Molti argomenti nella rassegna che questa settimana ci propone Serafin. La sindaca di Briga Alta che si oppone al pedaggio ai ciclisti sulla Via del Sale, la famiglia Bassino, la diga della Verzasca e infine ci parla della diffusione dell’escursionismo con le joelette.

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Pedaggio per i ciclisti. La sindaca bike friendly si oppone

Ciclista via del sale copia No pedaggi ai ciclisti - I Bassino - La diga svuotata - Escursioni con joelette

Sulla Via del Sale, la spettacolare strada bianca ex-militare che collega le Alpi Piemontesi e Francesi al Mare Ligure, i ciclisti devono convivere con i mezzi motorizzati cinque giorni su sette. Soltanto il martedì e il giovedì infatti l’itinerario è chiuso al traffico motorizzato. Con questa indisponente premessa per chi pedala anche tu comprenderai, caro Luca, che non poteva essere accolta con favore la recente proposta di imporre anche ai ciclisti che percorrono la Via del Sale un pedaggio, sia pure di un solo euro. 

Di questo balzello non vuole nemmeno sentir parlare il Comune di Briga Alta, 40 abitanti, il comune meno popoloso d’Italia dopo Morterone. “Ci tenevamo a informare”, fa sapere la sindaca Federica Lanteri, “che Briga Alta si è fermamente opposta al pedaggio ai ciclisti e che continuerà a farlo. Il nostro impegno è per un territorio bike-friendly”. 

Di un pedaggio per le bici, in realtà, si discute da tempo. Limone per parte italiana e Tenda e La Brigue per quella francese, sono orientati per il sì. La misura però non è stata ancora stata introdotta. “È per ora un’ipotesi”, chiarisce il sindaco di Limone Massimo Riberi. “E’ una cifra simbolica che verrebbe utile per monitorare quante biciclette transitano effettivamente tra Monesi e Limone. Il numero delle presenze è fondamentale per accedere ai finanziamenti europei”. 

La discussione è aperta e i sindaci interessati annunciano una riunione in proposito. È vero che nel mondo il turista paga ovunque per avere un servizio. “Ma la natura non si paga, tanto meno la deve pagare chi la conquista con le proprie gambe e senza inquinare”, ribadisce la sindaca Lanteri in un’intervista. E a lei non può che andare tutta la nostra solidarietà.

Pane e montagna per i “Bassino Brothers”

Questa storia dei Bassino Brothers vorrei proprio raccontarla agli amici “fatti di montagna” che ci leggono o ci ascoltano. A tirarla fuori è stato in questo mese di febbraio il trimestrale “Alpidoc” delle Alpi del Sole, associazione che comprende 16 sezioni del Cai. Si riferisce alla campionessa Marta Bassino impegnata sulle nevi olimpiche di Pechino nello slalom del 9 febbraio (ore 3.15 e 6.45), nel SuperG l’11 febbraio (ore 4), nella Combinata il 17 febbraio (ore 3.30 e 7) e, infine, nel Parallelo a squadre il 19 febbraio (ore 4). 

Una ragazza esemplare lo è Marta quanto lo sono i suoi fratelli Matteo e Marco. “Grazie alla passione paterna”, si legge nel servizio di Nanni Villani nelle pagine di Alpidoc, “i Bassino sono cresciuti a pane e montagna, calpestando fin da piccolissimi non solo la neve di Entracque e dintorni, ma anche i sentieri dell’alta Valle Gesso. Dove da sempre hanno la casa del cuore…”. 

Matteo, Marta e Marco (i nomi iniziano tutti con la medesima consonante) si raccontano a Nanni Villani tra bilanci sul presente e progetti per il futuro. Nei Bassino Brothers, annota il bravo Villani, è maturata la convinzione che la montagna è un mondo in cui si possono realizzare le proprie aspirazioni e, cosa ancora più importante, è un grande spazio di libertà.  

