Roberto Serafin questa settimana ci ha confezionato una rassegna in cui si parla di animali e piante, ovvero del modo con cui a volte sappiamo ben interagire con essi a vantaggio di tutti e a volte invece compiamo azioni brutali e dannose a svantaggio di tutti.

Qui puoi ascoltare la rassegna settimanale

La capretta buttata

Oggi ti dico subito, caro Luca, che i fatti e i misfatti di cui mi occupo riguardano una capretta, un cervo, un cane da pastore e uno stambecco bianco. Un bel quartetto, ti pare?

Il misfatto, un deplorevolissimo misfatto, è stato compiuto a Bordighera dove una capretta è stata gettata viva la scorsa settimana in un cassonetto dell’immondizia perché malata dopo averle strappato dall’orecchio il chip identificativo. Questa storia ha indubbiamente suscitato orrore e pietà anche in chi, e io tra questi, non si dichiara animalista. E anche un certo disgusto. La scoperta è stata fatta da alcuni passanti richiamati dai lamenti dell’animale il cui proprietario se ne era liberato proprio come se fosse un rifiuto. Poi si è appreso dal sito lazampa.it che l’animale è stato pietosamente soppresso dal servizio veterinario in considerazione delle sue condizioni critiche. 

cervo catturato

Catturato il cervo aggressore

Non so se definire sollievo il sentimento con cui si è invece appreso della cattura del cervo maschio che a Tarvisio aggredì una coppia di anziani mandandoli malconci in ospedale. Per l’esattezza l’operazione, eseguita in telenarcosi dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Tarvisio è stata condivisa con la Direzione Regionale Centrale per le Risorse Agroalimentari, Forestali ed Ittiche, ed eseguita con l’assistenza del personale veterinario dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale. Tutto in regola. Resta  però il fatto che sull’innocenza del cervo non dovrebbero sussistere dubbi. In realtà i cervi maschi li si può capire. Nel periodo degli amori sono talmente eccitati dalle femmine che diventano meno attenti e meno timorosi persino alla presenza dell’uomo che in genere temono. Ma c’è un particolare che rende questo cervo doppiamente innocente. È stato segnalato che in quella zona del Tarvisiano è da tempo diffusa la pratica del foraggiamento di animali selvatici deponendo al suolo alimenti. Questo ha probabilmente causato la frequentazione abituale dell’animale nelle vicinanze delle abitazioni, determinando così il rischio di interazioni con l’essere umano, sempre molto rischiose, e sottostimate. 

I carabinieri, qui lo voglio sottolineare, ribadiscono che il foraggiamento degli animali selvatici, oltre che essere una pratica irregolare e potenzialmente sanzionabile, può determinare anche altri profili di responsabilità.

pastore maremmano - maremmani al lavoro

Maremmani al lavoro, attenzione!

Avrai visto anche tu, caro Luca, che si parla ancora una volta sui giornali locali dei problemi che si vengono a creare con i cani da guardiania impegnati nella custodia di ovini e bovini oggi particolarmente esposti alle incursioni dei predatori. La novità è che nel Trentino la Provincia autonoma e il Servizio provinciale foreste hanno autorizzato l’esposizione di cartelli che richiamano l’attenzione dei turisti sulla ben nota aggressività di questi animali. “Cani da protezione al lavoro”, si legge. “Stai lontano dal bestiame al pascolo. Tieni il tuo cane al guinzaglio. In caso di atteggiamento aggressivo dei cani da protezione, non correre, ma allontanati lentamente; se sei in bicicletta scendi dal mezzo e allontanati lentamente”. 

Questo è scritto nei cartelli affissi lungo le mulattiere sul pianoro delle cave a Villamontagna. Si riferiscono ai cani da pastore maremmani abruzzesi. 

Lorenzo Redi, titolare dell’azienda agricola nell’area delle cave proprietaria di quei cani spiega però che quei cartelli “servono solo a dare consigli a chi frequenta queste stradine”. E assicura che ogni qualvolta fa uscire capre e pecore dai recinti, per spostarsi verso i prati della zona, lui o suo figlio sono sempre presenti. Com’è insomma giusto, le greggi non sono mai lasciate alla sola custodia dei tre maremmani abruzzesi in servizio.

