Non è comune che un libro autobiografico possa essere presentato da dentro “da dentro” da chi non è l’autore. In questo caso il “nostro” Serafin, amico e cliente storico di Alberto Re, può vantare d’essere citato nell’autobiografia di colui che è il Re delle guide non solo per un gioco i parole. Un libro limpido ed entusiasmante che attraversa più di mezzo secolo di esplorazioni e alpinismo con il punto di vista di una guida alpina “totale, senza compromessi” come Enrico Camanni ha definito Alberto Re.

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Esce il libro autobiografico del “Re delle guide”

È un libro che davvero mi sta molto, molto ma mooooolto a cuore quello di Alberto Re, il “Re delle guide”, appena pubblicato da Priuli &Verlucca (541 pagine, 25 euro). E so che mi perdonerai, caro Luca, se il giudizio che ora offro ai lettori “fatti di montagna” può sembrare viziato dall’amicizia e dalla simpatia che provo per lui, peraltro ricambiate. Capita di frequente, del resto, che tra una guida alpina e i suoi affezionati clienti si stabilisca un’intesa ancora più solida della corda con cui hanno affrontato i pendii più scoscesi. 

Ma Alberto Re non ammette scorciatoie. Guida totale, guida senza compromessi lo definisce in Facebook Enrico Camanni. Con Alberto non posso mentire, il mio giudizio “letterario” sul libro non deve essere in alcun modo “inquinato” dall’amicizia e faccio di tutto perché non lo sia. Lui se ne accorgerebbe e non me lo perdonerebbe.  

alberto re ml Orizzonte montagne, una vita da guida alpina: Alberto Re si racconta

Tra i clienti più affezionati la “tribù” dei Serafin. Non sempre modelli di disciplina…

In realtà noi Serafin, e mi riferisco anche ai miei figli Lorenzo e Matteo e a mia moglie Marina, grande appassionata di viaggi, abbiamo esplorato con Alberto nuovi e per noi sconosciuti orizzonti e pazienza se in qualche caso non siamo stati all’altezza di cotanta guida. Mi dispiace solo che in qualche caso Alberto lo abbiamo costretto a malincuore ad alzare un pochino (ma solo un pochino eh…) la voce e anche il sopracciglio. E la strigliata puntuale è arrivata. Ma è pur sempre un onore, non vi pare?, ricevere un’educata strigliata da un gigante della montagna come Alberto Re ed essere poi citati in un libro di oltre cinquecento pagine che promette di diventare un classico, anzi la Bibbia dell’alpinismo con guida.

Detto questo, la mia impressione è che ora Alberto mi guardi con aria severa dalla copertina del libro, le mani in tasca, imbacuccato nella giacca a vento “ufficiale”, forse un po’ provato dal vento e dal sole che gli picchia in fronte. 

È solo un’impressione, d’accordo. Ma subito quell’aria severa mi riporta a una haute route compiuta con gli sci, la Nizza – Bardonecchia nel 1997. Di cui sia Alberto sia il sottoscritto conserviamo un indelebile ricordo.  “È l’alba del giorno in cui dobbiamo lasciare Maljasset”, racconta dunque Alberto alla pagina 200 del libro, “dove abbiamo banchettato sotto le volte austere di un antico monastero trasformato in bed and beakfast. Tutti siamo più che soddisfatti per la raffinata cucina e ancor più per la bella dormita dopo le impegnative giornate dell’Ubaye. Fremo per partire, il tempo è buono, l’equinozio di primavera si fa sentire e c’è da aspettarsi una considerevole inversione termica con rialzo della temperatura, mentre ancora avremmo potuto essere impegnati in pendii esposti al pericolo di valanghe nel tratto che scende verso il posto tappa di Ceillac. 

“Già in parte la pattuglia si è sistemata ai nastri di partenza. Ma non c’è verso di ottenere che i soliti ritardatari si diano una mossa. Ultimo, imperturbabile, indifferente alle mie strigliate è ancora una volta, il simpatico figlio di Roberto Serafin, giornalista milanese, per molti anni direttore de Lo Scarpone e attualmente animatore del sito web MountCity…”.

