Una lettera infuriata dell’attrice chiede al presidente della provincia di Trento la liberazione degli orsi chiusi al Casteller. Brigitte Bardot non è nuova a battaglie in difesa degli animali
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Brigitte Bardot scrive a Fugatti per M49, M57 e DJ3
Rinchiusi nel recinto elettrificato del Casteller, nei pressi di Trento, tre infelici orsi possono ora contare sulla protezione di un’icona del cinema mondiale. A occuparsi di loro è infatti con un impeto che non tradisce le sue ottantasette primavere nientemeno Brigitte Bardot, la famosa BB che fu una delle più desiderate sex bomb degli schermi. Si sa che da tempo immemorabile la Bardot è una fervente animalista e presidente di una fondazione che porta il suo nome. Ed è in questa veste che ha scritto al presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti intimandogli, questo il termine giusto, di rimettere in libertà i tre orsi rinchiusi nel recinto del Casteller.
Nella lettera l’attrice si definisce “scioccata e scandalizzata” dal fatto che gli orsi “catturati in Slovenia per reintrodurli in Italia nell’ambito di un progetto Life Ursus Project finanziato da fondi europei, ora vivono chiusi in un bunker elettrificato”. L’attrice si riferisce a tre plantigradi in particolare: l’orso M49 ribattezzato “Papillon” per le sue irresistibili fughe, l’orso M57 che aggredì un carabiniere ad Andalo, e l’inquieta orsa DJ3 che ha quasi 18 anni e si trova nel recinto dal 2011 e non si sa bene di quali colpe si sia macchiata.
Fugatti: “Brigitte Bardot venga a trovarci in Trentino”
Definire il tono di Brigitte infuriato è poco. “Non solo quello che state facendo a questi orsi innocenti è una disumanità abietta, ma anche un’appropriazione indebita di fondi europei”, scrive un’incavolatissima Brigitte. Ma Fugatti, presidente leghista al quale le invettive sono dirette, manifesta un ammirevole à plomb. “La signora ama gli orsi? Bene, venga a trovarci in Trentino: qui ne abbiamo tanti”.
Sarebbe interessante che BB accettasse l’invito. Ne vedremmo delle belle. Ma questa non è che l’ultima delle tante battaglie condotte in difesa degli animali. Battaglie che la mantengono viva così come, dall’altra parte dell’oceano, la quasi coetanea Jane Fonda rinnova quotidianamente il suo impegno politico antri Trump a costo di essere invisa da una parte dell’opinione pubblica.
Le battaglie di Brigitte Bardot
Comunque la si pensi dell’attivismo di Brigitte Bardot, non va comunque dimenticato che nel 1977 fu lei a sollevare lo scandalo della mattanza delle foche in Canada con sanguinosi massacri di cuccioli per fare pellicce. Agli odiati cacciatori dedicò poi una canzone, “La Chasse” dove invita a non fidarsi degli uomini che uccidono “perché non sanno smettere”. Al 2003 risale infine il suo libro “Un grido nel silenzio” in cui denuncia le uccisioni rituali dei montoni tramite sgozzamento, un rito imposto dalla religione musulmana. E ora qualcuno potrebbe porsi la domanda: davvero riuscirà nonna Brigitte a ottenere clemenza per gli orsi del Trentino? (Serafin)
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