A tutti i frequentatori “a sei zampe” della montagna sarà capitato di incontrare altri cani durante le loro escursioni e magari di trovarsi in dubbio su come comportarsi: tengo al guinzaglio o lo lascio? Mi avvicino o giro alla larga? Anna ci suggerisce, situazione per situazione, il modo migliore di agire.

Qui puoi ascoltare i consigli e le spiegazioni di Anna

Quando siamo in trekking è molto facile incontrare altri cani. Possono essere i cani che accompagnano altri escursionisti, cani che abitano nelle baite, cani da pastore. Come dobbiamo comportarci?

Innanzitutto dobbiamo avere verificato, prima ancora di uscire di casa, se la zona nella quale andremo a fare il nostro trekking per legge o regolamentooffre la possibilità di lasciare libero il cane o impone di tenerlo al guinzaglio. Ipotizziamo che si possa lasciare libero, resta inteso che dovremo avere una ragionevole certezza circa l’educazione del nostro cane nel rispondere ai nostri segnali.

Vediamo i singoli casi:

  • Incontro con il cane di un altro escursionista che è tenuto al guinzaglio

In tal caso il mio consiglio è quello di legare il nostro cane e allargarci per quanto possibile facendo in modo che i due cani abbiano modo di evitare fisicamente l’incontro. 

Non è detto che il motivo per il quale l’altro cane è legato sia che è aggressivo (magari semplicemente non è educato e si allontana eccessivamente), ma il guinzaglio crea tanti problemi e fraintendimenti perché impedisce al cane di comunicare nella maniera corretta usando lo spazio e le posture

  • Incontro con il cane di un altro escursionista che è lasciato libero

In questo caso, se il nostro cane è libero, continuiamo a lasciarlo libero, per lasciare che i cani comunichino tra di loro “alla pari”; l’alternativa è chiedere all’altro di legare il suo cane (ammesso non sia troppo lontano da noi), ma io eviterei di tenere il mio cane legato se un cane libero si sta avvicinando, perché noi con il guinzaglio non possiamo fare niente se non tenere il cane vicino a noi, che non garantisce che l’altro cane, qualora aggressivo, non lo aggredisca comunque, anzi; a mio avviso “gestire” per conto del cane rischia solo di peggiorare la situazione. A tal proposito, se abbiamo un cane piccolo, sconsiglio proprio di prenderlo in braccio, perché questo non fa che aumentare l’interesse dell’altro cane, che si chiederà se il vostro è davvero un cane, perché nella sua esperienza i cani non volano 🙂

border modificata Incontri tra cani in montagna: come comportarsi
  • Incontro con un cane che vive presso la baita dalla quale passiamo o in cui sostiamo

In questa circostanza io consiglio di tenere il nostro cane legato, evitando di portarlo di proposito a “salutare”, ma stando defilati. Sia che il cane della baita sia legato sia che sia libero, in generale sono cani molto abituati all’incontro con avventori, quindi di solito non si mostrano aggressivi; tuttavia, soprattutto se sono legati, tendono magari a sviluppare territorialità quindi evitiamo di disturbarlo. Va inoltre sottolineato che nel territorio della baita dalla quale transitiamo (lo stesso per alpeggi e malghe) il cane del proprietario ha diritto per legge di stare libero, mentre noi siamo “ospiti”.

  • Incontro con un cane che lavora con il pastore (cane da conduzione del gregge o cane da guardia del gregge)

Quando capita che camminando passiamo vicino a un gregge o una mandria teniamo sempre presente che siamo noi gli “invasori”, quindi cerchiamo di rispettare il lavoro altrui, anche di altri cani. I cani da pastore si dividono in conduttori del gregge (più piccoli e scattanti, hanno il compito di tenere il gregge o la mandria unita, evitando fughe di alcuni “disertori” e spostarlo guidandolo da un posto all’altro su indicazione del pastore), e guardiani del gregge, che sono in genere più grossi e si muovono meno. In entrambi i casi si tratta di un lavoro faticoso e non così semplice, quindi evitiamo di andare a disturbare.  Teniamo poi a mente che i guardiani del gregge sono lì per difendere i capi dall’attacco di animali esterni (tra cui lupi, orsi, e predatori vari), tra i quali può rientrare senza dubbio il nostro cane; per questo motivo è bene girare alla larga e mostrare loro che non siamo lì per disturbare.  In generale i cani che lavorano in alpeggi o in campagna sono molto ben addestrati e non è frequente che creino problemi: partiamo sempre dal presupposto che sanno quello che fanno; i guardiani hanno una distanza in testa sotto la quale non ammettono che qualcuno entri, perciò, se un maremmano ci corre incontro abbaiando, abbiamo evidentemente invaso il suo territorio. Appena ce ne accorgiamo teniamo vicino il nostro cane e allarghiamo la traiettoria allontanandoci dal suo territorio senza correre, urlare o minacciare il cane con bastoni, racchette o altro. Lui ci sta solo dicendo allontanarci, non è necessario farlo arrabbiare, basta dargli retta!

Come sempre dobbiamo metterci nell’ottica che siamo noi ospiti, anche un po’ invasori, di un territorio dove altri, anche cani, vivono e lavorano. Quindi rispettiamo il loro territorio e il loro lavoro, come vorremmo facessero avventori nel nostro ufficio. I consigli dati per gli incontri con cani di altri escursionisti, valgono anche se andate al parco di città. Un cane ben socializzato (con cani, persone, ambienti) sa gestire gli incontri molto meglio di come faremmo noi se decidessimo per lui. Siamo consapevoli di quanto sia competente il nostro cane a livello sociale, difficile è valutare rispetto agli altri cani che si incontrano, ma possiamo avere fiducia pensando alle abitudini (se un cane abita in una baita super battuta possiamo pensare che sia capace di relazionarsi, altrimenti non starebbe lì, e idem per i cani che lavorano in alpeggio, più il posto è battuto più possiamo fidarci che sappia cosa fare).

Anna Randazzese

22 Aprile 2020
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RUBRICA A CURA DI:
Aseizampe

Aseizampe, fondata da Anna Randazzese nel 2012, si occupa di educazione cinofila a 360°.

Anna è da sempre un’appassionata di montagna, che frequenta fin da quando era piccola in tutte le stagioni, in particolare nelle sue amate Dolomiti. Da quando si occupa a livello professionale di cinofilia, ha approfondito l’unione dei due mondi, cani e montagna, facendo esperienze anche variegate che ha piacere di condividere per aiutare tanti binomi a godere di queste gioie.

 

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