Curiosa procedura per scegliere il logo di Milano Cortina 2026: sarà una votazione on-line a decidere tra il logo “Futura” e il logo “Dado”. Peccato che nessuno dei due abbia riscosso grande entusiasmo. E la montagna? Non presente nei loghi perché i tecnici spiegano che è “uno stereotipo da evitare”. Chissà perché allora si insiste a fare certi ormai troppo grandi eventi in montagna, dove non c’è un territorio idoneo ad accoglierli in modo sostenibile…
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Due proposte per il logo dei Giochi Olimpici Invernali 2026
Si sono messi di buzzo buono “creativi” di mezza Europa, ma è stata ugualmente dura decidere quale sarà il logo dei Giochi olimpici invernali Milano Cortina 2026. Un parto sofferto. Ha stupito prima di tutto che la scelta fra due proposte sia stata affidata al popolo del web, fatto abbastanza normale in tempi di piattaforme Rousseau usate per puntellare le scelte dei politici. Molti esperti del ramo non l’hanno però digerita. In effetti nessun medico, questo è poco ma sicuro, si affiderebbe alla rete per avere un consulto su una radiografia.
Ma le vie del marketing sono imprevedibili. Alle divine Federica Pellegrini e Deborah Compagnoni e al mai dimenticato fuoriclasse Alberto Tomba, tutti e tre nominati “ambassador” dei Giochi, è stato affidato il compito di lanciare il referendum per la scelta del marchio. A ospitarli in pompa magna sono stati il Festival di Sanremo per la coppia Pellegrini – Tomba, e una puntata di “Che tempo che fa” per una Deborah corteggiata da Fazio soggiogato dal suo fascino da top model.
Subito è però corsa voce che le proposte sono state accolte in modo piuttosto freddo.
Futura e Dado: due loghi che non piacciono
Peggio ancora. I due marchi denominati “Futura” e “Dado” secondo un’inchiesta del sito milanotoday.it non sono affatto piaciuti ai professionisti del settore. Il più cortese degli interpellati ha osservato che si poteva fare un lavoro più approfondito. Ma si è anche convenuto che purtroppo entrambe le proposte danno un’immagine brutta dell’Italia del design. Nessuno fra i tecnici ha poi compreso che cosa volesse dire quel parallelepipedo girevole, figurarsi cosa ne possono capire i non esperti. Un vero enigma.
Sintetizzando, tutte e due le proposte giocano sul numero “26”. C’erano da aspettarsi proposte più eterogenee tra di loro. E soprattutto più comprensibili dai comuni mortali. Il marchio meno brutto è sembrato “Futura”, quello in grigio, che è moderatamente piaciuto anche alla Compagnoni impossibilitata a sbilanciarsi in diretta per non influenzare le votazioni in corso.
Sul sito della Fondazione Milano Cortina 2026 la votazione ufficiale è andata però per le lunghe. Era previsto che si votasse fino a domenica 21 marzo ma martedì 23 le urne virtuali erano ancora aperte sullo sfondo del tricolore con un invito imperioso: “Entra nel mondo di Milano Cortina 2026. Diventa protagonista di una grande avventura di sport e di emozioni”.
Cosa rappresentano le proposte per il logo di Milano Cortina 2026?
Va ancora segnalato che entrambi i loghi, due grafie su fondo bianco, sono stati sviluppati da una società appartenente a una multinazionale inglese. Il logo chiamato “Futura” pare che si rifaccia alla sostenibilità dell’evento. Di quale sostenibilità si parli non è però chiaro, dal momento che sono state cementificate le Tofane per meglio sistemare le piste come fanno notare gli ambientalisti di Mountain Wilderness. Qui il 26 è appena percettibile, come un’impronta lasciata sulla neve. Rappresenta la volontà di queste Olimpiadi di non lasciare tracce. Lo impone l’eccezionalità del momento che il pianeta sta vivendo. E che magari di Giochi olimpici una volta tanto potrebbe vantaggiosamente fare a meno.
L’altro logo, definito “Dado”, è un parallelepipedo rotante le cui tre facce in evidenza sono riempite con un fiocco di neve stilizzato e il 26 colorato di verde e rosso, come la bandiera italiana. Dalla grafica dovrebbero emergere i valori dello sport. Bravo chi lo capisce. Elementi grafici ineludibili risultano per ora soltanto il fiocco di neve e i colori della bandiera italiana. E questo lo capisce anche un bambino.
La montagna è uno stereotipo da evitare (!)
Abolita infine ogni traccia di montagna. Se ne è dovuta fare una ragione Cortina che nel logo dei Giochi ospitati nel 1956 aveva fatto svettare il suo adorato Pomagagnon con annessa punta Fiames. E si rassegnino anche i milanesi. E’ sparita l’immagine stilizzata del Duomo utilizzata in un logo provvisorio. Ma si sa, il Duomo con la sua “madunina” ha un difetto: è un simbolo della cristianità mentre il messaggio dell’Olimpiade è universale e tutti affratella.
E poi, per carità, la montagna è ormai uno stereotipo da evitare quando si vuole creare qualcosa di innovativo. Questo hanno spiegato i tecnici. La dimostrazione si ottiene digitando le parole “logo montagne” su un motore di ricerca. In 0,48 secondi vengono fuori 30 milioni di risultati che superano il miliardo se si ripete la caccia in inglese. Che cos’altro ci si può inventare in tema di montagne? (Serafin)
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