Questo sembra un inverno eccezionale a considerare le grandi quantità di neve presente in montagna. Se possiamo però affermarlo per le precipitazioni, non è così per le temperature nonostante si siano registrate punte di freddo davvero notevoli. Capiamo perché.

Inverno eccezionale per precipitazioni, ma freddo nella media

La prima metà dell’inverno è stata molto dinamica con molte perturbazioni che sono state più attive sulle alpi centro-orientali e sull’Appennino. Questo grazie alla prevalenza di venti di libeccio, quindi da sud-ovest, i quali vanno a scaricare la maggior parte di pioggia e neve sulle montagne che si pongono in maniera perpendicolare alla sua direzione come il levante ligure, l’Appennino tosco-emiliano e tutti i rilievi verso il triveneto. Dicembre è stato infatti un mese da record per la quantità d’acqua (pioggia e neve fusa) che si è registrata: abbiamo avuto valori in queste zone anche 4-6 volte superiori alla media. Si può quindi affermare che la prima parte d’inverno è stata eccezionale dal punto di vista delle precipitazioni. Non dal punto di vista delle temperature però.

Considerando l’Italia nel suo insieme questa prima metà inverno abbiamo avuto una media di temperature assolutamente vicine alla normalità. Ci sono state però alcune eccezioni soprattutto in area alpina, ma vediamo perché.

Asiago neve eccezionale
Asiago (1000 m, Prealpi Vicentine), circa un metro di neve al suolo il 
1° gennaio 2021. In apertura: Il 3 gennaio 2021 oltre 2 metri di manto coprono anche la zona del Lago Ballano (Appennino Parmense, 1341 m)
.

Laghi d’aria fredda nei fondovalle

Da dopo Natale alcune zone, soprattutto i fondovalle, hanno effettivamente registrato temperature sotto media. Questo è stato dovuto principalmente al meccanismo chiamato feedback. La presenza di neve al suolo, in presenza di cieli sereni durante le lunghe notti invernali, favorisce il calo delle temperature formando dei laghi d’aria fredda che rimangono intrappolati nei fondovalle in assenza di vento. Le temperature anche per diversi giorni potrebbero far fatica a salire sopra lo zero anche di giorno.

Una zona dove questo tipicamente avviene (e sta avvenendo) è nel fondovalle di Dobbiaco. Da giorni la temperatura non sale sopra lo zero con una punta anche di –20 gradi poco dopo l’Epifania. Valore notevole, ma non eccezionale per questa località predisposta al verificarsi di queste condizioni che autoalimentano il freddo (feedback). Nelle località dove si vanno a formare questi laghi d’aria fredda, anche quando ormai negli strati superiori è affluita aria mite (avevamo già parlato di inversione termica), in assenza di vento rimangono condizioni di freddo, tant’è che nel periodo tra il 25 dicembre e il 15 gennaio molte località alpine di fondovalle hanno avuto temperature sotto media anche di 4-5 gradi. Si tratta però di situazioni temporanee e locali dovute alla concomitanza delle condizioni che abbiamo visto che dunque non smentiscono in alcun modo la tendenza al riscaldamento globale.

Dobbiaco Inverno eccezionale? Finora tanta neve, ma freddo normale.
Dobbiaco

2020 anno caldo

A livello globale il 2020 è stato solo per pochi centesimi di grado inferiore all’anno più caldo registrato finora che è il 2016. Nel 2016 eravamo però in presenza del Niño che ha contribuito assieme all’effetto serra dovuto all’attività antropica al riscaldamento di quell’anno. Non è stato così per il 2020 che anzi ha visto svilupparsi nei mesi finali la Niña che è la controporte fredda.

In Europa è addirittura stato di gran lunga l’anno più caldo in assoluto, con il contributo soprattutto delle anomalie di caldo che si sono viste nell’estremo nord-est.

A livello italiano la situazione è stata leggermente meno estrema come situazione perché il 2020 si è stato il quinto più caldo dal 1800, ma se consideriamo che i 5 anni più caldi sono stati tutti anni recenti si capisce come pur con le normali fluttuazioni, prosegue l’innalzamento medio delle temperature.

Dolina di Campoluzzo
Dolina di Campoluzzo

L'”inganno” delle doline fredde

A volte capita che singoli eventi o dati presi in modo decontestualizzato vengano rilanciati dai media, ma se non se non letti correttamente possono creare confusione.

Ad esempio durante le festività natalizie si è registrata una punta di -40 gradi alla Dolina di Campoluzzo sull’altipiano di Asiago. si tratta di un valore effettivamente registrato da una stazione professionale di Arpa Veneto, ma riferito ad una situazione molto localizzata tipica di queste doline fredde (Frost Hollow). In questi luoghi in presenza delle condizioni già citate di neve, cieli sereni e assenza di vento, si possono registrare temperature anche 20-30 gradi inferiori rispetto a zone limitrofe che distano poche decine di metri. Un fenomeno molto interessante, oggetto di studio in questi anni, ma che ovviamente non può essere preso come valore rappresentativo della temperatura sulle Alpi. Le doline fredde sono oltretutto studiate da tempi abbastanza recenti e quindi non disponiamo di lunghe serie storiche con cui confrontare questi dati. Questo è un classico esempio di quanto possa essere fuorviante un singolo dato non contestualizzato.

Neve da record

Rifugio Gilberti neve
Il rifugio Gilberti sepolto dalla neve

Per concludere ci troviamo, entrando nella seconda parte dell’inverno, con un innevamento eccezionale dovuto non tanto all’eccezionalità delle temperature, ma all’abbondanza di precipitazioni. Un dato record, per fare un esempio, è quello di inizio gennaio al rifugio Gilberti (UD): la presenza di 4 metri di neve non si registravano dal 1979.

Un’ultimo appunto: sebbene per molti purtroppo ancora non è possibile andare in montagna a godere della molta neve caduta, laddove fosse possibile è bene ricordarsi di farlo con la necessaria prudenza. Uno degli strumenti a disposizione in fase di pianificazione di un’eventuale escursione con sci o ciaspole sulla neve è il portale Aineva dove si possono trovare tutti i bollettini regionali neve-valanghe.

Per approfondire

El Niño

Si tratta di un’anomalia termica periodica che porta a riscaldarsi le acque del pacifico contribuendo ad aumentare, quando ciò si verifica, le temperature a livello mondiale

La Niña

Si tratta della situazione opposta al Niño che quindi contribuisce ad un raffreddamento delle temperature.

Doline fredde

Le doline fredde sono depressioni del terreno, ampie da poche decine a qualche centinaio di metri, in cui si verificano particolari situazioni di freddo. Qui il progetto che le studia.

Dati e analisi approfondite
25 Gennaio 2021
Condividi
RUBRICA A CURA DI:
Società Meteorologica Italiana

La Società Meteorologica Italiana è la maggiore associazione nazionale per lo studio e la divulgazione di meteorologia, climatologia e glaciologia. È un’associazione scientifica senza fini di lucro e opera su tutto il territorio nazionale conservando stretto legame con la Società Meteorologica Subalpina che ne è socio fondatore nel territorio alpino occidentale, Francia e Svizzera incluse. SMI  promuove ed incoraggia lo sviluppo e la conoscenza delle scienze dell’atmosfera in Italia. Appartiene a UniMet (Unione Meteorologia Italiana) ed all’European Meteorological Society.

Scheda partner