Nei Fatti in breve di questa settimana troviamo l’evento conclusivo delle celebrazioni per il 150° del CAI Milano, il protocollo d’intesa tra Ulss e l’associazione dei gestori rifugi Veneti e, infine, le manifestazioni per il clima che continuano in tutto il mondo anche se il clima che peggiora non fa notizia.
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CAI Milano, 150 candeline da spegnere
Il 16 novembre 1873 un piccolo gruppo di scienziati naturalisti e di pioneristici amanti della montagna diede il via alla storia del Club alpino a Milano. Ed è in questa data che Roberto Monguzzi, presidente della storica Sezione, annuncia l’evento di chiusura delle celebrazioni. “Sarà una serata”, sono sue parole, “fra passato, presente e futuro da trascorrere tutti insieme in Sezione assistendo alle premiazioni di allievi e soci che si sono contraddistinti nell’attività alpinistica ed escursionistica”. Presieduto per la prima volta dall’abate Antonio Stoppani, il sodalizio conta oggi 6.200 soci e 250 fra istruttori e accompagnatori, tutti volontari. Fra i quali, nel mio piccolo, il sottoscritto. Felice di farne parte, ci mancherebbe. Excelsior, caro il mio CAI!
Rifugi sani e sicuri, otto requisiti
Una nota dell’Ulss (Azienda Unità Sanitaria Locale Socio Sanitaria) Dolomiti informa che in base a un protocollo d’intesa con l’Associazione gestori rifugi alpini del Veneto (AGRAV) il rifugio alpino dovrà dimostrare di essere in possesso di almeno cinque fra otto requisiti. Tra questi il possesso di un defibrillatore, un menu con indicazione delle sostanze che possono provocare allergie o intolleranze, disponibilità di creme solari ad alto fattore protettivo commercializzate a richiesta dei fruitori. Il progetto è battezzato “Rifugi sani e sicuri”. Qualche pignolo ha però notato l’assenza della mascherina fpp2 da indossare prima di entrare e il gel per lavarsi le mani all’ingresso del rifugio. Auspicabile anche uno strumento per misurare la temperatura corporea…O no?
Attivisti climatici che non fanno notizia
Dopo la pandemia gli attivisti climatici sono tornati di nuovo per strada per manifestare contro la sordità dei governi. Non era scontato. Erano 70mila gli attivisti che hanno riempito le vie di New York per chiedere di fermare nuovi progetti di combustibili fossili. (Ma ricordiamo anche lo sciopero per il clima appena svoltosi in Italia ndr) A proposito. Il servizio europeo sui cambiamenti climatici ha comunicato che nel 2023 si è avuta l’estate più calda mai registrata. Peccato che la crisi peggiori e non faccia più notizia.
Roberto Serafin
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