Ogni tanto qualche nuova impresa di bambini alpinisti riaccende il dibattito sull’opportunità o meno di accompagnarli in certe salite.

Bambini che scalano il Cervino

A 11 anni sulla vetta del Cervino: un sogno diventato realtà” è il titolo che apparve su La Stampa del 15 settembre 2021. Sottotitolo: “Federico, che vive a Beinasco, è il primo bambino italiano a scalare la vetta dalla parte italiana”. Quest’ultima affermazione non corrisponde al vero anche se Federico ha fornito una grande prova di coraggio. Ma a parte questo, forse anche tu, caro Luca, ti domanderai se sia giusto portare un bambino in vetta al Cervino. Se lo chiedeva in un titolo a tutta pagina già il Corriere della Sera di mercoledì 21 luglio 2020, prendendo spunto dalla storia di Jules Molyneaux, l’undicenne scozzese che scalò il Cervino con il padre. Niente di nuovo sotto il sole.

Divisi sull’argomento, a detta di Franco Brevini, firma “alpinistica” del Corrierone, risultano scalatori e guide alpine. “Una scelta troppo pericolosa, non è stato giusto portarlo lassù”, è quanto hanno affermato a proposito di Jules certi addetti ai lavori. Ignorando (e Brevini con loro) che il Cervino non si è mai negato ai bambini. E nemmeno il Monte Bianco visto che l’americano Patrick Sweeney nell’agosto del 2014 portò i suoi due figli di 9 e 11 anni in cima esponendoli a pericoli mortali: durante la salita i tre schivarono per poco una valanga.

Di sicuro la Gran Becca è affare per alpinisti preparati e “navigati” anche se si presenta in genere più abbordabile del Bianco. Piccoli summiter soddisfatti s’incontrano dal bel volume “Whymper, Carrel & Company” a cura di Ludovico Bich (Editions L’Eubage, 2001).

È probabilmente vero che il Cervino, a differenza del Bianco, è una sfida da consumare in famiglia, come suggerisce Bich, convinto che “sul Cervino ci si va con i propri cari, per offrirsi un regalo unico, un ricordo indelebile”.

Federico Tommasi Mattei Faletti Cervino
In apertura Federico. Qui con la guida Faletti (foto via GognaBlog)

Indicazioni della commissione medica UIAA

Problemi medici? Per quanto riguarda l’alta quota, secondo le indicazioni della commissione medica UIAA, per brevi soggiorni non ci sono restrizioni specifiche, almeno fino a 3000 metri, sempre che il bambino sia in buona salute. Al di sopra dei 3000 è bene però porre particolare attenzione al mal di montagna acuto sempre in agguato. Ed è un guaio se i più piccoli non sanno riferire con precisione i sintomi.

Le Tre Cime di Lavaredo il nuovo sogno di Federico

A proposito. Alle imprese del piccolo Federico Tomasi accompagnato dalla guida alpina trentina Matteo Faletti sta per aggiungersene un’altra che farà ulteriormente parlare di lui.

Si tratta di un sogno cullato da tempo da questo piccolo sognatore. Tra i suoi prossimi obiettivi, stavo per dire trastulli, c’è quello di scalare le Tre Cime di Lavaredo e scusate se è poco.

Roberto Serafin

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