La situazione dei nostri ghiacciai era già preoccupante e lo è ancora di più dopo quest’estate: la peggiore mai registrata. Molti dei nostri ghiacciai sono ormai condannati, ma non è lo scenario peggiore. Ci ha spiegato tutto Daniele Cat Berro della Società Meteorologica Italiana.

Qui puoi ascoltare la puntata del podcast in cui, con Daniele, abbiamo parlato anche della situazione ghiacciai

Sui ghiacciai una situazione devastante

Al momento delle misure di metà settembre su ghiacciai per calcolare i bilanci di massa, la situazione che i glaciologi hanno trovato era devastante.

Non che ci si aspettasse qualcosa di diverso in un anno in cui caldo e siccità hanno creato una combinazione che potremmo definire diabolica. L’estate è stata caldissima, la più calda mai registrata in secoli di osservazioni e comparabile solo a quella del 2003. La cosa davvero sbalorditiva è che a soli 19 anni di distanza si sia riproposta una situazione che dal punto di vista delle temperature era stata considerata di portata plurisecolare, se non millenaria. Sostanzialmente inspiegabile senza prendere in considerazione gli effetti delle attività umane sul clima. Purtroppo sappiamo dai modelli sul clima futuro che simili episodi di caldo estremo aumenteranno via via di frequenza, intensità ed estensione territoriale.

Colle Ciardoney ghiacciaio
Questa era la pessima situazione al Colle Ciardoney al sopralluogo intermedio del 14 luglio 2022, con il ghiacciaio già completamente privo sia del nevato dell’inverno 2021-22, sia dei modesti accumuli di valanga pluriennali che negli anni precedenti rimanevano sotto le pareti Nord delle Uje di Ciardoney. 
La palina n. 1 al Colle indicava una perdita di spessore, eccezionalmente precoce, di 102 cm in una ventina di giorni, e l’ultimo elemento infisso nel ghiaccio cadrà pochi giorni prima della visita di chiusura del bilancio a metà settembre, senza tuttavia impedire una ragionevole stima della perdita di spessore in questo punto, valutata in ben 400 cm (foto Pierluigi Cullino via Nimbus.it).
In apertura: 20 settembre 2022, ore 08:15. Il primo raggio di sole raggiunge il Colle Ciardoney salendo sopra la cresta della Grande Uja (3325 m).

Le perdite dei ghiacciai di quest’estate

In tutte le Alpi a quote intorno ai 3000 m si sono persi dai 3 ai 6 metri di spessore di di ghiaccio: non era mai stata documentata una stagione peggiore.

Partendo con l’analisi da quello che per la Società Meteorologica Italiana è il laboratorio a cielo aperto, ovvero il ghiacciaio del Ciardoney sul versante piemontese del Gran Paradiso, non avevamo di sicuro aspettative positive. Infatti già osservazioni fatte a luglio avevano mostrato un ghiacciaio completamente spoglio di neve come capita di osservare, anche nelle annate negative, nella seconda metà di agosto o a settembre. Come temuto, le misure effettuate il 20 settembre, hanno confermato la peggior annata di sempre con perdite di spessore di ghiaccio dai 4 ai 5 metri e mezzo in tre mesi d’estate. Con un bilancio medio sull’intero ghiacciaio espresso in acqua equivalente di – 4 m.

Situazione che, come dicevamo, si è replicata su molti altri ghiacciai delle Alpi. Per fare degli esempi, valori terribilmente negativi si sono registrati anche anche sul ghiacciaio del Lupo sulle Orobie Valtellinesi (-4 m) e sul versante settentrionale del Gran Paradiso con -3,3 sul ghiacciaio del Grand Etret. Inoltre molti piccoli ghiacciai sono scomparsi: sono dati davvero impressionanti!

La svizzera ha perso il 6% del volume glaciale in un’estate

Nel Canton Ticino il ghiacciaio del Basodino ha perso -3,8 metri e nel Vallese il grande ghiacciaio dell’Aletsch, il più grande ghiacciaio delle Alpi, nella sua zona medio-bassa, Konkordiaplatz a 2800 metri di quota, dove confluiscono le varie colate d’alta quota che alimentano la lingua glaciale, si sono persi 6 metri di spessore.

