Nella rassegna settimanale di Serafin si parla di orsi, delle linee guida varate dal Trentino e dei consigli per la convivenza dell’Enpa affidati ad un simpatico orso con la voce di Flavio Insinna. Poi ancora si parla di boschi invasi da roditori, di nipotini che nei boschi non devono perdersi e di un innovativo materiale sostenibile…
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Orsi da abbattere? Varate le linee guida
Ciao caro Luca, tu che avrai più memoria di me puoi confermarlo: da un po’ di tempo in “Fatti e misfatti” non ci occupiamo di orsi fuggiaschi. Che tempo fa facevano notizia. Per dire la verità dal nostro radar e non solo dal nostro è scomparsa anche Brigitte Bardot con la sua fondazione. BB era insorta, lo ricorderai, in difesa di M49, il simpatico Papillon scappato tre volte in 14 mesi dal recinto trentino del Casteller dopo avere distrutto reti elettrificate da 7mila volt.
Non so a te, ma a me risulta che gli orsi contrassegnati dalle sigle DJ3, M49 e M57 stiano ora marcendo nel recinto dopo che la Lav, Lega Anti Vivisezione, ha chiesto la grazia per loro. Ora noto l’argomento torna d’attualità. La giunta provinciale del Trentino ha infatti approvato i giorni scorsi le linee guida della gestione dell’orso. Si tratta di un documento di oltre 50 pagine che fissano i casi in cui sarà possibile, in estrema ratio e a seguito di atteggiamenti ritenuti pericolosi o dannosi per l’uomo, disporre l’abbattimento (che brutta parola!)
L’analisi prevede 18 atteggiamenti con differenti gradi di pericolosità. Sugli esemplari più problematici si esprimerà anche l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).
Ma intanto a occuparsi dei plantigradi oggi in ulteriore crescita (si stimano in 129 gli esemplari entro il 2025) è una simpatica conoscenza televisiva. È in questi giorni il bravo Flavio Insinna, conduttore di “Affari tuoi”, “Il pranzo è servito” e di vari quiz preserali, che presta in un video la voce all’orso Flavio. L’iniziativa è dell’ENPA (Ente protezione animali). Insinna vi sciorina con intonazioni da Muppet Show (ricordate l’ingenuo orso Fozzie?) un vademecum con i consigli da seguire per una buona convivenza. Dal quale vademecum si evince però, a mio avviso, che l’orso migliore, il più innocuo di tutti, è quello che non si ha la disavventura di incontrare – faccio gli scongiuri – nelle nostre scorribande nei boschi.
“Pasciona” una pacchia. Ma solo per i roditori
A proposito di boschi e di scorribande. Segnali inquietanti arrivano, orsi a parte, dai boschi del nord Italia. Sui quotidiani si legge di un esponenziale aumento del numero di roditori con conseguenti piani di derattizzazione ordinati dai sindaci. E fin qui poco di male. All’origine del fenomeno risulta che sia la “pasciona”, evento naturale ben noto a contadini e forestali, che accade ciclicamente ogni 10 – 15 anni, e che consiste in una fase di fruttificazione particolarmente intensa di certe piante. I faggi, per esempio. Producendo più del solito, queste piante forniscono una maggiore quantità di cibo ad alcuni animali, tra cui topi e ghiri, che permette loro di sopravvivere all’autunno e all’inverno e di arrivare in primavera più numerosi.
L’aumento dei roditori ha delle immediate ripercussioni sui sistemi ecologici delle nostre foreste. E qui viene il bello, anzi il brutto. Perché dalla popolazione dei roditori possono partire alcuni virus, alcuni per via indiretta, ad esempio tramite le zecche, come l’encefalite virale. E qui mi fermo perché non vorrei risultare troppo ansiogeno. Non senza tuttavia avvisare che il fenomeno è sotto osservazione da parte della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige coinvolta in diversi progetti europei che studiano la relazione tra pasciona e alcune popolazioni animali. Sul sito trovate tutto.
In ogni modo, roditori o no, questa estate attenti alle zecche.
Nipotini che spariscono nel bosco
Mi ha molto colpito come nonno la storia del piccolo Nicola di 21 mesi perso e ritrovato il 23 giugno nella boscaglia dell’Appennino dopo avere vagato per due giorni e due notti. Un fatto è certo: ora si registrerà un boom di braccialetti e altri dispositivi per la ricerca dal satellite dei piccoli dispersi. Perché di bimbi se ne perdono più di quanto si creda in boschi, spiagge, supermarket affollati. E io ne so qualcosa. Consigli? Mai allentare la guardia quando si cammina con un bimbo su un sentiero. Come nonno, mi permetterei, caro Luca, di segnalare lo smarrimento a lieto fine di un mio nipote di appena due anni, più o meno l’età del vagabondo Nicola. Sperando ovviamente di fare cosa utile e gradita,
Dunque in un tardo pomeriggio, lungo le sponde boscose del fiume Toce nella piana di Gravellona, si camminava tutti insieme in fila su un tranquillo e ben segnato sentiero. Io aprivo la fila, subito dietro seguiva il piccolo Elio, poi altri della lieta nidiata. Appena superato un bivio, mi voltai per vedere se Elio mi seguiva. Elio però non c’era. Sopraggiunse Mirto, il mio nipote più grandicello, convinto che Elio fosse con me. Il sole calava rapidamente ed Elio non rispondeva ai richiami. Panico. Ci volle un quarto d’ora abbondante che sembrò un’eternità per ritrovare Elio. Chissà perché, il birbante si era rifugiato in un anfratto e non rispondeva ai richiami. Che volesse giocare a rimpiattino, fare uno scherzetto al nonno? Che canaglie sono talvolta questi nipotini!
Transizione degli zaini
Da trekker veterano che si è cimentato con l’Annapurna Trail, l’Alto Atlante, la Chamionix-Zermatt con gli sci e altre simili meraviglie, credo proprio che dovrò rinunciare al mio vecchio zaino che custodisco come una reliquia. Scopro infatti, esterrefatto, in una promozione, e pazienza se qualcuno penserà che io sia profumatamente pagato per riferirlo, che per produrre gli zaini convenzionali in circolazione in Italia occorre immettere nell’atmosfera milioni di tonnellate di CO2, tante quante ne assorbe una foresta di 70mila betulle in 100 anni. Più avanti leggo che dal confronto tra i processi produttivi e le fasi di trasporto dei materiali fino alla fabbrica è emerso che per produrre uno zaino standard vengono emessi circa 19,45kg di CO2 equivalente contro i 0,585kg di un nuovo zaino in cellulosa lavabile battezzato Medium Messenger. Credo a questo punto che il mio vecchio zaino abbia le ore, anzi i minuti contati. Siamo dunque arrivati alla transizione degli zaini?
(ndr: gli zaini in cellulosa lavabile sono per ora dedicati ad un utilizzo urban, ma rimane molto interessante la ricerca di sostenibilità attraverso materiali innovativi fatta dall’azienda emiliana Essent’ial)
È tutto per oggi. Alla prossima…
Roberto Serafín
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MountCity è un progetto fondato nel 2013 a Milano che si poggia sulla passione e competenza di uno staff di cittadini appassionati di montagna, all’occorrenza con il sostegno di associazioni di volontariato. La piattaforma, grazie alla competenza e professionalità di Roberto Serafin che l’ha curata per 10 anni, è stata punto di riferimento sull’attualità della montagna e dell’outdoor con migliaia di articoli pubblicati. Ora lo spirito di MountCity vive ancora dentro questa rubrica.
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