La situazione ormai non è più sostenibile, e a dirlo sono anche amministratori pubblici e operatori del turismo: Passo Pordoi e altri passi dolomitici vengono regolarmente utilizzati come fossero autodromi.
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Pordoi fuori controllo
Non è un fatto positivo che il passo Pordoi si sia trasformato in un autodromo. Rombanti Ferrari, Maserati, Lamborghini, Porsche non danno tregua giorno e notte. Va considerato un misfatto questo carosello. Anzi sarebbe una cosa di cui vergognarsi mentre sui passi dolomitici in questa stagione si preferisce chiudere un occhio. Con l’eccezione di Leandro Grones, sindaco di Livinallongo, che ha deciso di schierare la polizia locale. Anche lui non ne può più del saliscendi di supercar che provoca un rumore infernale.
A sua volta Osvaldo Finazzer, gestore di due alberghi sul Pordoi, conferma: “Di giorno, a tutte le ore, sfrecciano soprattutto tedeschi, croati, inglesi. Di notte gli italiani, ma con altre auto, magari un poco più modeste”.
Si può andare avanti così? Per Grones e non solo per lui questa piaga va stroncata. Già, ma come? Ci vorrebbe un congruo numero di agenti. Peccato che invalicabili limiti di spesa del personale vengano imposti agli enti locali. Difficile se non impossibile è dunque trovare un agente che controlli il rispetto del codice della strada.
Nessun rispetto per questi magnifici territori
Non è solo un problema di supercar. Cascano le braccia leggendo la testimonianza di Enrico Maioni pubblicata su Guide Dolomiti il 1°maggio 2022. “Purtroppo, con l’arrivo di orde di motociclisti irrispettosi di questo magnifico territorio”, scrive Majoni, “è sempre più difficile godere del silenzio che contribuisce a rendere speciale l’ambiente montano. Il rombo delle moto sui passi delle Dolomiti, il più delle volte lanciate a grande velocità, si ode in ogni dove. Se ciò non bastasse, con sempre maggior frequenza anche i raduni di auto sportive sono in continuo aumento. Novelli Schumacher si inseguono lungo i tornanti della strada, trasformata in un vero e proprio circuito”.
Non resta che ripetere la domanda: si può andare avanti così? Poi non ditemi che sono noioso.
Roberto Serafin
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