Ho fatto una piacevole chiacchierata con Flavio Appendino (33 anni) e Chiara Patuasso (25 anni) che hanno aperto il panificio a Ostana in Valle Po dopo esserne diventati residenti avendo deciso di vivere in montagna. Una scelta precisa e coraggiosa.

Qui puoi ascoltare la chiacchierata in cui Flavio e Chiara ci parlano della loro scelta

Prima di Quel Po di Pan

“Era una notte buia e tempestosa…” avrebbe scritto Snoopy, ma quella sera di fine agosto ad Ostana lo era veramente. Con Flavio e Chiara ci eravamo dati appuntamento con l’idea di stare all’esterno (visto che fino a quel momento era stata un’estate calda e asciutta!), ma abbiamo invece dovuto rifugiarci nell’accogliente Galaberna.

Chiara e Flavio sono originari di Carmagnola, comune di pianura poco a sud di Torino. Dopo una vacanza a Crissolo nel 2017 in cui conoscono la Valle Po, decidono di dare una svolta alla loro vita: da li a poco diventeranno residenti di Ostana, si inseriranno nella comunità del paese ed ecco che il 7 aprile 2019 inaugurano il nuovo panificio di Ostana, ai piedi del Monviso: Quel Po di Pan. Un forno a Ostana mancava da più di quarant’anni.

Detto così sembra facile, ma ascoltando il loro racconto vi renderete conto che la realizzazione di questo sogno è frutto di una forte volontà e coraggio. Hanno scelto Ostana perché hanno trovato un’amministrazione e una comunità capaci di puntare e di investire sui giovani. (Ne avevo già parlato raccontando del Bosco Incantato)

Chiara di Quel Po di Pan, panificio a Ostana
Chiara in negozio

Perché vivere in montagna e aprire un panificio a Ostana?

Flavio è stato disponibilissimo e gentilissimo a dedicarmi del tempo nonostante in agosto uscisse dal laboratorio solo per dormire una manciata di ore prima di rientravi a notte ancora fonda. Lui un lavoro da dipendente come panificatore in città lo aveva già. Aveva però chiaro che se doveva rischiare lo avrebbe fatto in un luogo dove valeva la pena: di indebitarsi per stare in città non gli è neanche venuto in mente. Inoltre, ha sottolineato, nel conto va considerato che in montagna il costo della vita è decisamente inferiore. E così, trovata l’opportunità, Flavio e Chiara non hanno indugiato oltre, sebbene facendo tutto gradino per gradino.

Spesso si dice che entrare nella comunità di un paese di montagna, arrivando dall’esterno e aprendo una propria attività, non sia facile. Ed è senz’altro vero (chi lo ha visto pensi a “Il vento fa il suo giro“), ma in questo caso se da una parte Chiara e Flavio hanno trovato persone accoglienti, dall’altra loro sono stati bravi ad aprirsi per primi alla comunità. Nell’anno e mezzo in cui hanno abitato a Ostana prima dell’apertura della panetteria si sono resi disponibili a collaborare in tante situazioni dando modo così di farsi conoscere. Questo ci tengono molto a dirlo perché per loro è stato molto importante.

Sicuramente dalle terre basse ci sarà stato chi ha capito poco la loro scelta. Perché andare a vivere in montagna in un comune di 89 residenti? In città ci sono le opportunità! Chiara a queste affermazioni risponde tranquillamente che “dipende cosa cerchi. Io a casa mia sto bene” e poi, rincarano entrambi, “vivere in montagna non significa vivere fuori dal mondo!

Flavio di Quel Po di Pan, panificio a Ostana
Flavio intento a preparare i mitici grissini

Pane e golosità a Ostana

Così il sogno è diventato progetto e il progetto realtà: a Ostana percorrendo la strada che va verso il municipio, sulla destra un cartello vi indica la presenza del panificio, ma in realtà basterebbe seguire il profumo di pane. Scendendo qualche gradino e varcata la porta Chiara vi accoglierà con un grande sorriso e Flavio vi saluterà da dietro il vetro del laboratorio dove è sempre indaffarato ad impastare e infornare.

Quel Po di Pan, panificio a Ostana
Logo di Quel Po di Pan con il Monviso

Inebriati dalle fragranze provenienti dal forno, trattenetevi se vi riesce dall’assaggiare le varie tipologie di pane, pizze, focacce, grissini (fatti a mano uno ad uno!), torte e una gran varietà di biscotti. Difficile, ve lo assicuro. Oltre all’utilizzo di solo lievito naturale, di ingredienti il più possibile locali è da segnalare come una bella iniziativa quella di aver introdotto lo sfuso per i biscotti: se dovete fare un regalo li trovate pronti ben confezionati da Chiara, ma altrimenti potete usare un vostro contenitore o sacchetto per portarvi a casa un carico di dolcezza.

Un ultima cosa. A me, che apprezzo i giochi di parole, il nome “Quel Po di Pan” piace molto. Il vero senso ve lo lascio spiegare direttamente dalle loro parole ascoltando la chiacchierata.

28 Settembre 2020
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RUBRICA A CURA DI:
Luca Serenthà

Sono colui che tiene le fila di quest’intreccio di idee, contenuti e competenze che è Fatti di Montagna. In un certo senso, essendone l’ideatore potrei anche definirmi come primo (cronologicamente parlando) partner. Ci tengo che si capisca che Fatti di Montagna non è il mio blog, ma uno strumento che serve per raccontare la montagna.

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