Oggi i tre fratelli vivono di montagna, impegnati in altrettanti settori che dell’economia delle terre alte sono i pilastri: sport, allevamento, turismo. Marta è stata insignita come atleta dell’anno dalla Federazione Italiana Sport Invernali. Matteo, anche se di mestiere fa il pastore, ha le stellette di maestro e allenatore. Fa eccezione in parte l’ultimogenito Marco che, poco amante delle competizioni, allo sci agonistico ha sempre preferito le gite di scialpinismo.

Il rifugio Questa nelle Marittime è un capitolo recente della saga familiare. A gestirlo è Marco ma con lui ci sono tutti i Bassino a dare manforte. Il risultato? “Tre fratelli molto uniti tra loro, e con un forte senso della famiglia. Per un genitore, una soddisfazione più”, è la conclusione di Nanni Villani. 

La diga dell’agente 007 dà spettacolo

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Come si presenta oggi la diga (foto Keystone/Alessandro Crinari via Swiss Info) .

Il bacino artificiale della Verzasca nel Canton Ticino completamente svuotato offre una visione tremenda e incantevole al tempo stesso. I suoi quasi cento milioni di metri cubi d’acqua sono stati fatti fuoriuscire e stanno per iniziare o forse sono già iniziati i lavori di manutenzione straordinaria. È un evento questo che attira numerosi turisti. Dal bacino artificiale riemerge la vecchia strada della valle. Rimane qualche pianta fossilizzata, dei pezzetti della strada vecchia, un paio di ponti ancora intatti. Un paesaggio lunare. Quella della Verzasca è una delle dighe più alte del mondo. Non sapevo che dalla sommità si fosse lanciato l’agente segreto 007 nel film ”Golden Eye”. Una volta terminati i lavori ci vorranno circa tre mesi per riempire nuovamente il bacino. Dipenderà dallo scioglimento delle nevi e dalle precipitazioni primaverili. Ma tranquilli, tutto tornerà come prima. O perlomeno questo assicurano gli svizzeri.

I progressi dell’escursionismo “adattato”

Joelette a Cancano No pedaggi ai ciclisti - I Bassino - La diga svuotata - Escursioni con joelette

Lorenzo Dotti, milanese sempre in prima linea alla Società Escursionisti Milanesi nell’organizzare iniziative di contenuto sociale e assistenziale, assicura che sta crescendo l’interesse per il cosiddetto escursionismo “adattato”. Il termine per chi non lo sapesse si riferisce all’esigenza di adattare le gite ai requisiti degli appassionati con disabilità motoria. A segnare una svolta importante fu il 12 settembre a Parma la manifestazione del CAI “A ruota libera”. Altre escursioni “adattate” si sono svolte un po’ dovunque con le carrozzine joëlette condotte da volontari e anche con speciali joëlette elettriche. Anche in questo campo infatti la tecnologia ha compiuto passi avanti. Dotti racconta che cinque di queste sono state messe a disposizione dal Parco Nazionale dello Stelvio per una passeggiata in compagnia, voluta dal CAI Valdidentro e organizzata in collaborazione con CAI Valfurva e l’associazione “Dappertutto OdV. Sempre dall’amico Lorenzo apprendo che il Parco si è recentemente dotato di 10 joëlette (2 tradizionali, 6 servoassistite e 2 per bambini), 2 e-handbike e 1 mountain trike

Non chiedetemi, per piacere, ulteriori dettagli tecnici che al momento mi sfuggono.

So solo che, grazie all’entusiasmo dei vari conduttori che si alternano alla guida delle joëlette e all’aiuto del motore elettrico, i tragitti vengono percorsi senza difficoltà tecnica né fatica. E anche con doverose soste per ammirare il panorama e scattare foto-ricordo. Nel frattempo si sta organizzando la seconda edizione nazionale di “A ruota libera” che il 10 e 11 settembre 2022 si svolgerà in Val d’Ossola. Capofila sarà la sezione CAI di Domodossola, con la collaborazione delle altre 16 sezioni della EstMonteRosa. Non resta che augurare buone passeggiate.

Roberto Serafin

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10 Febbraio 2022
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