Ecocompatibile, sostenibile, rapporto con la natura, turismo emozionale…. parole con cui si gioca spiccicandole ad ogni progetto. Ed ogni progetto finisce sempre per aggiungere strutture, costruire, creare pacchetti preconfezionati. Non viene in mente che forse c’è bisogno di togliere? di dare il giusto valore a quello che c’è? di rassegnarsi che un rapporto vero con la natura non può essere sempre mediato e prevedibile? Roberto Serafin ci racconta cosa sta avvenendo in Veneto a proposito di “Stanze panoramiche” o “Skylodge

Ascolta la puntata del podcast con i fatti e misfatti della settimana

Deroga al divieto di costruire per un “turismo emozionale”

Intercettare la crescente domanda di “turismo emozionale”. È questa la nuova parola d’ordine del governatore del Veneto. Non è difficile scoprire, non lo è stato per me, a che cosa si riferisca Luca Zaia quando strizza l’occhio a quello specifico segmento del turismo che consente di vivere (sic) “emozioni intense e durature”. Facile anche accertare con quali mezzi il governatore inviti i turisti a cercare “un più genuino rapporto con la natura”. 

Per capirlo è infatti sufficiente scorrere il comunicato n. 2169 del 26 ottobre 2022 con cui la Regione Veneto intende promuovere un “turismo ecocompatibile” con la possibilità di realizzare delle strutture in alta montagna battezzate “stanze panoramiche”. Va precisato che tali strutture definite anche skylodge in alcune aree del mondo vocate al turismo d’élite potrebbero ripopolare (si fa per dire) le alte quote nella catena alpina. Solo che ciò avverrebbe in deroga all’attuale divieto di costruire sopra i 1.600 metri di altitudine

E vabbè, direte che con le deroghe ormai ci abbiamo fatto il callo. Deroga più deroga meno, si apre infatti la possibilità di edificare/collocare delle volumetrie in aree che in massima parte, per la loro delicatezza ed unicità sono state sottoposte a tutela. C’è a mio avviso da restare allibiti anche se ormai il marketing ci ha abituati a termini come “turismo emozionale”. E anche se si gioca con il senso da dare a parole come “innovazione”, “sviluppo”, “imprenditorialità in ambito montano”, “turismo ecocompatibile”.

camere con vista mozzafiato 3Austria Skylodge: per un "genuino rapporto con la natura" si devono costruire strutture in alta montagna?
Stanza con vista in Austria

Stanze panoramiche: una proposta di legge regionale inopportuna

Non mancano le proteste. E per fortuna, aggiungo. Leggo infatti in un comunicato diffuso sul web da Italia Nostra, CAI Veneto, WWF Veneto, Mountain Wilderness Veneto che appare quanto mai inopportuna la proposta, approvata dalla Giunta regionale del Veneto e concretizzata nel progetto di legge n. 164 “Modifiche alla legge regionale 14 giugno 2013, numero 11 “Sviluppo e sostenibilità del turismo veneto”. 

Ad approvarla è stata la II Commissione (Ambiente e Infrastrutture) in data 23 febbraio 2023 con un solo voto contrario. È previsto poi il passaggio in VI Commissione (Cultura e Turismo) per andare in seguito all’esame del Consiglio regionale.

In nome dell’ecosostenibilità non ci sarà da stupirsi per l’apparizione tra i boschi, mentre passeggiamo, di queste anomale strutture definite “stanze panoramiche. 

Ma che cosa si intende per “stanze panoramiche”? L’assessorato al Turismo della Regione Veneto fa presente che si tratta (sic) di “strutture di vetro e legno o altro materiale, anche innovativo, ecosostenibile o comunque di basso impatto, collocate stabilmente sul suolo, caratterizzate da un elevato rapporto tra superficie finestrata e quella del pavimento, con particolare attenzione all’ambiente e al paesaggio circostante”.

Stanze panoramiche, dove sono chiamate “Stanze dell’anima”

Per capire meglio la destinazione di questi monolocali aggrappati alle rocce occorrerebbe però, a mio avviso, trasferirsi in Piemonte. Leggo sul quotidiano La Stampa che laggiù le “stanze panoramiche” sono ribattezzate “Rifugi dell’anima”. La promessa di pace e benessere viene però riservata alle coppie che vi soggiornano pagando profumatamente.

Il primo di questi rifugi è stato inaugurato a Usseglio in provincia di Torino. Dalla stessa fonte apprendo che si tratta di una minuscola unità abitativa realizzata in legno.“Tre vetrate”, si legge, “permettono di ammirare il panorama sulla Val di Viù. Anche una parte del pavimento è trasparente e il risultato è o vorrebbe essere un’immersione profonda nella natura”. E se mai le coppie che vi soggiornano dovessero avvertire una certa famuccia? Niente paura: la cena viene servita in un albergo. Basta fare due passi. 

Skylodge Usseglio Skylodge: per un "genuino rapporto con la natura" si devono costruire strutture in alta montagna?
Skylodge a Usseglio

Qualche domanda sull’operazione Skylodge

Qualche domanda s’impone. Quali possono essere le prescrizioni di sicurezza di questi presunti “rifugi dell’anima”? E se dotati di acqua corrente ed energia elettrica, come verranno fornitì? E nel quadro di un simpatico rapporto con la natura, come dovrebbero essere realizzati gli scarichi dei servizi igienici? E quale sarebbe l’effetto dell’inquinamento luminoso che genererebbero? Si attendono ragguagli.

Così vanno dunque le cose. Ma da tempo si sapeva, aimè, che per un più genuino rapporto con la natura non sono più sufficienti le esperienze di chi la montagna la vive o la frequenta con passione e rispetto. Importante oggi è introdurre stanze in vetro, legno o altro materiale purché innovativo. Lo aveva del resto previsto nel 1931 Bepi Mazzotti nel suo libro “La montagna presa in giro”.  “Verrà il giorno”, scrisse l’eccentrico alpinista e scrittore di Treviso, “in cui speciali casette di cristallo saranno costruite sulle vette, per far provare l’emozione della vertigine”. 

C’è poco da ridere. Dopo quasi cent’anni è singolare come si sia passati dalla fantasia di Mazzotti alle sconcertanti proposte degli amministratori regionali. Il mio consiglio – e immagino anche il tuo, caro Luca – è di stare alla larga da queste“stanze panoramiche” o “rifugi dell’anima” che dir si voglia. Ma santo cielo, per favorire gli appassionati di “turismo emozionale” non sarebbe stato più opportuno promuovere il recupero di alpeggi e bivacchi nella loro naturalità e semplicità? E a patto che queste strutture fossero ben inserite nel paesaggio delle nostre montagne?

Roberto Serafin

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30 Marzo 2023
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MountCity

MountCity è un progetto fondato nel 2013 a Milano che si poggia sulla passione e competenza di uno staff di cittadini appassionati di montagna, all’occorrenza con il sostegno di associazioni di volontariato. La piattaforma, grazie alla competenza e professionalità di Roberto Serafin che l’ha curata per 10 anni, è stata punto di riferimento sull’attualità della montagna e dell’outdoor con migliaia di articoli pubblicati. Ora lo spirito di MountCity vive ancora dentro questa rubrica.

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