La Weissmatten è una pista storica e unica. O perlomeno lo è stata negli anni ’80. Ora però si è ad un bivio: investire per farla vivere ancora, togliendola al triste destino di molti impianti minori, oppure, alla luce delle prospettive che presenta il cambiamento climatico e delle difficoltà in cui versano tutti o comprensori, optare per investire in altro turismo. Voi che ne pensate?
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Una petizione per la Weissmatten
Di questi tempi spopolano sul web le petizioni, ma non si era finora sentito che una petizione fosse indetta per salvare una pista da sci. L’onore, se di questo si può parlare, è toccato alla Weissmatten, un tempo fiore all’occhiello di Gressoney-St-Jean e oggi grande cruccio della località valdostana ai piedi del Monte Rosa. Sono stati 554 i firmatari della petizione lanciata alla Regione Valle d’Aosta per mantenere in vita la Weissmatten con la sua vertiginosa “nera” considerata una delle più belle piste dell’arco alpino.
Depositata il 30 giugno, la petizione è stata dichiarata “ricevibile”, con linguaggio burocratico, dall’Ufficio di Presidenza della Valléee. Ora sono annunciate le audizioni nella quarta commissione “Sviluppo economico” del Consiglio Valle. Si parlerà di mantenimento e incremento nel tempo dell’impianto comprendente questa pista dedicata al compianto campione Leonardo David.
Chiudere la Weissmatten…
Non mancano in ogni modo le voci contrarie. Il tono di un commento pubblicato nel sito MountCity non lascia dubbi sull’aria che tira. “Perché continuiamo a voler tenere in piedi dei cadaveri utilizzando soldi pubblici?”, si è chiesto un lettore. “Evidentemente i cambiamenti climatici non permettono più una gestione economicamente virtuosa della pista. Stop. Si usino quei soldi per incentivare forme di turismo diverse”. E’ stato però rimbeccato da un altro lettore, probabile sciatore appassionato, che afferma: “Questa non è una pista per turisti, quelli vadano a sciare altrove o vadano via e basta”.
No, non è una pista per turisti qualsiasi la meravigliosa Weissmatten. Per scendere di lì bisogna saper sciare sul ripido, condurre le curve come manuale comanda. Ma oggi la pista non è più quella meraviglia che ha deliziato sciatori oggi attempati fino agli anni ottanta, quando Luigino Filippa poi diventato sindaco di Gressoney si buttava giù in segno di sfida con la tecnica “a raspa” per dimostrare che con gli stretti sci da fondo si può andare dove si vuole.
Poi i tempi cambiarono e si decise di “aggiornare” la pista con impianti per la neve programmata poi giudicati difettosi e a quanto si legge concause del declino. Quella antica striscia di neve spettinata e piena di gobbe dove i battipista meccanici non osavano salire, è stata a quel punto diligentemente piallata per renderla più scorrevole. Si è anche allargato il percorso sacrificando qualche innocente larice che stava benissimo dov’era, si sono impiegati migliaia di watt per illuminarla a giorno con grande dispendio di energia elettrica. A spese s’intende dei contribuenti. È questa la Weissmatten per cui vale la pena di battersi?
…o tenere in vita la Weissmatten?
Alle audizioni dovranno esprimere le ragioni del sì i primi firmatari della petizione, per poi proseguire con il sindaco, con un assessore di Gressoney-Saint-Jean, con i funzionari della Struttura impianti a fune, con le società partecipate Monterosa e Finaosta, con i rappresentanti del Consorzio turistico Monterosa e con il direttore della Scuola di sci Weissmatten.
Qualche buon motivo per mantenerla in vita? Nella petizione indirizzata al presidente della Regione Autonoma Valle d’Aosta si leggeva che “la comunità di Gressoney-Saint-Jean si oppone alla chiusura dell’impianto, un pezzo di storia della comunità locale, una delle prime e più belle piste da sci dell’arco alpino”.
E più avanti: “Salvare Weissmatten e donarle nuovo slancio significa contribuire a sostenere la comunità Walser della valle del Lys, una comunità con un’identità culturale molto antica e speciale che abita la vallata da secoli e da secoli se ne prende cura conservandone intatta con dedizione e grande sacrificio la bellezza naturale. Aiutateci a salvare un pezzo importante del nostro passato, del presente e del futuro”.
Oggi molti impianti di sci “minori” chiudono lasciando meste tracce sulle nostre montagne e piste desolatamente in abbandono. Ma la “nera” della Weissmatten si vorrebbe che facesse eccezione. E’ davvero speciale e quasi obbligatoria per chi ha buone gambe e sufficiente tecnica di discesa. (Serafin)
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