70enni e 80enni sugli 8000 e in funivia al Kilimanjaro

Nella rassegna di questa settimana Serafin ci racconta, tra le altre notizie, di Batard e Soria che a 70 e 82 anni continuano a progettare imprese sugli 8000 e del progetto della funivia che porterebbe i turisti comodamente sul Kilimanjaro.

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Grandi vecchi. Batard e Soria non demordono

Centocinquantadue anni in due, impossibile non definirli grandi vecchi dell’alpinismo himalayano. All’età in cui perfino l’ultrasettantenne Reinhold Messner tira i remi in barca, non demorde lo spagnolo Carlos Soria, 82 anni, deciso a conquistare il 13° ottomila con una protesi al ginocchio. Impresa che l’estate scorsa è risultata superiore alle sue forze. Né ha intenzione di tirare i remi in barca il francese Marc Batard, 70 anni, un tempo definito lo sprinter dell’Everest, che in autunno ha fatto una scoperta direi sensazionale: il tetto del mondo può essere vantaggiosamente scalato per una variante anziché per la via normale nepalese evitando così la roulette russa dell’Ice Fall Khumbu. Entrambi, Carlos e Marc, annunciano nuovi tentativi in primavera senza ossigeno. Se ci riescono, come tutti noi ci auguriamo, metteremo in frigo una bottiglia di bollicine per festeggiarli, vero Luca?  Per l’occasione Marc Batard sarà accompagnato dal figlio Alan e da Pasang Nuru Sherpa (13 volte in cima all’Everest!). Se ce la fa, diventerebbe l’alpinista più anziano a raggiungere il Tetto del Mondo senza ossigeno supplementare. Ma si, provaci ancora Marc, in fondo hai ancora una vita davanti.

In funivia, così si conquista il Kilimanjaro

Ci sono quattro vie, dette route, per salire ai 5.895 metri della vetta del Kilimanjaro, un’avventura che mi resterà impressa per tutta la vita anche se non sono riuscito ad arrivare in cima. O forse proprio per questo. Ti confesso caro Luca che quella sconfitta ancora mi pesa. Presto però ci sarà una quinta via. Si potrà infatti salire in funivia lungo la Machame Route, la più suggestiva e panoramica, con tratti piuttosto ripidi che necessitano di un buon acclimatamento e campeggi in tenda. La si percorre a piedi in sei o sette giorni. 

Il percorso della funivia inizierà, a quanto si apprende, vicino al punto di ingresso del sentiero Machame. Durata della corsa: circa 20 minuti solo andata. Il percorso dovrebbe iniziare secondo l’autorità dei Parchi Nazionali della Tanzania, a quasi duemila metri, dove i trekker d’abitudine affidano gli effetti personali, dopo averli pesati, ai portatori. 

I lavori per la costruzione della funivia dovrebbero iniziare nel dicembre 2022. Però posso assicurare che la cima ancora volentieri la tenterei con le mie sole forze. Salirei per precauzione piano piano o meglio pole pole come si dice da quelle parti. E chissà, potrebbe essere la volta buona anche per un alpinista all’acqua di rose come il sottoscritto.

Il gioco di Capodanno

Quale sarà lo scenario che ci aspetta, anzi che aspetta i miei cari nipoti, al Capodanno del 2052? Non vi sarà sfuggito che la ricorrenza del 2052 viene da me immaginata incrociando diversi punti di vista e attingendo a varie fonti. Predire il futuro significa in effetti progettare e sono invitati a inserirsi nel progetto i lettori “fatti di montagna” dotati d’immaginazione. Ai quali si richiede di fornire scritti e immagini relative all’ipotetico scenario alpino fra trent’anni. Con l’augurio che i giovani d’oggi e i loro eredi possano viverlo nel modo più sostenibile. In Fatti di Montagna i particolari dell’iniziativa. 

Roberto Serafin

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