Torniamo, con Serafin, a toccare la questione Big Bench. Il problema, spesso non è la singola panchina in sé o il singolo ponte tibetano, ma il loro proliferare sintomo di un turismo senza idee che fa copia incolla di attrazioni banalizzando il potenziale originale che ciascun territorio ha. Il risultato è un turismo di massa per nulla attento al territorio e all’ambiente, ma solo all’attrazione del momento.

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Panchine giganti e ponti tibetani

Che cosa c’entrano le panchine giganti con i ponti tibetani? La mia modesta opinione è che per diverse generazioni di megapanchine non si è mai sentito il bisogno, mentre i ponti da attraversare a piedi o conducendo animali al pascolo sono stati in molti casi indispensabili. Oggi sia le panchine sia i ponti sospesi sono diventati attrazioni turistiche. Qualcuno li trova suggestivi, ma in genere appaiono pleonastici, frutti bacati di un turismo a corto di idee. (ndr: leggi anche l’analisi di Luca Rota che più volte ha già scritto sull’argomento)

Il ponte di Tartano in Valtellina, lungo 234 metri e si trova a ben 140 metri di altezza sopra il torrente. Quello di Spina Verde, a Como, è breve e oscilla come tutti i ponti tibetani regalando qualche emozione a chi lo percorre. Quello più lungo d’Italia dovrebbe trovarsi a Castalsaraceno in Basilicata: 586 metri.

Big Bench: un’invasione

D’invasione non si può che parlare per le panchine giganti, le ormai famose Big Bench. In Italia se ne contano ormai 203 e c’è da chiedersi come mai nel resto dell’Europa siano solo quattro (una in Svezia, una in Polonia, una in Spagna e una nel Regno Unito).

Nelle Valli di Lanzo fa discutere la Big Bench finanziata da un gruppo di privati con il benestare dell’amministrazione guidata dal sindaco Gianni Castagneri. Ma questo è niente. Ora in valle si annuncia un “Percorso Panchine Giganti delle Valli di Lanzo” e ne vedremo delle belle.  

Non ne possono più di Big Bench in Valtellina. In quel di Triangia, frazione di Sondrio, i residenti stanno raccogliendo firme contro, cito testualmente, “il posizionamento della Big Bench n. 182 nei prati del PLIS (Parco locale di interesse sovracomunale, ndr) di Triangia”. Il grande afflusso di persone che salgono alla “panchinona” crea problemi che nessuno ha voluto prevedere. “Il calpestio dei prati da sfalcio e da pascolo”, si legge nella petizione, “si accompagna al mancato rispetto della sentieristica e della proprietà privata”. 

Si aggiungano nella zona della panchina i parcheggi selvaggi, l’abbandono di rifiuti di ogni genere e di escrementi di cani ovunque, a tutte le ore del giorno e della notte. Purtroppo non c’è da stupirsi se ancora una volta emerge una grave mancanza di cultura ambientale e sensibilità da parte di chi vuole visitare la BB ad ogni costo, arrivando addirittura a ridosso della stessa con le auto e le moto.

2021 09 24 1 Panchine giganti, ponti sospesi e poche idee
Tartano
In apertura: Pian della Mussa (valli di Lanzo)

Ponti tibetani “prodigi millenari” o turismo copia-incolla?

E che dire dei ponti tibetani a uso dei turisti? A tesserne gli elogi sul quotidiano La Provincia di Como è l’amico Emilio Magni, mitico cronista, autore di libri in dialetto sull’amata Brianza e le sue tradizioni. Ma con tutto il rispetto che si deve al bravissimo Emilio, per gli amici Mili, c’è poco a mio avviso da rallegrarsi se questi “prodigi millenari”, come Magni li definisce, sono entrati a far parte integrante delle nostre montagne sempre più trasformate in luna park con abbondanza di attrazioni gonfiabili e pseudo piste di bob giù per i prati per assicurare ai turisti l’indispensabile fabbisogno di adrenalina, casomai non bastassero i ponti sospesi.

Roberto Serafin

Leggi le altre notizie della rassegna:

Paleari, Una breve estate – Dighe a rischio – Pregiudizi 

12 Maggio 2022
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MountCity

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