Questa settimana Serafin porta alla nostra attenzione i treni per andare a sciare, il sogno dell’Alpe Veglia invernale raccontata da Crosa Lenz e un nuovo motore ad idrogeno per i gatti battipista.

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Sciatori in carrozza

Trenord sciatori Fatti in breve: Sci senz'auto - Il sogno dell'Alpe Veglia - Gatto a idrogeno

La strada della sostenibilità in montagna corre lungo i binari. Pacchetti e offerte incentivano a lasciare in garage l’auto e a salire sul treno, direzione piste da sci. Una novità è il collegamento del Frecciarossa Milano-Parigi che porta dritti nel cuore della Ville Lumière ma prima fa sosta anche a Bardonecchia. Da Milano e da Torino si può quindi arrivare sulle piste della stazione sciistica piemontese in poco tempo e senza stress. L’altra bella notizia è che le ferrovie Trenord in Lombardia hanno i lanciato anche per questa stagione bianca i “Treni della neve”. I biglietti comprendono una o due giornate sugli sci nelle stazioni valtellinesi di Aprica e Valmalenco.

Non uccidete un sogno

Alpe Veglia Fatti in breve: Sci senz'auto - Il sogno dell'Alpe Veglia - Gatto a idrogeno

Se in estate i rumori di Veglia sono i campanacci dei bovini al pascolo e il chiacchericcio di frotte di camminatori, in inverno è il silenzio della montagna. Natura assoluta. E se lo scrive Paolo Crosa Lenz nel suo mensile “Lepontica” (numero 25, dicembre 2022) c’è da credergli. Peccato, annota Crosa Lenz, che ogni tanto qualche politico locale proponga idee strampalate di accesso all’alpe Veglia con tunnel o funivie. Sarebbe come uccidere un sogno. Per fortuna questo ad avviso di Crosa Lenz non avverrà mai. “Credo nel rispetto del riposo invernale dell’alpe Veglia”, conclude, “un riposo di cui tutti abbiamo bisogno”.

Un “gatto sostenibile”

Gatto a idrogeno Prinoth Fatti in breve: Sci senz'auto - Il sogno dell'Alpe Veglia - Gatto a idrogeno

Un nuovo risparmioso motore a combustione interna alimentato dall’idrogeno viene annunciato per il gatto battipista. Il motore è simile a un diesel e garantisce le medesime prestazioni. L’unica differenza rispetto a un prototipo precedente è che l’idrogeno viene immagazzinato in cinque serbatoi montati sul retro del veicolo che ne prolungano di fatto l’autonomia, salita a oltre tre ore. Per i mezzi più piccoli si punta invece sull’elettrico. Una rivoluzione indispensabile per mettere a tacere le migliaia di motori diesel rumorosi e inquinanti che mortificano la montagna invernale.

Roberto Serafin

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15 Dicembre 2022
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