Il progetto vincitore di ReStartApp 2020 si propone di rendere, nell’Appennino abruzzese, il territorio accessibile a tutti. L’ideatore ci spiega come l’accesibilità turistica non solo è una forma etica, ma anche strumento di sviluppo economico.
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ReStartApp
Nuovi percorsi disponibili e accessibili a tutti, anziani, famiglie, disabili. Da scegliere secondo le proprie capacità. Questo in estrema sintesi l’impegno espresso da un progetto comune di accessibilità territoriale dell’Appennino abruzzese. “Appennini for all” lo ha battezzato l’ideatore, il trentanovenne Mirko Cipollone, recente vincitore dell’edizione 2020 di ReStartApp, laureato in Analisi e gestione delle attività turistiche e delle risorse.
Quest’anno il riconoscimento era riservato a giovani imprese del territorio appenninico italiano. Un riconoscimento importante, che si accompagna alla voglia di ripartire con iniziative originali come impone il regolamento del premio promosso da Fondazione Edoardo Garrone con Fondazione Aristide Merloni. Il secondo premio è andato a Benedetta Morucci (33 anni, proveniente da Scorzè, VE), che con il progetto Lamantera – dal nome della cappa tradizionale utilizzata dai pastori abruzzesi per proteggersi dal freddo – si propone di valorizzare le lane dell’Appennino abruzzese. È abruzzese anche il terzo classificato: Pierfrancesco Di Giuseppe (31 anni, da Teramo), che si è aggiudicato il premio per il progetto Regrowth, per il monitoraggio e il controllo dello stato di salute degli animali, della qualità del suolo e dell’ambiente, in un’ottica di agricoltura sostenibile e rigenerativa.

Appennini for all: turismo ambientale per disabili, anzi per tutti
“L’idea di ‘Appennini for all”, spiega a Fatti di Montagna il vincitore Mirko Cipollone, esperto nell’ambito di turismo, ambiente, progettazione e sviluppo territoriale, “nasce da un’acclarata carenza di informazioni e possibilità di turismo ambientale per disabili. Prevede da un lato l’avviamento di un tour operator che funge da connettore tra domanda e offerta di turismo ambientale accessibile. Dall’altro lato prevede invece la creazione di una rete pubblico/privata che lavori su un progetto comune di accessibilità territoriale”.
“Appennini for all” si focalizza dunque sul turismo ambientale per disabili, “voce” importante di un turismo sostenibile e trova la sua collocazione nell’Appennino centrale, in particolar modo in Abruzzo, regione ricca di natura e con una posizione geografica invidiabile perché raggiungibile in poco tempo da molti grandi centri urbani e da differenti regioni.
“Lo scopo”, conferma Mirko, “è di far incontrare domanda e offerta di turismo ambientale accessibile, una domanda sempre più in crescita e un’offerta che, a oggi, erogata da piccole realtà, stenta ad emergere in un mercato turistico ad alta competizione. Si sono volute inserire tra i target anche le famiglie perché offrire una vacanza a un disabile significa regalarla anche a chi lo accompagna. Rilassarsi, vedere gioia e soddisfazione nel disabile, potersi confrontare con altre famiglie che condividono stessi percorsi di vita non può che giovare anche a tutti i familiari”.

Pacchetti turistici e accessibilità
Quale l’aspetto imprenditoriale più interessante del progetto? “Il core business di ‘Appennini for all’”, è la risposta di Mirko, “sono pacchetti turistici costruiti in relazione ai servizi che il territorio mette a disposizione. Tra i prodotti, che si trovano all’interno dei pacchetti e sono acquistabili anche separatamente, figurano pernottamenti, esperienze (sport e escursioni), servizio guide turistiche e noleggio/esperienze joelette e l’utilizzo dello Swiss-Trac.

Nello specifico, la joelette è una sorta di carrozzina da montagna, con una sola ruota, che permette alle persone con disabilità, o mobilità ridotta, di essere trasportate da almeno due accompagnatori/conduttori lungo sentieri montani per fare escursioni, gite o trekking; raggiungendo così luoghi inaccessibili con la sedia a rotelle. Lo Swiss-Trac, invece, rappresenta la vera innovazione. Dispone di un piccolo motore elettrico che consente a una carrozzina manuale di effettuare autonomamente salite e percorsi sterrati.
Rendere il territorio accessibile
“È ora necessario”, conclude Mirko, “creare una rete pubblico-privata con l’obiettivo di rendere il territorio accessibile eliminando le barriere fisiche e mentali. Perché un territorio accessibile non discrimina, ma accoglie anche anziani, bambini, genitori con passeggini e/o persone con disabilità temporanee. Desidero aggiungere che un territorio accessibile può diventare attrattivo e creare un indotto economico importante. Ci sono in effetti borghi montani che con una serie di accorgimenti poco dispendiosi potrebbero essere luoghi di forte accessibilità e dunque molto attrattivi”.
Mirko è più che mai convinto, forte anche del premio ricevuto, che la sua start up sia sulla strada giusta. “Lavorare sull’accessibilità”, sostiene, “non è solo una forma etica, è anche uno strumento di sviluppo economico”. (Serafin)
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