La Val di Mello subisce come tanti altri luoghi paradiso una pressione turistica che ne mette a repentaglio l’equilibrio e il futuro stesso. Si aggiungono anche i discussi lavori per l’adattamento di un sentiero a persone con disabilità. La Val di Mello può essere inclusiva senza snaturarsi?

Qui puoi ascoltare la puntata del podcast con anche questa notizia

In Val di Mello una pressione turistica non più sostenibile

Spiace dirlo, ma non c’è pace da un po’ di tempo in qua nell’incantevole Val di Mello, una riserva naturale della Valtellina che sempre più sembra perdere quella naturalezza che è la sua maggiore attrattiva. Il problema è che la valle tanto cara a climber e alpinisti fatica a reggere un impatto umano che ormai eccede il suo equilibrio, così come capita in certe aree delle Dolomiti o a Venezia che non sopporta più le masse umane che la trasformano in un formicaio. 

Chi la frequenta si sarà accorto che la valle non è più quella riserva di rocce, prati, acque, silenzio che si credeva. Ovvero che è molto cambiata negli ultimi tempi. Sulle rive del laghetto si affollano famigliole di merenderos in tenuta balneare, scolaresche e scout sono condotti in visita da insegnanti e guide alpine, qualche stalla è stata trasformata in accogliente resort per i più facoltosi, quintali di polenta concia e pizzocheri vengono serviti la domenica sotto le pergole mentre sulla mulattiera sfrecciano quad e trattori più o meno “di servizio”. 

La diatriba sull’adattamento del sentiero in Val di Mello

La valle a una quota di circa mille metri è piuttosto stretta e non presenta particolari dislivelli. L’ideale perché se la godano anche anziani e disabili. A determinate condizioni, s’intende. E su questo argomento sui social si è manifestata da tempo una certa indignazione per i lavori annunciati e ora in corso riguardanti l’adattamento di un sentiero particolarmente destinato anziani e disabili. 

Ci si domanda se la valle è stata forse snaturata da tale sentiero e dai lavori inerenti peraltro concordati dall’Ersaf, un ente della Regione Lombardia, con Guide alpine, Cai e Mountain Wlderness. Sembra proprio di sì e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggi ha deciso di sospendere i lavori “richiedendo i necessari approfondimenti agli enti coinvolti circa gli interventi eseguiti”. A riportare un po’ di pace è stata poi l’Ersaf riconoscendo un “vistoso” errore compiuto durante i lavori e annunciando: a) il ripristino dei luoghi “visitati” dalle ruspe, b) una “sorveglianza congiunta” nelle fasi successive dell’operare con o senza le ruspe.

Ruspe Val di mello copia Val di Mello snaturata?

In Italia crescono le iniziative per il turismo ambientale per persone a mobilità ridotta

Va osservato che questa dei diversamente abili può indubbiamente rappresentare una voce importante di quel turismo sostenibile che qui è di casa. A molti non sarà sfuggita la risorsa di un certo turismo ambientale oggi sempre più diffuso che si definisce “adattato”, rivolto cioè a persone a mobilità ridotta. Sempre più si ha infatti notizia di promozioni della montagna come luogo di salute e inclusione. Al punto che il Cai è stato indotto a promuovere l’organizzazione di un raduno annuale rivolto a persone con “mobilità ridotta”, la cui prima edizione è prevista per l’11-12 settembre sull’Appennino in provincia di Parma

Dall’Abruzzo giunge intanto notizia dell’iniziativa “Appennini for all” dove un tour operator mette a sistema i servizi offerti dal territorio per i turisti disabili e viene costituita una rete pubblico-privata. E nelle Dolomiti, con il patrocinio dell’Unesco, vengono individuati e mappati 23 percorsi di questo genere. Si potrebbe continuare a lungo…

Possibile una Val di Mello inclusiva e non snaturata?

Resta dunque aperta anche lassù in Val Masino da cui si diparte la Val di Mello, la prospettiva di una concreta disponibilità verso le categorie più fragili di escursionisti. L’idea non è nuova. È stato perfino fatto in passato un percorso per non vedenti nei pressi delle terme poi abbandonate.

Oggi ricerche scientifiche confermano che la montagna ha effetti benefici non solo sul corpo ma anche sulla mente. E se questo è vero per i disabili lo è anche per i familiari o i caregiver che se ne prendono cura. L’auspicio è quindi che la val di Mello possa pacificamente aprirsi, senza ulteriori diatribe, a questo turismo ambientale “adattato” senza dover per forza dover rinunciare alla sua meravigliosa naturalezza(Serafin)

29 Aprile 2021
Condividi
RUBRICA A CURA DI:
MountCity

MountCity è un progetto fondato nel 2013 a Milano che si poggia sulla passione e competenza di uno staff di cittadini appassionati di montagna, all’occorrenza con il sostegno di associazioni di volontariato. La piattaforma, grazie alla competenza e professionalità di Roberto Serafin che l’ha curata per 10 anni, è stata punto di riferimento sull’attualità della montagna e dell’outdoor con migliaia di articoli pubblicati. Ora lo spirito di MountCity vive ancora dentro questa rubrica.

Scheda partner