Quali immagini ci restano della montagna dell”estate 2021? Roberto Serafin ce ne propone alcune emblematiche. Voi ne avete altre?

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Che estate 2021!

“Che estate! Incendi, inondazioni. Per non parlare dei terremoti.”. In una vignetta apparsa in Internazionale si affaccia la Morte alla quale si rivolge un tale facendo in questi termini un riepilogo dell’estate 2021. E dimenticandosi di Haiti. Già, me l’ero scordato anch’io il disastroso terremoto di Haiti. Dev’essere stata l’indigestione di Afghanistan a farci dimenticare quelle povere vittime della sfortunata isola dell’Atlantico. 

Ma aimé, sto esorbitando. Hai ragione caro Luca, avevamo deciso di comune accordo di riservare alle nostre amate montagne un breve riepilogo degli eventi che questa estate più sono rimasti impressi. Saranno poi, ci eravamo detti, gli amici “fatti di montagna” a completare il quadro mandandoci se lo vorranno le loro testimonianze.

folle di turisti in montagna

Folle di turisti

Mettetevi comodi, l’elenco è piuttosto lungo. Aprirei, se Luca è d’accordo, con le immagini, davvero indimenticabili, dell’onnipresente folla di turisti affamati di aria buona. Al diavolo i contingentamenti, in particolare nelle Dolomiti. Mai come quest’anno nelle Dolomiti è sembrato di essere al mare. Un po’ per le temperature a livelli record, un po’ per il numero impressionante di persone che si contavano sui sentieri e sulle strade. 

Una prova di quanto sto raccontando è stato l’assalto di ferragosto alle Tre Cime di Lavaredo. Pensa, caro Luca, che con oltre 700 posti auto a disposizione nel parcheggio ai piedi del massiccio più iconico delle Dolomiti, gli addetti al casello sono stati costretti a chiudere l’accesso alla strada a pagamento già prima delle 8.30 del mattino. 

Una cosa mai vista. 

folle di turisti in montagna parcheggio Dolomiti

Vorrei segnalare sull’argomento un articolo di Ferdinando Camon, uno dei grandi vecchi della letteratura italiana, che questa estate era in villeggiatura nella valle Zoldana. “Qui c’è troppa gente, io amo la gente ma non in montagna”, ha scritto Camon sul quotidiano Avvenire del 21 agosto. “La montagna è un altro mondo, venire dalla città alla montagna portandosi dietro la città vuole dire contaminare la montagna e offenderla”. 

Poi Camon ha rincarato la dose. “Certo che adesso la gente in montagna è troppa…. Viene qui”, ha osservato ancora Camon, “perché ama la città e vuole portarsela dietro, continuare ad averla, depurandola della calura. Ma non delle auto”.

Che cosa fare allora contro l’andazzo delle troppe auto L’unica soluzione secondo l’albergatore ambientalista Michil Costa sarebbe quella di chiudere i passi. “Quello che vediamo”, ha raccontato a Repubblica, “è turismo pornoalpino. Che errore grave è stato assegnare il riconoscimento Unesco alle Dolomiti!”. 

Costa sostiene, in apparenza contro i suoi interessi di albergatore, che il turismo non può essere solo commercio di persone, che il cliente non è solo portafoglio. Sono parole sue, lo giuro. “La crescita economica in queste valli”, spiega, “ha superato di gran lunga lo sviluppo culturale. Aveva un senso per i nostri padri, che hanno fatto la fame, ma noi dobbiamo praticare strade diverse. L’economia bene comune non può avere come unico obiettivo il profitto”.

Avrai visto anche tu, caro Luca, che certe immagini davvero impressionanti di affollamenti hanno fatto il giro del web, mostrando che cosa stia diventando il turismo nelle Dolomiti. Code nel bosco, sui sentieri, sulle ferrate, in macchina. Grovigli di moto dappertutto, soprattutto sui passi. 

