North, un Alaskan Malmute, è stato vicino al suo padrone caduto durante un’escursione e ne ha evitato l’ipotermia finché sono arrivati i soccorsi. È solo istinto e tornaconto personale o c’è un sincero sentimento d’affezione verso il proprio padrone? Ci sono differenti pareri. Serafin ci propone una tesi provocatoria e Anna Randazzese ci da una lettura “professionale” di questo tipo di situazioni.

Ascolta questa e le altre notizie della rassegna settimanale

Il cane che tiene al caldo il padrone. O viceversa?

Cari amici cinofili, caro Luca, per colpa di quello che sto per dirvi so che mi giocherò  la vostra simpatia. Insomma, ti preannuncio che avrete un buon motivo per avercela con me. Premetto di ritenere indiscutibile che il cane sia il migliore amico dell’uomo e che in montagna si dimostri un perfetto compagno di cordata. Quasi sempre è un buon “samaritano con la coda”, generoso e altruista. Ma siamo così sicuri che l’Alaskan Malamute che in Croazia ha tenuto in gennaio al caldo per parecchie ore il suo padrone scivolato e infortunatosi durante un’escursione, lo abbia fatto per un istintivo spirito di fratellanza canina? 

Io che cinofilo non sono, ma ai cani di montagna ho affettuosamente dedicato un libro intitolato, non per caso, “Samaritani con la coda” (Priuli eVerlucca, 2005) insieme con la collega Laura Guardini (lei sì cinofila e gattofila), vi dico che il comportamento di North, il cane di cui sopra, potrebbe anche essere dettato dalla sua volontà di sopravvivere sfruttando il calduccio del padrone mentre i compagni di escursione correvano a cercare soccorso. Nella confusione seguita all’incidente, il cane avrebbe scelto il posto più sicuro e confortevole per stare. O no?

Amore puro, come è stato scritto? Se di amore si è trattato, lo definirei un amore interessato. Ho letto che North era intenzionato a evitare che il padrone, impossibilitato a muoversi per il trauma subito a una gamba, andasse in ipotermia. Può darsi che sia così, ci mancherebbe. Ma che cosa ne sa North dell’ipotermia? 

Questa che riferisco è comunque la rispettabilissima versione dell’Hrvatska Gorska Služba Spašavanja, il Soccorso alpino croato allertato quel 1° gennaio nella zona del Velebit, catena montuosa delle Alpi Dinariche

Ora io domando: avete mai visto come si comportano i cani quando qualcuno minaccia il loro padrone? Forse vi sembrerà che facciano di tutto ringhiando e abbaiando per scacciare il malintenzionato. Esperti di mia conoscenza sostengono invece che lo fanno perché sono ancora più spaventati e invasi dall’adrenalina di quanto non lo sia il padrone. Sanno o sperano che possa essere il padrone a proteggerli, per questo gli si incollano addosso. Molti cani sono fatti così, ne sono convinto. Affettuosi, all’occorrenza buoni samaritani con la coda. Ma sanno benissimo che è nel loro interesse mostrarsi tali e darsi da fare per guadagnarsi la zuppa e forse, chissà, una carezza. Anche professarsi amici dell’uomo ha un prezzo.

Anna Randazzese: il sentimento esiste

Ecco cosa ci dice, interpellata a proposito, l’amica di Fatti di Montagna Anna Randazzese, istruttrice cinofila professionista e laureata in psicologia:

Sono d’accordo solo parzialmente. È sicuramente un errore attribuire intenzioni e sentimenti ai cani come fosse ovvio, ma non si può nemmeno essere certi del contrario. Ritengo un po’ cinico e anche scorretto dire che il cane sta vicino all’uomo per mero opportunismo, io credo che il sentimento ci sia, poi che di volta in volta quello che spinge il cane a comportarsi in certi modi possa essere anche per il proprio bene è certo. Nelle specie sociali la sopravvivenza del branco è vitale e la difesa dei compagni è funzionale anche alla propria. Anche le madri umane però sono progettate per difendere i figli affinché la propria impronta genetica venga mandata avanti, questo non significa che le mamme umane non amino i propri figli. Direi che i sentimenti sono una conseguenza di finalità genetiche ancestrali, ma questo non significa che non esistano.

Condivido e mi rendo conto che c’è un notevole salto di qualità tra la mia quasi provocazione in stile giornalistico e la scientifica e corretta interpretazione di Anna. E voi cari amici Fatti di Montagna?

Roberto Serafin

Leggi anche le altre notizie della rassegna settimanale:

L’inventore della plastica – sci e tasso alcolemico – Valle di Susa e chimere
20 Gennaio 2022
Condividi
RUBRICA A CURA DI:
MountCity

MountCity è un progetto fondato nel 2013 a Milano che si poggia sulla passione e competenza di uno staff di cittadini appassionati di montagna, all’occorrenza con il sostegno di associazioni di volontariato. La piattaforma, grazie alla competenza e professionalità di Roberto Serafin che l’ha curata per 10 anni, è stata punto di riferimento sull’attualità della montagna e dell’outdoor con migliaia di articoli pubblicati. Ora lo spirito di MountCity vive ancora dentro questa rubrica.

Scheda partner