Al di là delle promesse che erano state fatte in fase di presentazioni si rivelano sempre più fondati i timori che le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 non saranno per nulla sostenibili. Gli ambientalisti chiedono un cambio di mentalità, un’inversione di tendenza negli investimenti. Siamo ancora in tempo? Cosa si può ancora fare?

Ascolta la notizia nella rassegna settimanale

Cinque cerchi? Serve cambio di mentalità per renderli “verdi”

Niente da fare. Le 24° Olimpiadi invernali in Cina concluse domenica 20 febbraio sono considerate i giochi “ecologicamente più insostenibili” di tutti i tempi. Ora è arrivato il momento di pensare seriamente (e criticamente, all’occorrenza) ai Giochi Milano-Cortina del 2026. Se ne è presa cura il 18 febbraio a Bolzano una scelta pattuglia di ambientalisti con un fermo proposito: l’Alto Adige ha la possibilità di rendere le Olimpiadi 2026 meno impattanti e spendaccione rispetto a Pechino. 

Questo richiede, a giudizio delle associazioni ambientaliste un’inversione di tendenza nella politica e l’investimento dei fondi olimpici esclusivamente in progetti sostenibili. Non è mai troppo tardi per farlo. 

Premesso che i giochi olimpici non lasciano l’ambiente indenne: migliaia di tonnellate di cemento vengono gettate ogni volta per la realizzazione di nuove infrastrutture, migliaia di persone e enormi quantità di attrezzature devono essere trasportate e rifornite. Ma i partecipanti alla riunione di Bolzano sono convinti che se i problemi principali dati dalla costruzione delle infrastrutture e dal traffico individuale motorizzato vengono affrontati per tempo e in modo organico, gli effetti negativi dei giochi olimpici sull’ambiente e sulla qualità della vita dei residenti possono essere ridotti al minimo. 

Solo un netto cambio di mentalità, ribadiscono i rappresentanti di Heimatpflegeverband Südtirol, Federazione Protezionisti Sudtirolesi, Mountain Wilderness, Piattaforma Pro Pusteria, Lia per Natura y Usanzes, Peraltrestrade Dolomiti, Italia Nostra, WWF Italia, Mava Seggo, Protect our Winters Italy, permetterebbe che quanto realizzato in occasione delle Olimpiadi sia fruibile anche in futuro dalle popolazioni locali, senza costituire una cicatrice per il territorio. E il Piemonte che ospitò i Giochi invernali nel 2006 ne sa qualcosa. 

Logo Olimpiadi invernale Milano-Cortina 2026

Le 4 peggiori criticità delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026

Sulle criticità che incombono si è soffermato a Bolzano Luigi Casanova, voce storica dell’ambientalismo nelle Dolomiti. Provo a elencarle desumendole dalla sua relazione:

  1. Le Olimpiadi definite nel dossier di candidatura a “costo zero”, dopo un primo finanziamento del governo di 970 mila euro, hanno ottenuto con la finanziaria 2021 altri fondi per arrivare a 1 miliardo 340 mila euro. Altri 85 milioni sono stati stanziati dal governo per finanziare la pista di bob – slittino – skeleton di Cortina;
  2. Le Olimpiadi sono state definite nel dossier di candidatura “green e sostenibili”. Fosse vero non si comprende il motivo del superamento della prevista e obbligatoria VAS (Valutazione ambientale strategica) grazie al commissariamento di ogni opera. Non aver effettuato la VAS significa impedire ad associazioni e cittadini non solo la reale valutazione della sostenibilità delle opere, ma anche ogni passaggio partecipativo e informativo;
  3. Il dossier di candidatura prevedeva tempi stabiliti per progettazione di massima, osservazioni, progettazione esecutiva, appalti e collaudi (entro dicembre 2024). Ad oggi non risultano depositati progetti in alcun ambito territoriale. I ritardi sono preoccupanti e forse irrecuperabili.
  4. Le Dolomiti intere”, spiega infine l’amico Casanova, “ sembrano destinate e venire sconvolte dai Giochi nel loro insieme paesaggistico, valoriale e naturalistico dalla costruzione di tre collegamenti sciistici definiti ‘mobilità alternativa’ per il solo scopo di poter attingere a contributi pubblici dell’ordine dell’80% del costo delle opere in spregio alle direttive comunitarie sulla libera concorrenza: Cortina – Badia, Cortina – Arabba e Cortina – Civetta. Allo scopo la Regione Veneto ha già stanziato 64 milioni di euro. Anche di questi collegamenti non si conoscono i progetti. Si tratta di un vero e proprio assalto agli ultimi spazi liberi delle Dolomiti”.

Sono senza parole, non so te caro Luca. Basterà il cambio di mentalità auspicato dagli ambientalisti nella loro riunione del 18 febbraio a Bolzano a trovare una ragionevole soluzione?

Roberto Serafin

Leggi le altre notizie della selezione settimanale:

Festa della donna con l’Antonia – Seggiovia a Milano – Cicloturismo – Risveglio di primavera
24 Febbraio 2022
Condividi
RUBRICA A CURA DI:
MountCity

MountCity è un progetto fondato nel 2013 a Milano che si poggia sulla passione e competenza di uno staff di cittadini appassionati di montagna, all’occorrenza con il sostegno di associazioni di volontariato. La piattaforma, grazie alla competenza e professionalità di Roberto Serafin che l’ha curata per 10 anni, è stata punto di riferimento sull’attualità della montagna e dell’outdoor con migliaia di articoli pubblicati. Ora lo spirito di MountCity vive ancora dentro questa rubrica.

Scheda partner