Davide Fiz, 46 anni, commercial sales freelance di Livorno, è l’ideatore del progetto Smart Walking che lo vede impegnato a percorrere 20 cammini in tutte le 20 regioni italiane, dividendo le sue giornate tra trekking e smart working nei borghi attraversati dai cammini.

Ascolta la chiacchierata con Davide Fiz

Smart Walking è anche uno spot per il turismo lento

Un giorno Davide Fiz si è chiesto: “perchè devo riservare il percorrere i cammini che sono la mia passione, il camminare che mi fa stare così bene, alle sole vacanze?” Davide, avendo la fortuna di essere freelance e quindi di poter lavorare da qualsiasi luogo, a patto di avere una rete internet, ha deciso di sfruttala e di dare avvio al progetto Smart Walking. A marzo 2022 si è messo in cammino con l’idea di percorrere 20 cammini, uno per regione italiana: è proprio durante uno di questi cammini, quello di San Vili in Trentino, che l’ho intercettato grazie al nostro amico Mirko Sotgiu (che cura la nostra rubrica di fotografia Fatti obiettivi) che lo stava accompagnando in quelle tappe.

Ho deciso così di raggiungerlo on-line prima che ripartisse per il successivo cammino per chiedergli di raccontarci il progetto con il quale ha fatto una chiara scelta di vita: cercare un nuovo equilibrio conciliando lavoro e cammino. Come ci ha spiegato però, questo suo progetto non solo dimostra che è possibile, per chi ha un lavoro che lo permette, camminare immersi nella natura e ogni giorno arrivare in un paesino e aprire il proprio ufficio nel b&b. Smart Walking è anche uno spot per un turismo lento, come quello dei cammini, che non ha bisogno di grandi numeri per portare giovamento alle comunità che attraversa e soprattutto può essere facilmente destagionalizzabile.

Nella chiacchierata abbiamo anche condiviso un auspicio: che in molti piccoli comuni e frazioni d’Italia, oltre ai b&b e ostelli per accogliere chi cammina, nascano anche dei co-working con una rete che permetta a chi arriva di connettersi ed eventualmente lavorare.

mirkosotgiu trekkingfotografici DSC8549 1 Davide Fiz e Smart Walking: un nuovo equilibrio benefico. Non solo per sé.
Davide Fiz al lavoro (qui con Mirko Sotgiu a dx) e nella foto d’aperture in cammino sul Cammino di San Vili. (tutte le foto nella pagina sono di Mirko Sotgiu)

Il lavoro da remoto può essere risorsa per i piccoli paesi

Perché se Davide ha portato all’estremo il concetto di lavoro da “nomade digitale”, in realtà, un’altra scelta possibile è quella di trasferirsi in un paese in montagna o comunque di un’area interna per qualche mese l’anno, diventando abitanti, anche se non residenti stabili, di un territorio. In molti casi, sarebbe un buon aiuto per l’economia locale e per la possibilità di attrarre servizi a giovamento di tutta la comunità. Il camminare di Davide e il fermarsi nei piccoli paesi a lavorare può essere di stimolo ad investire su questo nuovo tipo di attrattività, che non è solo turistica, ma sono esigenze di vita che si fanno complementari e portano un reciproco vantaggio: di chi lavora e vuole rimanere a vivere nelle aree interne a bassa densità demografica e di chi può e preferisce spostarsi dalle aree urbane lavorando da remoto.

IMG 6868 Davide Fiz e Smart Walking: un nuovo equilibrio benefico. Non solo per sé.

Smart Walking continua (e come seguirlo)

E terminate le 20 regioni? Nell’immediato futuro c’è la prima edizione dello Smart Walking Fest, che lui stesso ha organizzato, a Carsoli il 22 e 23 ottobre. Ma Davide non ha certo intenzione di fermarsi e continuerà a camminare con Smart Walking 2023 e un nuovo filo conduttore che lo guiderà nella scelta dei cammini… ce lo ha svelato nella chiacchierata che potete ascoltare nella puntata del podcast!

Davide Fiz racconta le sue giornate sul suo profilo Instagram  sulla pagina ufficiale di progetto su Linkedin e su Mountain Blog media partner dell’iniziativa, con uno speciale a lui dedicato come experience blogger.

27 Settembre 2022
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RUBRICA A CURA DI:
Luca Serenthà

Sono colui che tiene le fila di quest’intreccio di idee, contenuti e competenze che è Fatti di Montagna. In un certo senso, essendone l’ideatore potrei anche definirmi come primo (cronologicamente parlando) partner. Ci tengo che si capisca che Fatti di Montagna non è il mio blog, ma uno strumento che serve per raccontare la montagna.

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