Una cerimonia festosa conclude l’anno di celebrazioni per i 150 del CAI Milano e un libro racconta la storia di questa importante sezione che si assume ora la responsabilità di essere connotata come associazione per la promozione sociale.
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La cerimonia e un libro per i 150 anni del CAI Milano
Ai pranzi sociali era d’obbligo indossare smoking e alte uniformi. E le gite profumavano di narcisi. Un secolo e mezzo è trascorso nella vita del Cai Milano e ciò che è sicuramente rimasto, inconfondibile, è il profumo dei narcisi in primavera proveniente dai prati del triangolo Lariano frequentati dagli iscritti. Intatto è rimasto anche il legame con la città di Milano emerso nella cerimonia conclusiva per i 150 anni svoltasi il 18 novembre all’Auditorium San Paolo. Il clima era festoso ma senza l’assillo di apparire eleganti e impettiti, tipico dei nostri padri. Basta mettere a confronto le fotografie dell’epoca e quelle di oggi. Lo sguardo è ora sicuramente rivolto al futuro, in primo piano il ruolo dei rifugi nella lotta al cambiamento climatico.
Un elegante volume scritto a più mani offre un quadro delle attività. Le cifre giustificano l’idea che il sodalizio sia ancora vitale come ai tempi in cui le gite alpine popolari del Cai furono agganciate con sagacia mediatica al Corriere della Sera e ad altri organi di stampa. Oggi sono 6.700 i soci (+500 in un anno), 250 risultano gli istruttori e gli accompagnatori, 15 i rifugi, 17 le attività, 4 le scuole (Nazionale d’Alta Montagna Agostino Parravicini, Scialpinismo Mario Righini, Escursionismo Pippo Bianchi, Sci di Fondo Escursionismo Camillo Zanchi).
I numeri del CAI Milano
Sono poi 400 gli iscritti che ricevono una formazione ogni anno, cinque le sottosezioni (F.A.L.C., Edelweiss, G.A.M., G.E.S.A., Corriere della Sera). Peccato, non trovo il glorioso Gruppo Alpinistico Fior di Roccia di cui sono orgoglioso di avere fatto parte. Organizzavamo sotto la guida di Camillo Onesti il Trofeo Piccozzi di sci alpinismo piantando bandierine fino a quattromila metri per segnare il percorso. E alla fine della giornata eravamo esausti ma felici e anche un po’ brilli. Trovo invece la descrizione di un Sentiero Urbano dal Duomo a Monte Stella, 9,5 km di cui ignoravo l’esistenza. La sfida riguarda l’unire la periferia milanese con l’antico centro.
I discorsi del presidente Roberto Monguzzi e della vicesindaca Anna Scavuzzo
A dare il benvenuto alla cerimonia conclusiva delle celenbrazioni è stato il Presidente Roberto Monguzzi, ricordando che “due grandi missioni ci caratterizzano, oggi più che mai. L’idea che alla montagna occorra avvicinarsi con rispetto, conoscenza e formazione. E il valore sociale che la nostra associazione riveste per tutta la cittadinanza. Da quest’anno, infatti, siamo ente del terzo settore, connotandoci come associazione per la promozione sociale”.
Ospite d’onore è stata la Vicesindaca Anna Scavuzzo, che ha portato anche gli auguri del Sindaco Giuseppe Sala. “La comunità di Milano”, ha detto, “ha un rapporto meraviglioso con le montagne. Oggi più che mai credo che i valori che si sperimentano e si vivono in montagna potranno aiutarci anche a recuperare una relazione con i nostri giovani”.
Tra canti e foto storiche
Immancabile, si è fatto onore il Coro a quattro voci miste. Dagli scaffali della Biblioteca e Fototeca “Luigi Gabba” sono state ripescate ed esposte le immagini della conquista del K2 e di altre storiche spedizioni in cui determinante fu il ruolo della Sezione di Milano.
Tutte testimonianze di una meravigliosa avventura umana e associativa, come ha sottolineato il presidente Monguzzi.
Roberto Serafin
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