Scarsità di precipitazioni da mesi e caldo sopra le medie ci hanno portato in una situazione di siccità davvero eccezionale. Da cosa è causata? Quel è lo stato dei ghiacciai? Cosa dobbiamo aspettarci? Ne abbiamo come al solito parlato con il nostro meteorologo di fiducia Daniele Cat Berro

Ascolta la chiacchierata con Daniele Cat Berro

ATTENZIONE: questa puntata del podcast è stata registrata in data 30 giugno e l’articolo è stato programmato per la pubblicazione prima di sapere che in Marmolada sarebbero accaduti i tragici eventi di domenica 3 luglio. Eventi che purtroppo portano su tutte le pagine di cronaca la situazione preoccupante dei ghiacciai che qui viene evidenziata.

Siccità: qual è la situazione

Si sperava in una primavera dalle precipitazioni abbondanti per recuperare il deficit idrico dell’inverno, ma così non è stato: anche la primavera è stata sottotono in quanto a precipitazioni. Un po’ di pioggia e neve in quota sono arrivate tra fine aprile e inizio maggio, ma non solo non è assolutamente bastato a ripianare il deficit, non ha neanche impedito l‘innesco di una situazione senza precedenti in fatto di carenza d’innevamento sui ghiacciai.

Ad esempio, su Torino dal primo dicembre al 30 giugno sono caduti solo 108 mm di pioggia. Nella serie storica dei dati su Torino (più di 200 anni!) abbiamo solo tre casi peggiori, ma sono state situazioni che hanno coinvolto i mesi autunnali, invernali e inizio primavera risolvendosi con il ritorno delle abbondanti piogge primaverili. Questa anomalia non riguarda solo le Alpi, ma tutta l’Italia: sebbene la media nazionale sia leggermente migliore, nel semestre dicembre-maggio mancava il 45% circa delle normali precipitazioni.

Il grossissimo problema è che la scarsità di precipitazioni si è abbinata con il caldo. In inverno per quanto le temperature siano sopra media l’evaporazione è limitata. Con la primavera e ancor più con l’inizio dell’estate, invece, il caldo sopra media significa un’evapotraspirazione dalle foreste e dai suoli assai accentuata peggiorando la condizione di aridità dei suoli.

Questa situazione è causata da un anomalo e particolarmente persistente blocco di alta pressione tra l’Europa atlantica e il Mediterraneo il quale fa sì che il percorso abituale delle perturbazioni dall’atlantico verso di noi sia ostacolato. Inoltre gli anticicloni nordafricani hanno mantenuto le temperature molto elevate tra maggio e giugno.

La stato dei ghiacciai

Sulle Alpi questa situazione si è tradotta in una scarsità di innevamento eccezionale. Prendiamo come riferimento i dati del ghiacciaio Ciardoney sul Gran Paradiso, ma la mancanza di neve riguarda quest’anno tutte le Alpi.

Il 1° giugno c’era uno spessore di neve sul ghiacciaio variabile tra i 25 e i 165 cm! Il minimo in trent’anni d’osservazione. Significa che c’erano alcune zone del ghiacciaio con soli 25 cm di manto nevoso residuo dalle precipitazioni invernali che infatti, con la metà di giugno, era già scomparso e ora (30 giugno) il ghiacciaio è completamente spoglio di neve. Una situazione del genere sarebbe preoccupante a settembre, figuriamoci a fine giugno.

D’ora in avanti ogni giorno di caldo in più, ogni temporale che farà cadere pioggia anche in alta quota perderemo spessore di ghiacciaio (martedì 28 giugno c’è stata una perturbazione temporalesca piuttosto intensa su Alpi centro occidentali con pioggia anche a 3500!)

l 1° giugno sul Ghiacciaio Ciardoney, al sito n. 4 (circa 3020 m) il manto nevoso era spesso appena 25 cm, valore minimo mai misurato in un trentennio in qualunque punto di misura sul ghiacciaio in questa stagione.
Il 1° giugno sul Ghiacciaio Ciardoney, al sito n. 4 (circa 3020 m) il manto nevoso era spesso appena 25 cm, valore minimo mai misurato in un trentennio in qualunque punto di misura sul ghiacciaio in questa stagione. (foto nimbus.it)

La siccità durerà fino all’inizio dell’autunno?

All’orizzonte non ci sono situazioni piovose in grado di risolvere la siccità in maniera significativa e difficilmente ciò potrà avvenire nel corso dell’estate. Con una condizione di siccità così radicata da diversi mesi non bastano dei temporali perchè per loro natura sono irregolari sul territorio ed essendo molto intensi, generano un rapido ruscellamento dell’acqua in superficie senza andare ad alimentare in maniera rilevante le falde.

Purtroppo tutte le previsioni stagionali dei principali centri di calcolo europei indicano un’estate moto più calda e secca del normale almeno fino all’inizio dell’autunno. Sappiamo che le previsioni stagionali hanno ancora un margine di incertezza piuttosto elevato, ma il fatto che tutte siano allineate su questa tendenza non ci fa ben sperare… significa che c’è una probabilità molto alta che la previsione si avveri.

