Con le tre comunità pilota parte la strategia delle Green Comunities, un’opportunità per i territori montani. Capiamo di cosa si tratta e come funzionano.
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Le Terre del Monviso aprono la serie delle “Green communities”
Il Piemonte è una delle tre regioni italiane scelte dal Governo per lanciare il progetto sperimentale delle “Green communities”, ovvero comunità locali costituite da territori rurali e di montagna che intendano sfruttare in modo equilibrato tutte le risorse principali di cui dispongono. “Terre del Monviso”, la comunità designata ad aprire la serie, occupa un territorio meraviglioso a cavallo tra Italia e Francia composto da ambienti che variano dalle dolci colline del fondovalle alle ricche praterie d’alta quota, fino ai 3841 m dell’imponente Re di Pietra, il Monviso, dalle cui pendici nasce il Po, il fiume più lungo d’Italia.
Si tratta di un angolo d’Europa incontaminato che ha ottenuto il riconoscimento dall’UNESCO come Riserva della Biosfera del Monviso.
Il provvedimento del Governo Draghi riguarda altre due comunità ed è reso possibile dallo stanziamento di 6 milioni di euro. Sempre in via sperimentale si è deciso che le altre due comunità siano “La montagna del latte” dell’Unione montana dell’Appennino Reggiano in Emilia-Romagna e il “Parco Regionale Sirente Velino” in Abruzzo.
Dei tre progetti pilota ha dato notizia la ministra per gli Affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini che si sta adoperando con molto impegno per la montagna.

Cosa sono le Green communities?
Tra le principali caratteristiche della Green community mi colpisce (in senso buono, s’intende) la creazione di una strategia di housing sociale il cui obiettivo principale è fornire alloggi con buoni o ottimi standard di qualità, a canone calmierato, coniugando la natura turistica della montagna con un nuovo approccio di abitabilità permanente ovvero destagionalizzata.
È prevista anche la riqualificazione edilizio-energetica di edifici pubblici; l’implementazione di una comunità energetica locale pubblico-privata e lo sviluppo di turismo sostenibile che coinvolga tutti i territori rurali della community. Tutto ciò è realizzabile grazie al PNRR che stanzia 135 milioni di euro per la creazione in Italia di 30 “comunità verdi”.
Non dubiterei, vero Luca?, sulla grande opportunità che viene offerta alla montagna. Lo dice anche un comunicato dell’Uncem (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) che vi inviterei a leggere tramite questo ink. Dove si sottolinea che le Green Communities aprono un nuovo percorso “di comunità vive” nelle quali la montagna gioca una partita fondamentale della sua storia, “stringendo un nuovo patto con le aree urbane e metropolitane che vedono al centro le politiche per l’ambiente, l’uso sostenibile delle risorse naturali, il pagamento dei servizi ecosistemici, nuove agricolture, start-up, turismo”.
Certo, sulle spalle dei contribuenti gravano quei 135 milioni di euro. Ma sono bazzecole rispetto a quanto viene a costare a tutti noi l’invasione dell’Ucraina dove tra missili, carri armati, città distrutte e risarcimenti per i soldati morti e feriti, i miliardi continuano and andare via come noccioline.
Roberto Serafin
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