Sono smart le panchine di cui ci parla questa volta Serafin e vengono installate nella provincia di Cuneo. Poi, nella selezione di notizie di questa settimana, si parla della storia dell’escursionismo, con il libro di Lorenzo Bersezio, e di storia della bicicletta, attraverso i manifesti in mostra a Treviso.
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Le panchine che si “raccontano”
Accanto alle pacchiane panchine giganti sempre più diffuse e di cui si è parlato in questo sito nascono nella Provincia Granda di Cuneo le panchine smart, ovvero quelle intelligenti perché “parlano” attraverso la connessione con il telefono cellulare. Come si adoperano? Semplice. Basta accostare l’apparecchio al Qr code che portano stampato per avere informazioni sulla città in cui ci si trova, con indicazioni su ristoranti e alberghi, bellezze da visitare e i negozi dove fare shopping. Avvertono anche se ci sono eventi e manifestazioni in programma sul territorio. Più intelligenti di così! La prima panchina è stata per l’esattezza installata a Fossano.
A piedi sotto il cielo, nascita dell’escursionismo
Quel desiderio innato che abbiamo di metterci in cammino viene presentato dall’editrice Utet nel nuovo libro di Lorenzo Bersezio “A piedi sotto il cielo” (208 pagine, 22 euro). Per chi non l’avesse capito, si tratta della storia dell’escursionismo dalle origini ai giorni nostri.
Pagine importanti riguardano l’imperatore Adriano. Di ritorno da un viaggio in Grecia, volle scalare l’Etna per ammirare l’alba, e tutti considerarono quel desiderio una delle molte stravaganze di un sovrano notoriamente malinconico e capriccioso. Le montagne all’epoca si scalavano per necessità – militari, esplorative o commerciali – non certo per svago. Raggiunta la cima, la vista di mare e terra che si incontravano rappresentò per il sovrano “uno dei momenti supremi della vita”.
Oggi il bisogno di entrare in contatto con la natura camminando è sempre più diffuso. Dalle passeggiate domenicali in comitiva alle federazioni escursionistiche, dalla diffusione delle carte topografiche (e dei gps) al business dell’outdoor: andare in montagna è diventata una passione che coinvolge milioni di persone in tutto il mondo.
Come si è arrivati dall’eccentrico Adriano all’escursionismo di massa? Per rispondere a questa domanda occorre procedere passo passo sulle orme di medici e speziali antichi, bisogna seguire le digressioni, letterarie e non solo, di Goethe in Italia e di Robert Louis Stevenson sulle Cévennes in compagnia di un’asina.
Lorenzo Bersezio (1954), escursionista di lungo corso, alterna in questo suo libro cronaca minuziosa e gustosi aneddoti per ricostruire la storia di come il camminare abbia mutato forma da negotium a otium, da marcia a passeggio, fino ad arrivare alla fondazione dei club e all’inaugurazione dei trail continentali, in un fenomeno mondiale che non per nulla è stato chiamato, salvo errori, Nuovo Mattino dell’escursionismo.
L’epopea artistica della bicicletta
La buona notizia è che fino al 2 ottobre il Museo Nazionale Collezione Salce (Chiesa di S. Margherita) di Treviso presenta la mostra “Ruota a ruota. Storie di biciclette, manifesti e campioni”. La mostra è curata da Elisabetta Pasqualin. Ed è la Direzione Regionale Musei Veneto del Ministero della Cultura a proporre la grande epopea della bicicletta così come raccontata dai preziosi manifesti patrimonio della Collezione Salce.
A firmare le affiches selezionate per questa esposizione, sono artisti come Dudovich, Mazza, Malerba, Ballerio, Villa, Alberto Martini, Codognato, Boccasile. Vale a dire molti tra i maggiori protagonisti della storia dell’illustrazione e dell’arte italiana del secolo passato.
Quando, poco più di due secoli fa, il barone Karl von Drays inventò la bici certo non immaginava che quel suo “attrezzo” sarebbe diventato il mezzo di trasporto più popolare del pianeta. E ancora meno dovette supporlo Leonardo, che nel Codice Atlantico (1490) schizzò qualcosa di molto simile alla bicicletta.
È dagli albori del Novecento che la mostra prende il via. Due le sezioni principali del percorso espositivo: da una parte lo sport e l’agonismo, con i suoi protagonisti, le produzioni, i marchi e l’esposizione di pezzi storici della collezione Pinarello. Dall’altra gli aspetti sociali: le donne, il costume, i viaggi, il turismo. Un’epopea artistica sicuramente da non perdere.
Roberto Serafin
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