Non che nelle Alpi occidentali lo scenario sia stato molto diverso. Mi ha colpito la foto degli alpinisti in coda sulla “gengiva” del Dente del Gigante nel gruppo del Monte Bianco. L’immagine pubblicata il 22 agosto dal quotidiano La Stampa richiamava, a quanto si è letto, un verso de “La ballata dell’uomo ragno” di Francesco De Gregori. Proprio così. “E noi siamo tutti in fila davanti a un sogno…”, canta De Gregori. 

folle di turisti in montagna dente del Gigante siamo tutti in fila davanti a un sogno

Una montagna sacra e inviolabile per cambiare

Un sogno è di sicuro la proposta di istituire una montagna sacra e inviolabile in occasione del centenario del Parco Gran Paradiso. Una proposta che a questo punto casca a proposito. La scelta è caduta sull’a me sconosciuto Monveso di Forzo. Monveso, non Monviso tanto per essere chiari. L’analisi territoriale di un gruppo di profondi conoscitori del territorio in questione avrebbe trovato tutti d’accordo. Questa montagna ha i requisiti per diventare sacra. Il Monveso per chi non lo sapesse si trova nel Parco nazionale Gran Paradiso, sulla cresta spartiacque tra Piemonte e Val d’Aosta condivisa dai due versanti del Parco. 

Monveso di Fozo montagna sacra
Monveso di Forzo

Vero, verissimo quello che sostengono i sostenitori del progetto tra i quali i nostri amici Enrico Camanni e Alberto Paleari di sicuro affidamento. In montagna è tempo di cambiare. Le conquiste non siano più fisiche, ma spirituali. Le cime siano fonti d’ispirazione, contemplazione e riflessioni interiori. Per questo motivo metterei l’immagine del Monveso, una piramide di 3319 metri, tra quelle che meglio rappresentano questa estate ormai alle spalle.

Pompieri Immagini dalla montagna dell'estate 2021

Boschi lasciati al loro destino infuocato

Così come ci lasciamo alle spalle i “boschi lasciati al loro destino infuocato” come ha scritto Giulia Borgese sul Corriere. 

Giulia Borgese ha raccontato di boschi “magnifici e abbandonati, lasciati crescere fino sull’orlo delle strade così se un’auto prende fuoco si possano rapidamente incendiare”. E a proposito della sua infanzia in Valtellina ha ricordato come i boschi godessero di una loro vita parallela alla nostra, di cura e perfino di amicizia. Altri tempi.

Panchina gigante Immagini dalla montagna dell'estate 2021

Le panchine giganti

So di averla fatta lunga e chiedo scusa. Ma non posso concludere senza citare tra le novità dell’estate 2021 le 165 le panchine giganti piazzate in Italia in varie località panoramiche. Ho letto che rappresentano “una modalità geniale per conoscere posti poco battuti, rimanere incantati da scenari in alcuni casi davvero suggestivi e, allo stesso tempo, tornare bambini”. Questo giudizio mi lascia però perplesso. Un quotidiano ha definito queste panchine delle “belinate”, termine molto usato in Liguria. L’ equivalente, per chi non lo sapesse, di “cavolate”. Credo proprio che quel giornale abbia ragione.

E con questo chiudo. Alla prossima!

Roberto Serafin


Avete in mente altre immagini emblematiche o suggestioni dell’estate 2021 sulle nostre montagne? Condividetele con tutti gli amici Fatti di montagna scrivendo qui sotto nei commenti oppure se volete mandarci un testo più strutturato con foto allegate scriveteci una mail che faremo in modo di pubblicare. Quale immagine racconta la montagna di dell’estate 2021?

2 Settembre 2021
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MountCity

MountCity è un progetto fondato nel 2013 a Milano che si poggia sulla passione e competenza di uno staff di cittadini appassionati di montagna, all’occorrenza con il sostegno di associazioni di volontariato. La piattaforma, grazie alla competenza e professionalità di Roberto Serafin che l’ha curata per 10 anni, è stata punto di riferimento sull’attualità della montagna e dell’outdoor con migliaia di articoli pubblicati. Ora lo spirito di MountCity vive ancora dentro questa rubrica.

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