L’aumento degli incidenti in montagna non è legato solo all’aumento dei pericoli a causa del cambiamento climatico. C’è anche un forte aumento della frequentazione e della pratica delle più svariate attività: il problema sta nel fatto che tutto ciò non è accompagnato da competenze e consapevolezza che portino ad un’adeguata gestione del rischio.

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Il confine tra gestione del rischio e incoscienza

Mi dispiace dovermi avventurare in un argomento sgradevole. Non c’è domenica o giorno festivo senza che in montagna il Soccorso alpino debba sbrogliare intricate matasse cercando di mettere in salvo centinaia di “senza giudizio” – così li chiamavano i nostri antenati che bazzicavano la montagna. Due casi ricorrenti riguardano gente rimasta impigliata tra i rami con il parapendio e i ciclisti elettrificati che vanno a sbattere contro gli alberi o finiscono nei precipizi. 

Ma ora a mettersi nei guai provvedono anche gli slackliners sospesi su sottili fettucce, realtà tutt’altro che infrequente da quando questi poco innocenti trastulli sono diventati un diversivo diffuso.  

A mio avviso un’ipotesi abbastanza accettabile è che la società moderna spinga costantemente alla ricerca del piacere e dell’autoaffermazione spostando sempre più in alto l’asticella del rischio. Insomma il gusto del rischio nascerebbe da modelli culturali interiorizzati, per cui l’individuo oggi alla mercé di guerre e pandemie s’illude che saper superare ostacoli sia dimostrazione di vis, di forza. 

Purtroppo quella che oggi sembra mancare è la consapevolezza dei rischi oggettivi e delle proprie capacità, competenze, preparazione fisica. E non posso che concordare con te, caro Luca: la gestione del rischio diventa incoscienza nel momento in cui viene a mancare la consapevolezza.

slackline abusiva Copia Dalla slackline alle escursioni: senza consapevolezza non c'è gestione del rischio

Una slackline incosciente

Tornando ai “senza giudizio”, a sfidare il vuoto sono stati nell’ultimo week end di settembre quattro persone intente a percorrere una slackline montata tra la torre Stabeler e la torre Winkler nel gruppo del Catinaccio, a una quota di circa 2800 metri. I quattro sono stati avvistati dall’elicottero AW169 delle Fiamme Gialle e identificati a terra dal Soccorso Alpino della Guardia di Finanza. 

Si è così saputo che la slackline è risultata non autorizzata dall’Ente Nazionale Aviazione Civile e dunque non segnalata come impongono i regolamenti. Scontato è che la presenza della fettuccia sospesa tra due appicchi rocciosi avrebbe potuto rappresentare un grave pericolo anche per il volo aereo. Problema che però non ha nemmeno sfiorato gli slickliners, campioni mondiali d’incoscienza. 

Soccorritori Dalla slackline alle escursioni: senza consapevolezza non c'è gestione del rischio

In montagna aumentano pericoli e soccorsi

Un grido d’allarme per l’aumento di sconsiderati che si espongono a rischi mortali in montagna viene anche dalla Commissione per Protezione delle Alpi (Cipra). Sul notiziario della Cipra si legge che, stremati da un percorso troppo impegnativo, nel giugno 2022 un centinaio di studenti tedeschi si sono trovati in difficoltà in montagna nel Kleinwalsertal e hanno dovuto essere salvati in elicottero. L’escursione, descritta su internet come una “passeggiata domenicale”, si è rivelata una cresta affilata ed esposta con passaggi di arrampicata. 

Non so come stiano le cose in Italia, ma mi risulta che secondo il Club Alpino Svizzero (CAS), nel 2021 il soccorso alpino sia intervenuto in aiuto di circa 1.500 escursionisti, 68 dei quali deceduti. Un numero mai raggiunto prima, viene specificato. Particolare importante. Tutte le organizzazioni di soccorso dei Paesi alpini attribuiscono la causa di questo fenomeno al fatto che dopo le restrizioni della pandemia è aumentato il numero di persone che si recano in montagna, soprattutto d’estate.

E qui una domanda a mio avviso s’impone. Hanno forse sortito qualche benefico effetto in Italia le pur benemerite campagne per la sicurezza gestite del Soccorso alpino e denominate “Sicuri in montagna” per mettere meglio a fuoco i rischi nell’arrampicata in falesia non meno che nell’innocente andare per funghi? 

A proposito. Alla Protezione civile si deve in questi giorni la benemerita campagna “Io non rischio”. La “Settimana nazionale della Protezione civile” che si è tenuta dal 10 al 16 ottobre prevedeva sette giorni di eventi e iniziative a livello nazionale e locale. Sapremo farne tesoro da quegli scriteriati che sovente ci riveliamo?

Roberto Serafin

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13 Ottobre 2022
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MountCity

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