A proposito. Questi cani da pastore vengono consigliati dalla stessa Provincia autonoma perché adatti al lavoro da guardiania: agli allevatori viene offerto anche un contributo del 90% sul prezzo di acquisto (che mediamente è di circa 700 euro più Iva). L’ente pubblico fornisce, inoltre, la consulenza di un educatore per affinare il comportamento dei cani. Che per quanto educati e dall’aria mite non vanno assolutamente accarezzati!

In libreria la favola di Fiammetta la pastorella 

Esce dall’8 dicembre nelle librerie un libro dedicato a Fiammetta, la pastorella che come si ricorderà faceva didattica a distanza tra le capre. Una favola ovviamente. S’intitola “Fiammetta e lo stambecco bianco” (Extempora edizioni, 40 pagine). Ne è autore Massimo Granchi, illustratore Davide Maria Lucchesi. Età di lettura: da 9 anni. Prima di entrare nel mondo delle favole, Fiammetta non ha però perso tempo. Si è fatta notare anche in quello del pallone. La squadra di calcio del Cagliari la ha infatti adottata come mascotte. E non è finita. Ai primi di ottobre la bambina di origini sarde ha scritto al Papa esprimendo il desiderio d’incontrarlo. Accontentata. L’incontro con Papa Francesco, a margine dell’udienza del 30 ottobre, è durato circa 15 minuti e il pontefice ha promesso cha si recherà a trovare la piccola Heidi, pardon, Fiammetta. Fra i belati delle sue caprette ovviamente 

cosmea

Bella e resiliente: comportatevi come la cosmea”. Il messaggio di Vittorina

Per concludere, a costo di mettere alla prova la pazienza i nostri amici lettori, vorrei raccontare della cosmea che fa fiori bellissimi bianchi, gialli, rosa o rossi, molto simili a grosse margherite. Semplice da coltivare, la pianta ha una fioritura prolungata che dura dalla primavera fino all’estate e oltre. La sua notorietà è cresciuta sui social grazie alla presentazione che ne ha fatto Vittorina Prina di Baceno, località della bella Valle Antigorio. “Questo fiore che ho coltivato a Verampio”, ha spiegato Vittorina, “ha superato l’alluvione e i temporali di luglio, il solleone di agosto e i primi geli”. Vittorina, donna di grande sensibilità, augura perciò in Facebook agli amici di poter essere “resilienti” come l’ammirevole cosmea, “superando difficoltà e insidie”. 

Vittorina Prina copia Capretta buttata, cervo catturato, stambecco bianco, maremmani al lavoro e cosmea resiliente: storie del nostro interagire con gli animali e l'ambiente
Vittorina Prina

Non c’è dubbio che un po’ Vittorina si identifichi in questo fiore. Come raccontò a MountCity, fu in Val Cannobina che contribuì a far nascere l’azienda “Erba Bönache produce tisane, caramelle e altri prodotti utilizzando erbe officinali da coltivazione biologica. Oggi è Vittorina la figura di riferimento di questa esperienza di piccola imprenditoria femminile alpina. E non si stenta a credere, come si legge nel sito dell’azienda, che lo spirito che anima i soci di Erba Böna, in maggioranza donne, sia l’amore per la propria terra e il rispetto dell’ambiente.

Roberto Serafin

11 Novembre 2021
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MountCity

MountCity è un progetto fondato nel 2013 a Milano che si poggia sulla passione e competenza di uno staff di cittadini appassionati di montagna, all’occorrenza con il sostegno di associazioni di volontariato. La piattaforma, grazie alla competenza e professionalità di Roberto Serafin che l’ha curata per 10 anni, è stata punto di riferimento sull’attualità della montagna e dell’outdoor con migliaia di articoli pubblicati. Ora lo spirito di MountCity vive ancora dentro questa rubrica.

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