I glaciologi svizzeri hanno già calcolato, con grande prontezza, che nel corso di quest’estate la Svizzera ha perso il 6% del suo volume glaciale. Questo dato è davvero incredibile, soprattutto pensando che se ha perso il 6% di volume glaciale la Svizzera, spannometricamente possiamo ritenere che le intere Alpi abbiano perso circa il 10%, in quanto ci sono zone che hanno sofferto ancor più della Svizzera la deglaciazione di quest’anno. Finora era del 2003 il peggior valore, anno in cui la Svizzera perse il 3,4% del volume glaciale.

Ghiacciaio Ciardoney deglaciazione
20 settembre 2022: l’équipe coordinata dalla Società Meteorologica Italiana percorre il Ghiacciaio Ciardoney devastato dalla peggiore combinazione tra scarsità di neve invernale e calura estiva mai registrata nelle lunghe serie meteorologiche dell’area alpina. Nessuna traccia di neve residua, perdite di spessore fino a 5 metri e mezzo, enormi solchi incisi dall’acqua di fusione e luoghi resi irriconoscibili dalla rapidissima consunzione della massa glaciale.

Gran parte dei ghiacciai sono già condannati, ma non è lo scenario peggiore

Se, come sembra probabile, stagioni di questo tipo dovessero diventare più frequenti, gran parte dei ghiacciai al di sotto dei 3500 m potrebbero scomparire. La realtà è che gran parte dei ghiacciai attuali sono oramai condannati anche con il clima odierno, senza prendere in considerazione un, peraltro molto probabile, aumento ulteriore di temperatura. Anche se la temperatura nei prossimi decenni non dovesse aumentare perderemo comunque entro questo secolo il 40% del volume di ghiaccio alpino. I ghiacciai sono infatti l’eredità di un clima passato più freddo che non c’è più: ci sono perché c’erano. Ma ancora per poco perché sono in totale disequilibrio con il clima attuale. Sotto i 3500 metri di quota i ghiacciai non accumulano più.

Anche ghiacciai molto estesi come quello dell’Adamello, che è il più grande ghiacciaio d’Italia con circa 15 km² di superficie, è già condannato con il clima attuale. Si trova infatti a una quota relativamente bassa, quasi totalmente sotto i 3400-3500 metri: in completo disequilibrio, non accumula più nulla ed è costantemente in perdita.

Invece, lo scenario con il fallimento delle politiche climatiche, cioè con il mondo a fine secolo a 5° sopra il clima dell’era preindustriale, è di una perdita del 95% del volume di ghiaccio! Quindi ci rimarrebbe solo un po’ di ghiaccio sopra i 4000 m.

Per quanto sia già seriamente compromessa la situazione dei nostri ghiacciai, si capisce quanto sia urgente limitare al massimo le emissioni di gas ad effetto serra per scongiurare lo scenario peggiore.

Appuntamenti a proposito di ghiacciai

Ancora visitabile, e fortemente consigliata, fino al 18 novembre al Forte di Bard (AO) la mostra “Earth’s Memory, i ghiacciai testimoni della crisi climatica”: un viaggio fotografico-scientifico ideato e diretto dal fotografo Fabiano Ventura.

Altra mostra fotografica molto interessante da visitare entro il 30 ottobre è “Terra Glacialis” organizzata dal Servizio Glaciologico Lombardo presso il Museo dell’imprenditoria Vigevanese. I ghiacciai della Lombardia: un patrimonio minacciato dalla crisi climatica.

17 Ottobre 2022
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Società Meteorologica Italiana

La Società Meteorologica Italiana è la maggiore associazione nazionale per lo studio e la divulgazione di meteorologia, climatologia e glaciologia. È un’associazione scientifica senza fini di lucro e opera su tutto il territorio nazionale conservando stretto legame con la Società Meteorologica Subalpina che ne è socio fondatore nel territorio alpino occidentale, Francia e Svizzera incluse. SMI  promuove ed incoraggia lo sviluppo e la conoscenza delle scienze dell’atmosfera in Italia. Appartiene a UniMet (Unione Meteorologia Italiana) ed all’European Meteorological Society.

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