Tra le guglie del Duomo di Milano da dieci anni appare la scultura che rappresenta il Beato don Carlo Gnocchi che tiene tra le braccia uno dei tanti bimbi martoriati dalle guerre. Purtroppo un’immagine di tragica attualità. Al religioso, che figurò tra gli iscritti, la Sezione di Milano del Cai ha rivolto in questi giorni un commosso ricordo in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dalla fondazione.

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La tristissima attualità della statua di don Carlo Gnocchi

È una statua di grande e tristissima attualità quella che spicca tra le guglie del Duomo e che viene riprodotta in una bella pubblicazione della Sezione di Milano del Club Alpino Italiano. La scultura raffigura il beato don Carlo Gnocchi (1902-1956), celebre “papà dei mutilatini”, che tiene tra le braccia un bambino martoriato. Un’immagine commovente, purtroppo molto attuale e non occorre certo specificarne la ragione. Sono trascorsi ottant’anni da quel maledetto 20 ottobre 1944 in cui il “fuoco amico” degli alleati colpì una scuola nel sobborgo di Gorla, alla periferia nord della città. Fu una strage. Morirono 184 bambini, 14 insegnanti, la direttrice della scuola, 4 bidelli e 1 assistente sanitaria.

Quante vittime innocenti sono state cancellate in tutti questi anni dalla folle ferocia dell’uomo? È una tragica contabilità questa che purtroppo cresce di giorno in giorno. Ancora oggi nel mondo muoiono 10.000 bambini ogni anno a causa delle guerre. La storia pare ripetersi all’infinito. I bambini sono vittime silenziose e anonime, spesso uccise da fuoco o da mani “amiche” come capitò a Gorla dove un monumento li ricorda.

Come venne opportunamente segnalato a suo tempo nelle pagine del Bollettino della Biblioteca Luigi Gabba del Cai, la scultura venne ricavata da un blocco di marmo di Candoglia. Fu collocata il 21 ottobre 2013 tra via dell’Arcivescovado e piazza Duomo. Il bravo Tiziano Lozza la fotografò per il Cai. L’immagine, che viene qui ripresa per gentile concessione della Sezione di Milano, comparve sul Bollettino della Biblioteca sezionale Luigi Gabba per iniziativa della Commissione culturale. Un bollettino oggi defunto come tante altre iniziative cartacee dedicate ala cultura alpina.

Ossario Gorla copia La statua (tragicamente attuale) di don Gnocchi, socio CAI Milano
Monumento che ricorda la strage di Gorla.
In apertura: la statua di don Carlo Gnocchi al Duomo di Milano

Negli archivi della Sezione di Milano il Beato figura tra gli iscritti illustri. La sua domanda di ammissione al sodalizio che oggi compie 150 anni risale al 29 aprile 1930. Dopo la guerra don Gnocchi rivolse la sua opera assistenziale agli orfani degli Alpini. Successivamente dedicò le sue cure ai mutilatini e ai piccoli invalidi di guerra e civili, fondando una vasta rete di collegi in molte città e piccoli centri d’Italia. Fu anche il fondatore della Fondazione Pro Juventute per i minori invalidi.

Quanto alla statua tra le guglie del Duomo, venne dedicata al Beato il 16 ottobre 2013 dalla Veneranda Fabbrica del Duomo. Fu benedetta dal cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano e collocata sulla mensola 211 del Duomo lato est, tra la via dell’Arcivescovado e la piazza. Dopo il lavoro dello scalpellino Gianni Gussoni di Viggiù, l’opera passò nelle mani dello scultore Mauro Baldessari che la realizzò grazie al generoso contributo di Sestilio Paletti, presidente di Filcasa spa. Il blocco di marmo venne messo a disposizione dalla Veneranda Fabbrica del Duomo. Nessuno avrebbe immaginato che dieci anni dopo, in questo sciagurato 2023, quella scultura sarebbe diventata maledettamente attuale.

Roberto Serafin

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