Gli show motoristici possono essere una valorizzazione della montagna? Roberto Serafin ci racconta cosa è stato organizzato sotto il Sassolungo con tanto di partecipazione di Vettel e Leclerc. Invece la pubblicazione del libro SEM 2020 è l’occasione per raccogliere qualche pensiero di Carlo Alberto Pinelli.
Grande Autodromo Sassolungo
D’inverno il lussuoso rifugio dedicato, in Val Gardena, al grande scalatore triestino Emilio Comici, attrae sciatori golosi e spendaccioni. Niente di male: nel suo piccolo il “Comici” è diventato ormai un’icona della montagna griffata, come la definisce Mauro Corona. Più o meno come a Cortina il Miramonti o in Engadina il Suvretta o il Kulm dove nell’Ottocento i primi clienti furono gli inglesi in fuga dalle nebbie londinesi, assetati di aria buona e comfort. E senza badare a spese.
Tutt’intorno al Comici, come informava tempo fa Aldo Grasso sul Corriere della Sera, “ettari di montagna e piste da sci, una cabinovia, una seggiovia, un complesso reticolato di cannoni sparaneve, un bacino idrico per rifornirli”.
E’ il caso di inquietarsi se sulle nevi del “Comici”, che di rifugio ha ben poco, è stato organizzato in febbraio un Gran Premio “davvero particolare” come riferisce un giornale locale? In gara non c’erano i bolidi rossi di Maranello, ma due battipista nuovi fiammanti con tanto di livrea Pininfarina, commercializzati da una ditta dell’Alto Adige che è vanto del made in Italy.
Quale miglior scenario per mettere in mostra quei prodigi di tecnologia per i quali, come si legge nel sito dell’azienda, nessuna montagna è troppo ripida? Per l’occasione sulle piste del Piz Sella, davanti al rifugio, è stato infatti allestito un piccolo circuito “a otto” sul quale si sono cimentati alla guida dei battipista due autentici piloti della Rossa, nientepopodimeno gli illustri Sebastian Vettel e Charles Leclerc.
Queste sfide motoristiche tra le nevi, provocano a molti un certo fastidio. Anche se ci si rende conto che ben altri sono i mali di cui soffre oggi la montagna. Era indisponente qualche anno fa il fatto che il pilota Verstappen con un bolide di formula 1 munito di gomme chiodate si fosse buttato giù rombando dalla famosa Streif di Kitzbuhel. Ma erano affari loro, degli austriaci.
Questa “valorizzazione” del territorio dolomitico in chiave di Grand Prix, come la definisce in FB l’amico Eugenio Cipriani, invece ci mancava. “E bravi i gardenesi”, commenta Cipriani, valoroso scalatore, autore di fondamentali guide dedicate ai Monti Pallidi. “E poi”, aggiunge il Cip, “dicono che le montagne le devono gestire i montanari. Stiamo freschi… E l’UNESCO? Tace, come sempre”
Non è il solo l’Eugenio a inalberarsi per questo uso improprio dei cosiddetti “gatti delle nevi”, per quanto tecnologici e intelligenti. Altri a ben leggere in FB deplorano questo ulteriore passo avanti nello strisciante addomesticamento delle Dolomiti. Dove queste sfide “a tutto gas” sono ormai parte integrante dell’ambiente d’alta quota. Ma dopotutto quei gatti non hanno fatto che offrire una dimostrazione di forza continuando a fare il loro dovere, cioè a battere pista. La pubblicità, come si dice, è l’anima del commercio e tra le località griffate delle Alpi oggi c’è molta concorrenza.
Non è giusto, peraltro, ignorare la gioia dei fan saliti lassù a duemila metri di quota a godersi lo spettacolo dei battipista guidati dai campioni così come le sartine il 7 dicembre a Milano, all’inaugurazione della Scala, si affollavano infreddolite ad ammirare le “sciure” ingioiellate e impellicciate quando scendevano dalle loro fuoriserie.
Appassionatamente SEM
Nella newsletter settimanale del 15 febbraio la SEM, sezione milanese del Club Alpino Italiano, annuncia l’uscita del libro ”SEM 2020, la Società Escursionisti Milanesi si racconta” curato dal presidente Roberto Crespi con il contributo di diversi soci. La grafica e l’impaginazione sono a cura di Lorenzo Bortoluzzi. E’ possibile richiedere la pubblicazione che non è in vendita in Biblioteca o in Segreteria. Nelle pagine del volume, numerosi sono gli argomenti affrontati nell’illustrare la storia recente della gloriosa associazione che conta un migliaio di soci, nata alla fine dell’Ottocento: la nuova sede inaugurata nel 2017 in via Cenisio, alla fermata della “lilla”, le attività in montagna, le iniziative culturali e per il sociale, i rifugi alpini, le esperienze alpinistiche e sciisticche, le presenze dei soci nel Cai Centrale e Regionale, i corsi della Scuola “Silvio Saglio”, del Gruppo Grotte Milano e della Scuola di Sci Fondo Escursionismo “Alfio Popi”, il premio dedicato a Marcello Meroni e molto altro ancora.
Una serie d’interviste è dedicata a soci particolarmente impegnati nell’organizzazione delle molteplici attività e ad amici con cui si sono condivise iniziative culturali e nel sociale. “In questo breve viaggio”, osserva il presidente Crespi, “si va alla scoperta delle attività e delle azioni che hanno reso la SEM, in quasi 130 anni di storia, una delle realtà di associazionismo legato alla montagna di maggior spicco in Italia”.
A rispondere a uno speciale questionario sono tra gli altri Carlo Alberto Pinelli, Oreste Ferré, Dolores De Felice, Giacomo Galli, Dante Bazzana, Laura Posani, Virginia Mandracchia, Nicla Diomede, Mario Polla, Andrea Maconi.
“Il CAI è la mia famiglia di origine”, osserva nell’intervista Pinelli, presidente onorario di Mountain Wilderness International che nella sede di via Cenisio viene abitualmente ospitata in occasione di riunioni del direttivo e assemblee dei soci e che nel 2016 è stata insignita con il prestigioso Premio Marcello Meroni.
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MountCity è un progetto fondato nel 2013 a Milano che si poggia sulla passione e competenza di uno staff di cittadini appassionati di montagna, all’occorrenza con il sostegno di associazioni di volontariato. La piattaforma, grazie alla competenza e professionalità di Roberto Serafin che l’ha curata per 10 anni, è stata punto di riferimento sull’attualità della montagna e dell’outdoor con migliaia di articoli pubblicati. Ora lo spirito di MountCity vive ancora dentro questa rubrica.
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