storico di Santa Maria Maggiore già nel weekend del 26 e 27 febbraio allestimenti floreali fanno da cornice all’esposizione di campane decorative. Campanacci storici di ogni tipo vengono invece messi a disposizione dagli allevatori della zona nella serra della Casa del Profumo.
Nella mattinata di mercoledì 2 marzo, infine, i bimbi con le teste decorate di fiori e foglie e dotati di campanelli, percorrono poi le vie del paese dando vita a un concerto rurale. Un tributo alle tradizioni popolari di un tempo, quando la natura e i suoi cicli erano parte integrante della vita quotidiana dei valligiani. Non è forse una bella notizia?
Alla prossima…
Roberto Serafin
Nella rassegna di questa settimana leggi anche:
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