Dal traffico aereo, al turismo più locale i rapporti con turismo e ambiente sono inevitabili ed è giusto che sia così, perché l’uno può essere utile all’altro: bisognerebbe però ragionare sempre in termini di sostenibilità nel tempo e nello spazio. Questo è il fil Rouge che sembra di intravvedere nella rassegna settimanale del nostro Roberto Serafin.
Qui puoi ascoltare la rassegna settimanale di notizie dalla montagna
Inquinamento da traffico aereo sulle Grandes Jorasses
Avrai notato caro Luca che si è parlato molto di ambiente nella prima settimana di giugno sui giornali. Non credo sia stato per la ricorrenza della Giornata dell’Ambiente passata come sempre inosservata o per la nave che si è squarciata al largo di Ceylon vomitando in mare tutti i veleni che si portava in pancia. Ti dico subito che a mio avviso il quotidiano La Repubblica di cui sono affezionato lettore meriterebbe un encomio per avere messo in circolazione nelle edicole il voluminoso supplemento cartaceo “Green and Blue – Il continente sparito” denso di saggi e interviste.
Peccato che, come di consueto, la montagna vi abbia fatto la parte della cenerentola. Tuttavia ha sollevato una certa eco la denuncia di Franco Perlotto, alpinista vicentino tra i protagonisti della storia dell’alpinismo con oltre duemila ascensioni in cinquanta paesi del mondo.
È stato Perlotto, nella sua veste di gestore del rifugio Boccalatte Piolti ai 2803 metri delle Grandes Jorasses, a farsi testimone, nel citato fascicolo, dei malesseri della montagna, lui che conosce il respiro del ghiacciaio, i suoi movimenti, i brontolii che emette nelle notti stellate.

In un’intervista realizzata da Guido Andruetto e intitolata “Così piange la montagna”, raccontando della sua esperienza al Boccalatte, Perlotto spiega: “La realtà grave è che sopra la punta Walker passa la rotta aerea che collega Milano con Londra, tre aeroporti milanesi con quattro aeroporti londinesi, un aereo ogni mezz’ora. Volano a 6000 metri, quindi significa 1500 metri sopra la cima. È vero che in questo anno segnato dal Covid tutto è cambiato, ma se si dovesse tornare a quei ritmi, l’inquinamento e l’arretramento dei ghiacciai sarebbe irreversibile”.
La denuncia di Perlotto non giunge nuova. Sicuramente il trasporto aereo rappresenta uno dei fattori più importanti di incremento della CO2 in atmosfera e quindi di incremento della temperatura e di conseguenza di arretramento dei ghiacciai. Ma sorprende che sia sottomesso alle esigenze del traffico aereo, pagandone le pesanti conseguenze che si sono viste, proprio il tetto d’Europa candidato a diventare patrimonio Unesco per l’eccezionale valore universale del massiccio in quanto paesaggio culturale. E senza che nessuno batta ciglio.
Ma meno male che c’è Perlotto a farsi testimone di un fenomeno che è sotto gli occhi di tutti a tutte le altezze, basta alzare lo sguardo al cielo. Il traffico aereo inquina, ben vengano le ferrovie. Eliminare le emissioni di gas serra prodotte dagli aerei non sarà in ogni nodo facile, questo spiegano all’Organizzazione per lo sviluppo economico (Ocse). Può essere una buona idea, mi domando, quella della statunitense Boeing che punta sull’efficienza energetica e sullo sviluppo di un carburante per aerei più sostenibile, prodotto con scarti organici?
Folle di camminatori
Ovviamente sulla carta stampata si è parlato e si parla molto di vacanze, tema obbligato di questi tempi. “Meglio all’aperto e senza troppo affollamento”, raccomanda il Venerdì di Repubblica nelle cui pagine Paolo Cognetti definisce (esagerato!) il camminare un atto di rivolta. Non credo che in rivolta si sentano le famiglie, le comitive di anziani, le scolaresche che percorrono a frotte i sentieri delle Cinque Terre. “C’è preoccupazione tra i gestori delle spiagge” osserva Michele Serra a proposito delle folle di camminatori nella sua rubrica sul settimanale L’Espresso “perché nessuno va più al mare. Gli unici clienti del litorale, subito accolti da ristoratori e bagnini premurosi, sono gli escursionisti che precipitano dai monti”.

Slittino su rotaia alla Plose
Venendo a cose più serie, sembra che faccia discutere una pista da slittino su rotaia alla Plose, la montagna luna park che sovrasta Bressanone offrendo incomparabili panorami sulle Dolomiti. Il progetto, del costo di circa 2 milioni di euro, ha già ottenuto parere positivo dalla giunta comunale, ma si trova a dover combattere con la commissione provinciale paesaggistica che avrà le sue buone ragioni per opporsi. Sarebbe bello sapere, caro Luca, che cosa ne pensano i nostri amici “fatti di montagna”. Io, immodestamente, credo già di saperlo. Alla prossima…
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MountCity è un progetto fondato nel 2013 a Milano che si poggia sulla passione e competenza di uno staff di cittadini appassionati di montagna, all’occorrenza con il sostegno di associazioni di volontariato. La piattaforma, grazie alla competenza e professionalità di Roberto Serafin che l’ha curata per 10 anni, è stata punto di riferimento sull’attualità della montagna e dell’outdoor con migliaia di articoli pubblicati. Ora lo spirito di MountCity vive ancora dentro questa rubrica.
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