Una bella antologia di autori e autrici che raccontano dell’andare in montagna, ma che non è solo una raccolta di storie, ma è esso stesso, suo malgrado, diventato protagonista di una storia.
Dell’andare in montagna e altre amabili ascensioni
Spesso le storie nascono da piccoli avvenimenti. Lo sanno i grandi scrittori come quelli che accoglie l’antologia “Dell’andare in montagna e altre amabili ascensioni” curata da Francesca Cosi e Alessandra Repossi da poco edita da Ediciclo. Autori e autrici che hanno saputo osservare la montagna e farcela sognare con le loro storie. Ma questo non è solo un libro di storie… esso stesso è una storia. Volete sapere perchè? Andiamo con ordine.
Le storie nel libro…
È Linda Cottino ha presentarci la raccolta con una prefazione che ce ne fa cogliere tutto il senso. Linda, da profonda conoscitrice di libri e montagne quale è, non poteva scegliere parole migliori di quelle di Mario Rigoni Stern: “La letteratura di montagna non esiste di per sé. La montagna è un luogo come un altro che, se può, deve parlare, raccontarsi. Direi che più che la montagna, è la natura che deve vivere attraverso la letteratura“.
Il racconto della natura è dunque il cuore di quest’antologia. Il filo rosso che attraversa le parole d’autore e d’autrice ben selezionate dai due curatori e deliziosamente accompagnate dalle metaforiche illustrazioni di Giulia Neri.
Si va dai maestri dell’avventura come Jack London e Emilio Salgari, ai classici cantori e salitori delle nostre Alpi come Guido Rey e Ettore Zapparoli, ad Angelo Mosso che cerca di comprendere la fisiologia degli alpinisti, passando per le raffinate penne che amano raccontare luoghi e eventi grandiosi come Alexander Dumas o la nascosta umanità che vive la montagna come Giuseppe Giacosa. Non possiamo non nominare i ben tre racconti inediti in Italia di George Sand, Mark Twain e Mary Eleaonor Wilkins Freeman.
Insomma un gran viaggio letterario tra diversissime sensibilità che hanno confezionato racconti memorabili ognuno dei quali, come scrive Linda Cottino “ci immerge a suo modo nella potente natura di montagna”.
Ma… ma qui finiscono le storie raccontate nel libro e inizia la storia del libro!
…la storia del libro
Questo libro sarebbe dovuto uscire prima di Natale: un’ottima strenna e un bel lavoro di cui tutte le persone che ci hanno lavorato erano ben soddisfatte. Tutto procede come deve ed il libro è pronto per la distribuzione. Alcune copie arrivano in redazione: che belli sono i libri freschi di stampa e quando sono il frutto del proprio lavoro non si vede l’ora di aprire il primo, sfogliarne le pagine, sentirne l’odore… l’occhio cade su qualcosa che mai si sarebbe voluto vedere! Ma come è possibile? Con tutta la cura e l’amore dedicatogli come può essere!
Non si tratta di piccolo refuso. La prefazione non termina dove dovrebbe, ma dopo la conclusione di Linda Cottino questa maledetta senza che nessuno gliel’abbia chiesto va a capo e prosegue come se nulla fosse con lettera minuscola “nobiltà del cavallo alato…” e non si ferma prima di un paio abbondante di pagine. Ma che è successo? In calce alla prefazione si è appiccicato un pezzo di quella dell’antologia precedente “Dell’andare in bicicletta e altre divagazioni”.
E ora? Fermare tutto! Distribuzione, promozione… e leccarsi le ferite. Sì, è un brutto colpo, una grande delusione. Gli inciampi, si sa, possono capitare, ma quando si inciampa comunque non è piacevole.
Dopo aver metabolizzato il colpo, si possono immaginare le grandi discussioni in redazione. Che fare? Di sicuro non si esce subito, ma poi? Ristampare tutto da capo non è solo una questione di costi, ma significa mandare al macero tutta quella carta… centinaia di chili di carta stampata!
Il punto non è non inciampare mai perché nessuno può ritenersi immune. Il punto è avere la forza di rialzarsi che in alcuni casi significa avere il coraggio di fare la scelta più giusta. In questo caso non poteva sembrare giusto sprecare tutto quel materiale stampato, ma bisognava avere il coraggio di agire di conseguenza ed in Ediciclo lo hanno avuto.
Il libro è arrivato nelle librerie il 27 gennaio accompagnato da un bollo giallo rimovibile con le spiegazioni della scelta:
“Ops! Cari lettori vi dobbiamo delle scuse. Come tutti i nostri libri anche questo è stato seguito e coccolato, eppure ci è sfuggito un errore. In calce alla prefazione abbiamo lasciato un brano della precedente antologia sulla bicicletta. Avremmo potuto ristamparlo, ma così avremmo sprecato 850 kg di carta. Vi ringraziamo per la comprensione e vi auguriamo buona lettura!”
Il lettore intelligente non solo comprenderà, ma anche apprezzerà.
Quello che c’è in più
Si poteva per un libro che si propone di celebrare la natura della montagna fare una scelta diversa? Risuonano quasi profetiche le parole scritte da Linda Cottino nella prefazione a proposito di quella “natura che deve vivere attraverso la letteratura” di cui abbiamo detto all’inizio:
“Se distrugge la natura, l’uomo decade, perché uomo e natura sono collegati. E mai come ora il grido d’allarme e di dolore degli scrittori della montagna dovrebbe levarsi ed essere raccolto. Nei due secoli che separano i paesaggi cantati dai romantici dall’odierno antropocene, siamo passati dalla celebrazione letteraria di un mondo di natura intonso e libero di rivelarsi agli animi sensibili in tutte le sue sfumature -tanto nella bellezza quanto nella temibile impotenza- alla natura violata, sopraffatta, ferita, piegata a interessi spiccioli e meschini, del tutto indifferenti al bisogno di armonia e amore per la terra vivente che ci ospita.”
È proprio vero che questo libro ha qualcosa in più e non si tratta delle pagine che parlano della bicicletta, ma di un messaggio chiaro. Quello veicolato da una scelta coerente per evitare uno spreco di risorse che su questa “terra vivente che ci ospita” non possiamo più permetterci.
RUBRICA A CURA DI:
Sono colui che tiene le fila di quest’intreccio di idee, contenuti e competenze che è Fatti di Montagna. In un certo senso, essendone l’ideatore potrei anche definirmi come primo (cronologicamente parlando) partner. Ci tengo che si capisca che Fatti di Montagna non è il mio blog, ma uno strumento che serve per raccontare la montagna.
Scheda partner