Cambiamento, istituzioni e società civile sono le tre parole scelte per la nostra nuova analisi con Maurizio Dematteis.
Cambiamento. Siamo in un’era di cambiamento forte e bisogna assolutamente prenderne atto. Primo fra tutto il cambiamento climatico, ma anche le trasformazioni economiche e degli stili di vita possono offrire alle terre alte la possibilità di giocare un ruolo non più marginale se si sarà in grado di trovare strade nuove. La montagna è piena di risorse e caratteristiche peculiari che possono essere la leva per un cambiamento agito e non subito. È necessario però da parte di tutti guardare e pensare alla montagna con occhi e mente diversi perché solo se non si reitereranno vecchi schemi il cambiamento potrà essere un’opportunità.
Istituzioni. Il cambiamento visto come opportunità che per i territori montani è necessario cogliere inizia ad essere una riflessione condivisa anche a livello istituzionale. In Italia il ministero degli Affari regionali ha convocato gli Stati Generali della Montagna (16 ottobre 2018): decine di tavoli che stanno ragionando su come agganciare queste aree interne, come renderle più appetibili dal punto di vista residenziale, come razionalizzare le politiche anche a livello nazionale per riuscire a rimettere al centro i territori montani. Un altro buon segnale dell’attenzione delle istituzioni è stata la seduta del 27 gennaio 2020 della camera dei deputati su una mozione riguardante le aree interne e montane in cui si è discusso, trasversalmente a tutti i partiti, dei bisogni dei territori montani: come ha sottolineato l’UNCEM, erano vent’anni che una seduta non veniva esplicitamente dedicata alla montagna.
Società civile. Questo momento storico di cambiamento è ovviamente percepito anche dalla società civile e lo si nota dalle numerose iniziative condivise dalle realtà che si occupano di questi temi. Importantissimo, in questo senso, è il manifesto di Camaldoli che prende il nome dal monastero in provincia di Arezzo dove l’8-9 novembre 2019 si è tenuto un convegno che ha visto la partecipazione di tutto il mondo delle associazioni, della ricerca, dell’università e di tutta la società civile interessata a questi argomenti. Questa carta è il documento di sintesi dell’ampia e condivisa discussione che si è sviluppata durante questo convegno promosso dalla Società dei territorialisti e delle territorialiste. Il Manifesto di Camaldoli per una nuova centralità della montagna con i suoi cinque punti, in breve, afferma che:
- la montagna, un terzo del territorio italiano, vale e può essere determinante per il futuro
- si può vivere in montagna ed un’alternativa praticabile a patto che ci siano i servizi per farlo
- la montagna con le sue caratteristiche deve essere riconnessa al resto del Paese dandole così una nuova centralità
- sono necessarie delle politiche nazionali che sostengano questa rinascita delle aree montane
- è necessario studiare delle forme di autonomia creando delle realtà che riescano a governare questi territori e che siano di raccordo tra le regioni e le valli.
Queste tre parole quindi ci raccontano come siamo in un periodo storico veramente interessante che ci da l’opportunità di mettere in atto un cambiamento che sia veramente costruttivo.
Per approfondire
Per chi volesse informarsi ulteriormente sugli Stati generali della montagna è possibile trovare informazioni sul sito del Dipartimento per gli affari regionale e le autonomie, mentre per chi avesse voglia di leggerlo, ecco il resoconto della seduta del 27 gennaio 2020 della Camera dei Deputati sulle mozioni “concernenti iniziative per la salvaguardia, la valorizzazione e lo sviluppo delle aree interne, rurali e montane”.
Di aree interne e della strategia nazionale ne avevamo già parlato in questo articolo.
UNCEM: si tratta dell’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani che raggruppa e rappresenta i comuni interamente e parzialmente montani le comunità montane e le Unioni di comuni montani.
SdT: per conoscere la Società dei territorialisti e delle territorialiste che ha promosso il convegno di Camaldoli, questo è il loro sito.
Manifesto di Camaldoli per una nuova centralità della montagna: qui è possibile leggerlo integralmente: della sua importanza abbiamo ampiamente detto, quindi non resta che conoscerlo. Anche Fatti di Montagna lo ha firmato e il nostro piccolo manifesto si pone assolutamente in scia ai suoi cinque punti.
RUBRICA A CURA DI:
L’Associazione Dislivelli è nata nel 2009 a Torino, dall’incontro di ricercatori universitari e giornalisti specializzati nel campo delle Alpi e della montagna, allo scopo di favorire l’incontro e la collaborazione di competenze multidisciplinari diverse nell’attività di studio, documentazione e ricerca, ma anche di formazione e informazione sulle terre alte.
Scheda partner