La Didattica a Distanza sta mettendo a dura prova bambine e bambini con le loro famiglie. Una foto di una bambina che segue la Dad “in mezzo alle caprette” ha fatto scaturire molte discussioni. A noi fa venire in mente che molto meglio della Dad è sicuramente l’outdoor education.
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DAD, idilio o Disagio a Distanza?
Non sarà sfuggita sul web e sui giornali cartacei l’immagine della Heidi del Trentino intenta a fare didattica a distanza (DAD) mentre sullo sfondo pascolano le caprette. Un’occasione impagabile per alcuni editorialisti da tastiera, compreso chi scrive queste note, per esibirsi in commenti deamicisiani, pieni di pastorellerie. Con concretezza in Facebook si è letto qualche opportuno rimprovero ai commentatori di cui sopra. Quante storie! Quell’immagine non fa che rivelare un sano “spirito d’adattamento” ai tempi moderni.
A ridimensionare l’incanto è stata anche la reazione da parte di alcuni genitori. Tutti arrabbiati, arrabbiatissimi. Perché la Dad, per loro e per i loro piccoli, non è “Didattica a distanza” ma “Disagio a distanza”. Sbagliato e fuorviante sarebbe stato insomma il messaggio di quella bambina con la cuffietta di lana che traffica con il computer. Secondo i criticoni da tastiera quelle immagini avrebbero erroneamente indotto a pensare quanto è bella la scuola da casa: basta organizzarsi e disporre di una buona connessione web. E molte sarebbero state le famiglie che si sono sentite prese in giro.

Dad? Meglio l’outdoor education
A qualcuno l’immagine ha invece ricordato la “virtuosa educazione alpina” alla quale è stato di recente dedicato, con il contributo di Enel, un “quaderno” del progetto “Quartieri in quota” portato avanti dall’Associazione Piccolo Principe e che coinvolge a Milano insegnanti e allievi del quartiere periferico Gratosoglio. Il tutto allo scopo di far familiarizzare i ragazzini di città con l’ambiente alpino così estraneo al loro stile di vita tra gli orrendi grattacieli della periferia.
Sfogliando la pubblicazione si ricompone dunque il quadro dell’outdoor education in Italia. “Scuola Natura” risulta, per fare un esempio, un progetto di soggiorno formativo rivolto alle Scuole dell’Infanzia, Primarie e Secondarie di primo grado che il Comune di Milano propone presso le sue Case vacanza. Il soggiorno prevede percorsi dinamici di esplorazione e conoscenza. Più avanti si viene a sapere che negli “asili nel bosco” senza banchi né muri si corre nei prati, ci si arrampica sugli alberi, si scavano buche e si osservano gli insetti: beati i bambini che li frequentano.
È stata anche lanciata sul web l’iniziativa “Scuole naturali”, una piattaforma dedicata ai professionisti dell’outdoor education. E quale miglior esempio di outdoor education puo’ esserci rispetto a quello fornito con le sue caprette dalla piccola Heidi del Trentino? (Serafin)
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