I Krampus fanno parte della tradizione di molte zone delle Alpi di lingua tedesca. Si sta diffondendo l’opinione che queste sfilate di inizio avvento degenerino troppo spesso in manifestazioni violente. È così? Ci sono forse situazioni diversificate? Fateci sapere. Serafin ci riporta quanto apprendiamo dai giornali.
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L’origine dei Krampus
Come molti dei lettori fatti di montagna sapranno, nelle zone di lingua tedesca delle Alpi i Krampus sono dei diavoli travestiti che il 6 dicembre, festa dell’Avvento, accompagnano la figura folcloristica di San Nicola da Bari in una tradizionale sfilata lungo le strade del paese. La tradizione è legata alla mitologia cristiana, più precisamente al vescovo San Nicolò e ai suoi servitori denominati Krampus. E Krampus è il demonio sconfitto dal santo e perciò costretto a servirlo.
Il fotografo Stefano Torrione raccoglie in questo diario cinquantaquattro mascherate alpine, dal Piemonte al Friuli Venezia Giulia passando per la Valle d’Aosta, la Lombardia, il Trentino Alto Adige e il Veneto. Il racconto segue un percorso temporale ordinato secondo le date stesse delle fotografie e vuole essere un album antropologico per immagini delle principali feste in maschera sulle Alpi italiane.
L’appello di don Toni Fiung
Oltre che da San Nicolò, che li scaccia il 6 dicembre, i krampus devono guardarsi in questi giorni da un altro religioso, don Toni Fiung, assistente spirituale per la famiglia della diocesi di Bolzano Bressanone. In vista delle tradizionali parate dei demoni che si contrappongono alla figura di San Nicolò, don Toni ha lanciato infatti un forte appello: “I Krampus sono sempre una figura maschile, in molti luoghi usano la forza bruta su coloro che catturano, comprese le donne”.
“Più Gesù Bambino e meno demoni” è dunque l‘invito di don Fiung che il quotidiano l’Adige ha rilanciato il 5 dicembre. In effetti le sfilate a volte degenerano in episodi di violenza. “Violenza sessualizzata”, osserva il sacerdote. “In un momento in cui siamo oppressi dalla guerra e dalle minacce economiche, dovremmo concentrarci molto di più su ciò che è buono per noi, su ciò che ci fa sentire riconciliati e su ciò che ci fa provare gioia”.
Già cinque anni fa il Vescovo Muser parlava di “tradizione che si stava sviluppando in modo sbagliato”
Ma come mai tanto orrore nel periodo dell’Avvento, un tempo considerato tranquillo? Che immagine stiamo trasmettendo ai nostri giovani? Chiamare in causa le guerre che ci assediano può avere un valore relativo. In effetti già cinque anni fa il vescovo Ivo Muser parlava di “una tradizione che si sta sviluppando nel modo sbagliato” e di “un significato ormai sfumato”. Il quotidiano Alto Adige pubblicò quell’anno la sua requisitoria. Era il 27 novembre 2018, quando diffusa era già l’opinione che le tradizionali sfilate di questi diavoli coperti di pellicce e campanacci con maschere spaventose e corna stessero degenerando.
Il vero problema è che sotto le maschere dei diavoli cattivi ci sono giovani che a volte si lasciano prendere la mano dando vita a inopportuni horror show. Qualcuno potrebbe invitarli alla moderazione, ma chi può assumersi tale responsabilità visto che queste sfilate finite talvolta con violente sassaiole sono pane per i denti degli operatori turistici e che il 4 dicembre scorso i Krampus occuparono un’intera pagina a pagamento del Friuli Venezia Giulia sul Corriere della Sera invitando in modo suadente i lettori a venirli a trovare?
Alcuni luoghi dove è presente la tradizione dei Krampus
La festa è celebrata nell’arco dolomitico, in Alto Adige, nelle valli di Fiemme e Fassa, nel Bellunese, ma anche in città come Trieste. Dovunque le maschere demoniache rappresentano il lato oscuro della civiltà contadina. E a proposito di religioni, nei Paesi scandinavi la Riforma luterana e la proibizione del culto dei santi fece subentrare a san Nicola la figura di una giovane donna vestita di bianco con una corona di candele posta sul capo, poi identificata con santa Lucia e festeggiata il 13 dicembre. Ma ancora una volta dietro la santa fece capolino la violenza. La tradizione vuole che nel martirio le siano stati cavati gli occhi.
Roberto Serafin
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Condivido il pensiero del Vescovo. Che messaggio offrono questi krampus se non una visione spaventosa e cruenta del folklore? Anche i loro gesti e comportamenti hanno quella direzione. Ormai c è esagerazione in tutto. Inoltre sono bruttissimi da vedere anche per i bambini. C è ben altro di buono e positivo nella storia delle montagne. Questi non sono altro che fanatismi a prescindere dal nostro pensiero religioso. Si tratta anche di etica e di orgoglio….la visione della montagna non deve corrispondere a queste manifestazioni