Non dubito che le strigliate di Alberto abbiano giovato a Matteo, il primo ad ammettere che a quel punto della sua vita aveva ancora scarsa familiarità con il termine “disciplina”. Ma mi preme di aggiungere che negli inevitabili momenti di tensione uno dei requisiti di Alberto Re era di saper ristabilire con smaliziata professionalità un clima di ottimismo nel gruppo che conduceva. “Avanti coi carri” era il suo intercalare quando il percorso di faceva severo e la causa non poteva che essere attribuita alla “montagna che si oppone” come è suo diritto. 

Così il giorno della strigliata raggiungemmo poi felicemente Ceillac. Incredibile, eravamo accompagnati da un’inattesa cometa, la Hale-Bopp, che nel frattempo aveva deciso di seguirci nel nostro peregrinare con gli sci. E che si faceva puntualmente trovare la sera al nostro arrivo a destinazione. 

Leggo nel libro che la nostra amicizia era propiziata, a giudizio di Alberto, dalla sua esuberanza e, bontà sua, dalla mia sottile ironia. Nel raccontare di un viaggio in sci sulle montagne dell’Alto Atlante in Marocco scrissi una volta della sua abilità nello schivare un sasso grosso come un’anguria che scendeva alla velocità di un proiettile lungo un pendio di 40°. E raccontai anche della sua inesperienza, con rispetto parlando, nel dominare un mulo che lo aveva disarcionato come un Sancho Panza qualsiasi.

re sul Monviso ph. Serafin Orizzonte montagne, una vita da guida alpina: Alberto Re si racconta
Sul Monviso (foto Serafin)

Alberto Re, gli inizi

Entusiasmo, debbo notare e non sono il solo a farlo, è la parola che più ricorre nel libro e in generale nel suo privato vocabolario. Una spia che spesso si accende del suo carattere generoso, del suo costante impegno a fornire sempre validi motivi per amare le montagne. 

Nato sulle sponde del Mediterraneo a Marsiglia, nel 1937, da genitori emigrati dal Cuneese, allo scoppio della guerra Alberto arrivò a Barge, al Bricco dei Luciano, una frazione di campagna dove vivevano i nonni materni. Fin da ragazzo strade e sentieri furono per lui esclusivamente in salita: per andare a scuola, in paese, nei boschi, oppure, a trovare i parenti nelle frazioni sparse su altre montagna. 

Poi con il trasferimento della famiglia a Torino cominciò una vita che Alberto definisce “normale” da disegnatore tecnico alla Fiat, affiancata però dalle uscite in montagna, a cominciare dal Monviso, la “sua” montagna. Di “normale” nella sua vita non c’era in realtà che l’alpinismo. Vi entrò alla grande passando attraverso la porta della Scuola Gervasutti del Cai Tiorino e attraverso quella non meno prestigiosa del Club alpino accademico.

Re con Maestri Orizzonte montagne, una vita da guida alpina: Alberto Re si racconta
Alberto Re con Cesare Maestri (foto Serafin)

Diventato professionista, fu presidente delle guide alpine del Piemonte dal 1990 al 2009 e poi presidente del Collegio Nazionale delle Guide Alpine Italiane dal 1997 al 2003. Questa autobiografia ancora fresca di stampa è stata forse la sua scalata più impegnativa. A chi lo spronava a compierla replicava che lo scrivere non rientrava tra i suoi compiti. E invece a smentirlo è proprio questo libro limpido ed entusiasmante come lo è l’autore, che si apre con la presentazione di Vincenzo Torti, past presidente generale del Cai, e si conclude con gli inevitabili ringraziamenti ad amici e colleghi. A cominciare da Oriana Pecchio, medico di montagna e penna eccellente, al cui cesello Alberto è voluto ricorrere per mettere meglio a fuoco i suoi impeti letterari.

Roberto Serafin

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