Nel 2020 è stato record d’interventi del Soccorso Alpino: estate ed escursionismo sono in cima alla classifica dei soccorsi.

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Mai tanti interventi del soccorso alpino come nel 2020

L’impressione è che molte persone, complice il lockdown, si siano di recente avvicinate alla montagna per la prima volta non comprendendo fino in fondo i pericoli che essa comporta. Starsene a casa, interagendo con altri attraverso il computer, non è evidentemente la stessa cosa del muoversi in un ambiente considerato ostile. Sembra inoltre accertato che in tanti giovani tormentati dall’ansia si stia attenuando il gusto del rischio e di conseguenza la capacità di affrontare le difficoltà che i monti per loro natura oppongono per metterci alla prova. 

Non è chiaro se dipende da questo atteggiamento l’aumento di interventi del Soccorso alpino registrato nel corso del 2020. Sta di fatto che nell’anno passato, pesantemente condizionato da lunghi mesi di lockdown, si è registrato il più alto numero di interventi di soccorso nella storia del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico

Un po’ di dati del Soccorso Alpino per il 2020

Gli interventi si sono concentrati nel periodo estivo, quando valli e cime sono diventate mete privilegiate per milioni di italiani, molti dei quali per la prima volta hanno scelto di trascorrere le ferie in quota. Anche per questo motivo si è registrato in tale periodo un balzo degli interventi del Soccorso Alpino e Speleologico con un +45% su scala nazionale.

In totale nel 2020 sono state compiute 10.279 missioni, di cui 7.658 in terreno impervio, con l’impiego di 43.247 soccorritori, pari a 29.459 giornate, sfiorando le 200.000 ore totali di impiegoOltre 450, purtroppo, le vittime. Le attività per cui si registra il maggior numero di interventi è l’escursionismo, cioè le passeggiate in montagna. Qui si registra anche il maggior numero dei morti. Nel mese di gennaio 2021 i morti in incidenti sulle montagne italiane sono stati 29, uno meno del 2020 ma il dato non è positivo perché gli interventi sono stati soltanto 500 contro i 1500 dello scorso anno.

1 Soccorso Alpino: un record da evitare
Qui puoi leggere tutti i dati 2020 a cura del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico

Il maggior numero di interventi del Soccorso Alpino è per cadute e scivolate

La buona notizia è che le persone decedute rappresentano una piccola minoranza, circa il 5 per cento, del totale dei soggetti per cui si muove il soccorso alpino. La grande maggioranza è infatti composta da feriti lievi e illesi. Le valanghe e le frane, e in generale gli eventi estremi, rappresentano a loro volta una parte minoritaria degli eventi che rendono necessario un intervento: la maggior parte è causata da cadute, scivolate, incapacità e malori.

Ora la stagione delle vacanze è alle porte e come di consueto il Soccorso alpino suggerisce le regole di prudenza che saranno come di consueto disattese. Poco ma sicuro, gli interventi di colpo torneranno sui numeri degli anni precedenti. Attenti per cominciare a dove si mettono i piedi. Cadute e/o scivolate, su tutti i terreni, occupano la testa della classifica con 4.604 casi (46,9%). Segue la voce “incapacità” (28,4%), che comprende fra l’altro situazioni quali: perdita di orientamento, sfinimenti, ritardi. Meditate gente. (Serafin)

28 Aprile 2021
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MountCity

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