Da più di trent’anni si parla di tutela del Monte Bianco, ma i suoi ghiacciai si trovano a dover sopportare oltre al riscaldamento climatico anche atterraggi di aerei turistici. Ora il Monte bianco è candidato a patrimonio dell’Unesco: altre chiacchiere e distintivi?
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Tutela del Monte Bianco: una storia infinita (e desolante)
Il Monte Bianco, tetto d’Europa, è candidato a diventare patrimonio Unesco per l’”eccezionale valore universale” del massiccio in quanto “paesaggio culturale”. Questo perlomeno si legge nella candidatura presentata nel 2019 dopo che, con una delibera approvata all’unanimità il 26 gennaio 2017, il Consiglio municipale di Chamonix chiese ufficialmente l’iscrizione del massiccio nel patrimonio mondiale di cui sopra.
È una storia infinita e infinitamente desolante questa della tutela del Monte Bianco, almeno quanto lo è quella delle Grandi Navi che a Venezia sfilano in Bacino, giusto davanti a Piazza San Marco. Basta leggere nel sito di Mountain Wilderness Italia la rievocazione intitolata “Monte Bianco, il sogno di un parco”, a cura di Giulia Barbieri. Dove si narra, e la Barbieri che ha vissuto in prima persona le fasi di questo sogno lo fa benissimo, la manifestazione del 1989 per l’istituzione del Parco internazionale del Monte Bianco.
Sono passati più di trent’anni e siamo ancora a quel punto! Nella newsletter di aprile di Mountain Wilderness Francia non capita invece che ci si abbandoni alle rimembranze di un passato così poco remunerativo anche se glorioso. In questi giorni l’associazione francese denuncia invece con lo sdegno (in questi casi obbligatorio) quanto sta succedendo su quei ghiacci che un tempo si sarebbero definiti eterni e oggi sono alla mercé del global warming e del primo aereoplanino che capita pilotato da gente poco corretta.
Aerei turistici sul Monte Bianco
Si apprende dalla newsletter di Mountain Wilderness Francia, fonte certamente qualificata, che i sindaci di Chamonix e Saint-Gervais, in Alta Savoia, chiedono ancora una volta allo Stato di vigilare sull’aviazione da diporto nel massiccio del Monte Bianco. Un comunicato, diffuso martedì 13 aprile dalle associazioni Mountain Wilderness e ProMont-Blanc, precisa che “con il bel tempo, alcuni ghiacciai diventano lo scenario di veri e propri show aeronautici del fine settimana anche con cinque sbarchi in contemporanea. In altri week end primaverili i ghiacciai del massiccio vengono invece usati per l’addestramento dei piloti con un disturbo considerevole per tutta la valle e per la fauna”.
Ma c’è di peggio. Nel 2019 un aereo turistico svizzero atterrò appena sotto il tetto d’Europa, a 4.450 metri di quota. L’atterraggio “selvaggio” provocò furibonde reazioni. Il sindaco di Chamonix denunciò “un intollerabile attacco all’ambiente” e sporse denuncia. Risultato: l’Aéroclub di Ginevra si vide addebitare una multa di 38 euro (!) per il mancato rispetto dei decreti prefettizi ancora in vigore che definivano le zone di sbarco nel settore fin dagli anni ’60.
Un vuoto giuridico in singolare contrasto con l’annunciata iscrizione del Monte Bianco come “paesaggio culturale” tra i patrimoni dell’umanità. Mai nessuno che finora se ne sia preso cura. Solo chiacchiere, distintivi e flash mob come sempre? (Serafin)
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