L’ultima notizia della rassegna settimanale ci arriva da Torino dove per la prima volte viene inserita nelle deleghe di un assessorato quella alla metromontagna: una buona notizia
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Per concludere queste mie note, debbo dire che mi ha molto colpito, caro Luca, la notizia che Torino può vantare nella Giunta appena eletta un’assessora “metromontana”. Il compito è stato assegnato a Gianna Pentenero assessora al lavoro, polizia municipale e sicurezza della nuova Giunta di Torino che si definisce Città delle Alpi. Per questa iniziativa, definita senza precedenti, l’Associazione Dislivelli si rallegra con il neo sindaco Stefano Lo Russo e augura buon lavoro all’assessora ringraziando Roberto Colombero e Marco Bussone di Uncem per aver suggerito alla nuova Giunta di inserire questa figura in grado di occuparsi dei rapporti montagna-città e città-montagna.
Non ti sarà certamente sfuggito, vero Luca?, che alle politiche che ora si definiscono metro-montane era dedicato il numero estivo della rivista Dislivelli, organo dell’omonima associazione diretto da Maurizio Dematteis.
Ma per essere onesti anche Milano si candida a diventare un laboratorio green per il Paese guardando con accresciuto interesse alle sue montagne come è logico da quando è stato creato l’asse Milano-Cortina. Già, perché come sostiene il sindaco Beppe Sala è dalle città che possono arrivare i veri cambiamenti.
Ora a separare Torino e Milano ci sono 140 chilometri di autostrada e un oceano di pensieri, di sentimenti, di modi d’essere e di sentire che viaggiano in parallelo. Ma non è escluso che ogni tanto s’incontrino. A Palazzo Marino Elena Buscemi Vicepresidente del Consiglio Comunale presso Comune di Milano e Consigliera Delegata al lavoro e politiche sociali presso Città metropolitana di Milano potrebbe essere a sua volta definita “metromontana”. O no? Lessi a suo tempo la sua opinione che la domanda di montagna sia in crescita a Milano e nell’hinterland e che un nuovo cammino vada intrapreso per elevare in città lo standard non solo tecnico di conoscenza della montagna. E io nel mio piccolo domando e dico: se non si tratta di una strategia metromontana, che cos’altro può essere?
Roberto Serafin
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