La correlazione con i cambiamenti climatici

Su questa situazione è certo che in qualche misura ci sia l’effetto del cambiamento climatico, soprattutto per quanto riguarda le temperature. È fuor di dubbio che un’anomalia calda di queste proporzioni porti pesantemente l’impronta del riscaldamento globale antropogenico.

Sulla siccità è più difficile dirlo però questa situazione si accorda con la sospetta tendenza a maggiori situazioni di blocco atmosferico che si traducono o in piogge intense e persistenti o in lunghi periodi siccitosi come in questo caso. Sicuramente nei prossimi mesi e nei prossimi anni, data l’enormità di questa anomalia ci saranno molteplici studi e modellizzazioni.

Carta di probabilità delle anomalie di temperatura nel mondo nel trimestre giugno-agosto 2022 (fonte ECMWF, via servizio EU-Copernicus). I colori rossi che caratterizzano gran parte d'Europa e le intere Alpi indicano una probabilità superiore al 70% che le temperature medie dell'estate 2022 si collochino al di sopra del terzile superiore della distribuzione statistica (ovvero che l'estate ricada nel gruppo di quelle ben più calde del normale).
Carta di probabilità delle anomalie di temperatura nel mondo nel trimestre giugno-agosto 2022 (fonte ECMWF, via servizio EU-Copernicus). I colori rossi che caratterizzano gran parte d’Europa e le intere Alpi indicano una probabilità superiore al 70% che le temperature medie dell’estate 2022 si collochino al di sopra del terzile superiore della distribuzione statistica (ovvero che l’estate ricada nel gruppo di quelle ben più calde del normale). 

Gli effetti della siccità che dobbiamo aspettarci

Per i ghiacciai sarà una stagione disastrosa, in cui si rischia di superare i livelli di fusione del 2003 (anno emblematico che si sperava non eguagliatile…) quando erano andati perduti dal 5 al 10% del volume di ghiaccio delle Alpi. Quest’anno le premesse sono anche peggiori del 2003 quando, a questo punto della stagione, i ghiacciai non erano già messi così male.

Avremo un’alterazione dei regimi idrologici, con meno acqua nei bacini non glacializzati. Nei bacini glacializzati, cioè quei torrenti e fiumi che hanno origine in regioni con ghiacciai (ad esempio la Dora Baltea, l’Adda o l’Adige), di acqua ce ne sarà perchè fonderà molto il ghiaccio in alta quota.

Arrivando in pianura, i disagi si faranno sentire in tutti i comparti d’uso dell’acqua dall’idroelettrico, all’agricoltura fino agli usi idropotabili.

Non ci rendiamo ancora abbastanza conto della criticità della situazione perchè diamo per scontato che l’acqua ci sia sempre. Soprattutto chi vive nelle regioni alpine e padane, finora ha potuto immaginare l’acqua come una risorsa illimitata. Stiamo toccando con mano che non è così e forse per la prima volta ci troveremo a confrontarci con dei razionamenti che avranno un impatto anche nella nostra vita quotidiana.

Questo sarà una lezione per il futuro perché i modelli di previsione del clima ci dicono che situazioni di questo tipo potranno moltiplicarsi. In inverno avremo piovosità, ma con un aumento di quota del limite pioggia-neve. In estate avremo una riduzione della risorsa idrica: ci sarà una diminuzione della piovosità nel bacino del Mediterraneo (e questo sarà un problema per le Alpi, ma ancor più per gli Appennini), e, con l’aumento delle temperature, la neve fonderà anticipatamente in primavera lasciando maggiormente i fiumi a secco in estate.


Per approfondire: mostre sui ghiacciai a Bard

Per approfondire il tema ghiacciai, alcune mostre in programma quest’estate al forte di Bard (che Daniele ci ha presentato nel podcast):

Umberto Monterin, di ghiaccio di sabbia. Fino al 4 dicembre

Earth’s Memory, i ghiacciai testimoni della crisi climatica. Fino al 18 novembre

Terza tappa del progetto L’Adieu des glaciers: Il Gran Paradiso: ricerca fotografica e scientifica. Fino al 13 novembre

4 Luglio 2022
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Società Meteorologica Italiana

La Società Meteorologica Italiana è la maggiore associazione nazionale per lo studio e la divulgazione di meteorologia, climatologia e glaciologia. È un’associazione scientifica senza fini di lucro e opera su tutto il territorio nazionale conservando stretto legame con la Società Meteorologica Subalpina che ne è socio fondatore nel territorio alpino occidentale, Francia e Svizzera incluse. SMI  promuove ed incoraggia lo sviluppo e la conoscenza delle scienze dell’atmosfera in Italia. Appartiene a UniMet (Unione Meteorologia Italiana) ed all’European Meteorological Society.

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