Inizia il periodo delle lunghe e meravigliose giornate sui sentieri con i nostri amici a quattro zampe. Per fare un trekking con il cane che sia un’esperienza che non metta in difficoltà né noi né lui occorrono la giusta pettorina e il giusto guinzaglio. Scopriamo con Anna Randazzes quali sono e perchè.
Ascolta i consigli di Anna
La pettorina per un trekking in montagna
Quando andiamo a fare delle passeggiate con il nostro fedele amico a quattro zampe, è molto importante che indossi la guinzaglieria giusta, soprattutto se l’idea è di fare trekking in montagna. In questo contesto, infatti, può rendersi necessario tenere legato il cane e magari aiutarlo su terreni sconnessi (sia in salita che in discesa); la finalità è in primis la salute e il benessere del cane stesso, ma anche garantirci di non perderlo e che non possa causare danni.
In generale io consiglio, nella maggioranza dei casi, una pettorina ad H e un guinzaglio fisso (non estensibile) lungo almeno 3 metri. Questa soluzione permette al cane di muoversi liberamente intorno a noi, esplorare senza arrivare a tendere il guinzaglio, tutelare collo e articolazioni del treno anteriore e comunicare al meglio usando i movimenti della testa e del collo.
Durante i trekking poi, può capitare di sostenere il cane in salita o discesa su terreno impervio, e farlo con una pettorina è sicuramente più salutare che col collare. A me è successo di “calare” il cane da un piccolo saltino di roccia e per fortuna, mi sono detta, indossava una pettorina.
Le pettorine ad H sono sicuramente migliori di quelle a y o norvegesi (che peraltro tendono a sfilarsi); volendo si può anche optare per una pettorina antifuga, dalla quale il cane non riesce in assoluto a sfilarsi, nemmeno appunto se “appeso”. Si tratta in pratica di una pettorina con doppia H, in cui una fettuccia aggiuntiva resta sulla parte posteriore del costato. Non agisce minimamente, se non quando il cane scivola all’indietro, perché da quella fettuccia il torace non passa.
Quale guinzaglio usare in montagna?
Per quanto riguarda il guinzaglio, eviterei l’estensibile, che può risultare, oltre che scomodo, pericoloso sia per il cane che per le persone: dovendo maneggiarlo con una mano sola rallenta la velocità con cui lo accorcio; inoltre, la fettuccia è molto sottile e può letteralmente bruciare dita e gambe di chi si trova intorno e per qualche motivo sfrega contro di esso. Infine, la manopola molto dura e pesante può cadere facendo rumore e spaventando il cane che, se si mette a correre, la sbatte dappertutto rischiando di spaventarsi per niente.
Possiamo valutare di usare una lunghina, una corda cioè lunga dai 5 metri in su; il mio consiglio è di usarla solo in spazi molto ampi, come pratoni o alpeggi, perché in un contesto boschivo o di roccia rischia di impigliarsi facilmente e diventare faticosa.
Quando il cane tira al guinzaglio
Un considerazione però va fatta sui cani che tirano al guinzaglio: qualunque sia il motivo per cui lo fanno, e possono essere molti (abitudine, ansia, frenesia di andare a esplorare,,…) io preferisco comunque utilizzare una pettorina ad H e un guinzaglio lungo, con i quali si può lavorare perché il cane non tiri più. A seconda del motivo per cui il cane assume questo atteggiamento il tipo di lavoro sarà diverso, agendo di fatto alla radice del problema. Mentre è in atto questo processo però, cioè finché il cane non ha acquisito un modo di camminare più rilassato, ritengo importante non causare danno al cane, come altri strumenti e tecniche fanno, causando dolore, disagio e paura. Non è a mio avviso questo il modo per relazionarsi al nostro amico. Detto ciò, il processo di insegnamento non è immediato, quindi, finché non impara, assicuriamoci almeno di non danneggiarlo, fisicamente e psicologicamente.
Per quanto riguarda trekking in montagna, invito a fare attenzione se avete un cane che tira perché questo potrebbe non solo rendervi la passeggiata un incubo, ma anche essere pericoloso per voi che camminate su terreni sconnessi e per il cane che, dovendo fare un giro lungo, magari con molto dislivello, rischia sia di affaticarsi eccessivamente che di farsi male.
Anna Randazzese
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RUBRICA A CURA DI:
Aseizampe, fondata da Anna Randazzese nel 2012, si occupa di educazione cinofila a 360°.
Anna è da sempre un’appassionata di montagna, che frequenta fin da quando era piccola in tutte le stagioni, in particolare nelle sue amate Dolomiti. Da quando si occupa a livello professionale di cinofilia, ha approfondito l’unione dei due mondi, cani e montagna, facendo esperienze anche variegate che ha piacere di condividere per aiutare tanti binomi a godere di queste gioie.
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